Viaggio nel cinema in 3D - Una storia vintage

Film 2016 | Documentario +13 57 min.

Titolo originaleViaggio nel Cinema in 3D: Una Storia Vintage
Anno2016
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata57 minuti
Regia diJesus Garces Lambert
AttoriSergio Castellitto, Gianni Canova, Thierry Frémaux, Serge Bromberg, Alberto Barbera Paul Morrissey, Dario Argento, Joe Alves, Jack Theakston, Pino Chiodo, Pasquale Cuzzupoli (II), Steven DeRosa, Bob Furmanek, Rupert Hitzig, Paolo Proto, John Putch, Franca Silvi (II).
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jesus Garces Lambert. Un film con Sergio Castellitto, Gianni Canova, Thierry Frémaux, Serge Bromberg, Alberto Barbera. Cast completo Titolo originale: Viaggio nel Cinema in 3D: Una Storia Vintage. Genere Documentario - Italia, 2016, durata 57 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 7 ottobre 2016

La voce narrante di Sergio Castellitto guida un bambino attraverso le pellicole e i personaggi che hanno fatto la storia del 3D.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
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La voce di Sergio Castellitto guida lo spettatore nella storia del cinema, alla scoperta del 3D, dei suoi pionieri e delle sue enormi potenzialità.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

A partire dai fratelli Lumière, passando per le sperimentazioni di Méliès, fino ai giorni nostri, il 3D ha sempre rappresentato una sfida per chi sentiva come un limite le due dimensioni dello schermo Il documentario attraversa la storia del cinema affrontandola da questo inusuale punto di vista. Se si escludono i cinefili doc e gli storici del cinema non sono molti gli spettatori comuni che sanno che il desiderio delle tre dimensioni nasce sin dalle origini della settima arte.
Provvede ad informarci questo interessante documentario che ci mostra come ogni innovazione sul piano della tecnologia (e quindi anche questa) abbia dato origine a un processo che tende a riproporsi. Nello specifico, una volta scoperta la possibilità del 3D, i primi film tendono quasi esclusivamente a sfruttare gli effetti più plateali mettendo in secondo piano l'esigenza di proporre storie con un minimo di struttura credibile. Poi, progressivamente anche i Maestri trovano interessante utilizzarne le possibilità espressive. Uno su tutti? Alfred Hitchcock che per Il delitto perfetto propone una versione in 3D che esalta le caratteristiche di ogni singola inquadratura potenziando la creazione della suspense.
Qui viene utilizzata la voce guida di Sergio Castellitto che narra a un bambino la storia di questa modalità di proiezione con abbondanza di particolari e di contributi testimoniali ma senza pedanteria. Si ha così modo di scoprire che, come una specie di fiume carsico che scompare nelle cavità della roccia per poi riapparire più avanti, la storia del 3D ha visto fasi di grande successo alternate a periodi in cui sembrava definitivamente scomparso.
Oggi questa modalità di realizzazione cinematografica sembra aver trovato una sua stabilizzazione nel mercato attraendo al contempo grandi produzioni spettacolari e maestri del cinema. Conoscere le varie fasi del suo utilizzo aiuta ad apprezzarne le potenzialità.

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domenica 16 ottobre 2016
Gabriele Niola

La realtà virtuale è stato il miraggio degli anni '90. Una tecnologia che ha fatto il suo debutto nella decade di maggior sviluppo del digitale e che è stata subito recepita dal cinema come un oggetto della narrazione.

A differenza della terza dimensione, che come racconta il documentario presentato a Venezia Viaggio nel cinema in 3D - Una storia vintage è stata sempre una maniera di guardare, la RV prima di tutto è stata un espediente di racconto, un topos narrativo nato e morto nella decade dei '90.

Ben prima di essere effettivamente utilizzata per la fruizione infatti, la RV con il cinema ha avuto un rapporto subalterno, è stata raccontata invece di essere invisibile strumento di racconto. Luogo di perdizione o di annullamento dell'uomo, realtà secondaria e deleteria, strumento a cui venivano imputate le peggiori trasformazioni e deviazioni dell'animo umano, per circa un decennio la RV al cinema ha significato fantascienza e horror. I film che la utilizzavano o solo la prevedevano raccontavano dell'annullamento dello spirito o di un male da combattere che si trovava lì dentro, nel (non) luogo in cui perdersi.
Oggi molto è cambiato, prima di tutto tecnologicamente perché la RV è molto più stabile, seria e "utile", poi anche in termini di impatto sociale, non abbiamo più la fobia nei confronti della tecnologia di 20 anni fa. Collettivamente ci siamo innamorati delle potenzialità e dell'utilità della tecnologia, così anche la RV non ci fa più paura e da soggetto per film può diventare strumento per guardarli.

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