Una hermana

Alba non ha più notizie della sorella Guadalupe e indaga sulla sua scomparsa, provando a ripercorrere i suoi ultimi passi. Ma non riesce a infrangere il muro della burocrazia e del silenzio su cosa sia avvenuto e vaga sconsolata nella speranza che qualcosa succeda.
Attraverso l'indagine di Alba veniamo a saperne di più sul passato di Guadalupe e sulla sua probabile disperazione esistenziale. Il disagio è palpabile in ogni angolo di questa terra di nessuno priva di coordinate chiare, un non-luogo collocabile in una generica Argentina, del tutto spersonalizzata. I campi lunghissimi sui luoghi in cui Lupe è stata vista le ultime volte aumentano la sensazione di isolamento e straniamento, per suggerire infine una possibile presenza umana, a livello più di spiritualità che di esistenza concreta.
Il debutto di Verena Kuri e Sofia Brockenshire è un viaggio di formazione giovanile che sembra tingersi di giallo, ma che in fondo cerca altro. Che si interroga sulla mancanza di punti di riferimento e opportunità della Provincia del mondo, scegliendo il dubbio e l'indeterminatezza anziché delle risposte chiare. Immediatamente riscontrabile l'ascendente nel cinema d'autore e in quello indipendente di marca Sundance, al punto tale da rendere Una hermana un'opera priva della personalità sufficiente che possa renderla compiuta. Perché si allontani la sensazione da compito ben eseguito occorre qualcosa in più. 