Titolo originale | Vincent |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Christophe Van Rompaey |
Attori | Spencer Bogaert, Alexandra Lamy, Barbara Sarafian, Geert Van Rampelberg Fred Épaud, Kimke Desart, Emma Reynaert, Eliza Stuyck, Ilona Bachelier, Catherine Aymerie, Emilie Piponnier, Wouter Bruneel, Alban Casterman, Griet van Damme, Willy Thomas, Thibault De Lussy, Cyril de La Morandière, Grégoire Paturel, Cyrille Bonnet, Nicolas Dillen, Patrick Seminor, Jeremie Boireau, Anne-Sophie Picard, Alexandre Orofino, François Aubineau, Hugo Lecardinal, Willie Schwartz, Namakan Kone, Jean Masini, Françoise Remont, Johanna Bah, Wim Buysse, Jean-François Abadie. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,79 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 luglio 2016
Quando viene a sapere che il nipote diciassettenne vuole suicidarsi, la zia arriva in suo soccorso. Ma anche lei ha i suoi problemi... Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Vincent è un diciassettenne per il quale la correttezza sul piano ecologico è rigorosamente fondamentale. Si dichiara vegano di stretta osservanza e in famiglia si impegna a far sì che l'impianto di riscaldamento funzioni al minimo. Quando arriva in visita (indesiderata) la zia materna Nikki gli si presenta un'occasione inattesa. La zia gli propone infatti di portarlo con sé a Parigi salvo pentirsene in breve tempo. Ma per il ragazzo ormai il viaggio non può essere annullato e le dimostrerà di essere più radicale (ma anche più fragile) di quanto lei stessa possa pensare.
Non è facile oggi mescolare dramma e commedia su un tema su cui il politically correct impone le sue norme come è quello dell'ecologia e del surriscaldamento globale. Christophe Von Rompey ci prova e, almeno in parte, ci riesce. In parte perché alcuni personaggi secondari sono un po' stereotipati (vedi la sorellastre, una incinta e l'altra punkeggiante) o comunque in parte deja vu come la zia allegramente sciroccata ma fondamentalmente triste e con problemi. Grazie però al giovanissimo attore protagonista ci offre il ritratto di una nuova adolescenza: se i padri o i nonni manifestavano per il Vietnam o contro le dittature oggi i giovani si trovano a contestare le multinazionali. Vincent è uno di loro e nel corso del tempo si è radicalizzato al punto di voler compiere un gesto che proprio al Vietnam di un tempo si riallaccia. La sceneggiatura sta dalla sua parte ma ne mostra anche gli eccessi facendoci comprendere che non tutto ciò che è animato da ideali validi si trasforma poi in una pratica altrettanto coerente con gli stessi. Vincent vuole salvare il mondo ma è al contempo incapace di offrire alla sua complessa, ma comunque non distaccata, famiglia la benché minima partecipazione emotiva. Fino a quando la zia, che nutre un rancore dalle radici lontane nei confronti della sorella, non accetta avventatamente di 'salvarlo' per poi rendersi conto di quanto sia difficile confrontarsi con l'integralismo, di qualsiasi specie esso sia. È su questo piano che la sceneggiatura propone le sue pagine migliori realizzando un mix efficace tra i due generi citati inizialmente.