parieaa
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lunedì 26 settembre 2016
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pessimo remake sotto false spoglie
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Ormai si può affermare con certezza che la tecnica del found-footage sia ampiamente abusata e privata, di conseguenza,di ogni suo possibile fascino e possibilità di coinvolgere lo spettatore nelle vicende narrate sullo schermo (anche perchè in realtà nesssuno spettatore metterebbe a rischio la propria vita per salvare sistematicamente la telecamera, quanto piuttosto penserebbe a darsela a gambe levate il più presto....). Questo film ne è la definitiva conferma. La telecamera traballante qui serve solo a dilungare il brodo e a coprire l'assoluta mancanza di idee nuove e i buchi nella trama, visto che praticamente vengono ripercorse le stesse tematiche e scene del film capostipite del 1999 (che almeno aveva il grande merito di aver inventato\riscoperto qualcosa di nuovo), con la misera aggiunta della ricerca della sorellina scomparsa molti anni prima proprio in quel bosco (ma che premessa è?!.
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Ormai si può affermare con certezza che la tecnica del found-footage sia ampiamente abusata e privata, di conseguenza,di ogni suo possibile fascino e possibilità di coinvolgere lo spettatore nelle vicende narrate sullo schermo (anche perchè in realtà nesssuno spettatore metterebbe a rischio la propria vita per salvare sistematicamente la telecamera, quanto piuttosto penserebbe a darsela a gambe levate il più presto....). Questo film ne è la definitiva conferma. La telecamera traballante qui serve solo a dilungare il brodo e a coprire l'assoluta mancanza di idee nuove e i buchi nella trama, visto che praticamente vengono ripercorse le stesse tematiche e scene del film capostipite del 1999 (che almeno aveva il grande merito di aver inventato\riscoperto qualcosa di nuovo), con la misera aggiunta della ricerca della sorellina scomparsa molti anni prima proprio in quel bosco (ma che premessa è?!...cosa pensavano di ottenere o trovare con questa spedizione?) nelle circostanze sospette che ben conosciamo. Come al solito il cast è abbastanza scarso e i personaggi sono affetti dalla sindrome dei film horror: scarsa o nulla capacità di autoconservazione e zero furbizia (la scena finale mostra una stupidità assurda e ben poco credibile). Sceneggiatura piena di errori o comunque trovate poco sensate. Zero spaventi. Zero ansia o suspence. Regia davvero pessima (più di una volta non si capisce nemmeno quale dei protagonisti è in scena, o chi sta facendo cosa). Mera operazione commerciale vuota (peraltro fallita alla grande). Uno dei peggiori horror che abbia mai visto.
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new flesh
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venerdì 23 settembre 2016
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ci voleva un'idea vincente
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Epoca di sequels questa, epoca di found footages. I primi generano diffidenza o addirittura sdegno, soprattutto se vanno a disturbare il sonno dei Cult, i secondi sembrano aver già detto tutto. Questo film si prende il rischio assoluto, scommettendo su tutte e due le cose. E perde.
Si ritorna nel bosco maledetto con un nuovo gruppetto di ragazzi tra i quali c'è James, fratello di Heather, una dei tre scomparsi del primo film. Si parte sulle tracce di indizi sul mistero ancora irrisolto. C'è il solito pretesto di girare un documentario, per cui il tutto ci viene mostrato dal punto di vista dei ragazzi stessi tramite videocamere e go pro di ultima generazione. Per carità, la tecnologia si evolve e con essa anche l' idea stessa di found footage, il che oltre a fornire una migliore resa dell'immagine, elimina una volta per tutte, ad esempio tramite l'impiego di go pro, la carenza logica peggiore di questa tecnica, e cioè che anche nelle situazioni più estreme e pericolose il delegato di turno si sente in dovere di portarsi appresso la telecamera, anche a costo di rischiare la vita.
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Epoca di sequels questa, epoca di found footages. I primi generano diffidenza o addirittura sdegno, soprattutto se vanno a disturbare il sonno dei Cult, i secondi sembrano aver già detto tutto. Questo film si prende il rischio assoluto, scommettendo su tutte e due le cose. E perde.
Si ritorna nel bosco maledetto con un nuovo gruppetto di ragazzi tra i quali c'è James, fratello di Heather, una dei tre scomparsi del primo film. Si parte sulle tracce di indizi sul mistero ancora irrisolto. C'è il solito pretesto di girare un documentario, per cui il tutto ci viene mostrato dal punto di vista dei ragazzi stessi tramite videocamere e go pro di ultima generazione. Per carità, la tecnologia si evolve e con essa anche l' idea stessa di found footage, il che oltre a fornire una migliore resa dell'immagine, elimina una volta per tutte, ad esempio tramite l'impiego di go pro, la carenza logica peggiore di questa tecnica, e cioè che anche nelle situazioni più estreme e pericolose il delegato di turno si sente in dovere di portarsi appresso la telecamera, anche a costo di rischiare la vita. Il problema è che qui si esagera. C'è la macchina fotografica ultimo modello, tutti i personaggi hanno una telecamerina montata sull'orecchio, c'è persino un drone che ci regala riprese a volo di uccello. Insomma c'è una massiccia dose di punti di vista e il regista ne fa un uso criminoso, cambiandoli arbitrariamente e di continuo, con tanto di stacchi alternati nei dialoghi. Si ha praticamente la sensazione di star guardando un film girato in modo tradizionale, ma siccome si tratta di un found footage ti ritrovi col nulla assoluto della prima metà del film e col mal di mare ogni volta che questi camminano o corrono (cioè sempre). Perchè non girarlo normalmente magari sfruttando facendo interagire le riprese amatoriali, giusto per rievocare il primo film? Poteva essere un'idea...
Poi c'è la strega, o meglio non c'è perchè non la vediamo mai ( come nel primo film) ma la sentiamo muoversi fuoricampo. Deve essere enorme, sembra di guardare un film su Bigfoot. Ascoltare per credere.
Poi c'è l'aspetto narrativo in senso stretto, o meglio non c'è, perchè il film non aggiunge assolutamente niente alla storia, non getta nessuna luce , anche fioca , sul mistero (e figuriamoci) anzi ricalca in tutto e per tutto la parabola del primo film, facendoci rimanere con un pugno di mosche. Sembra un pallido reboot più che un sequel e in quanto tale, in questo caso,è inutile. Questo film perde perchè ha utilizzato armi diventate prassi comune, ossia la tecnica di realizzazione e una campagna promozionale che puntava al mistero e alla sorpresa, ma con la sfortuna che il suo predecessore queste armi le usava per la prima volta ( sulla tecnica di realizzazione se ne potrebbe parlare, ma è il primo Blairwitch il responsabile del found footage attuale, non Deodato). Un film, piaccia o meno, diventa un Cult per ragioni precise.
Ah, l'idea vincente? Magari non realizzare proprio il film.
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stoker92
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venerdì 30 settembre 2016
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il terrore fuori dall'inquadratura
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Blair Witch non è un remake di quel famoso The Blair witch project che tanto fece scalpore alla fine degli anni 90,ma bensì si colloca come diretto successore. Adam Wingard, già apprezzato per film come "you're the next" e " The guest", confeziona un buon horror basato tutto sulle suggestioni e sul fuori campo, habitat perfetto per la sua strega di Blair. Il film, non esente da difetti e da banalità di trama, si fa notare soprattutto per le buone scelte registiche del falso documentario. La storia, sempre rispettosa e ammiccante verso l'originale, si fa notare per due aspetti, una prima parte di costruzione dove viene introdotta la strega e l ambiente oscuro della foresta, e una seconda parte dove la tensione esplode letteralmente in faccia allo spettatore per poi avere conclusione con la famosissima e ripresa scena della casa, che i protagonisti cercheranno per tutto film.
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Blair Witch non è un remake di quel famoso The Blair witch project che tanto fece scalpore alla fine degli anni 90,ma bensì si colloca come diretto successore. Adam Wingard, già apprezzato per film come "you're the next" e " The guest", confeziona un buon horror basato tutto sulle suggestioni e sul fuori campo, habitat perfetto per la sua strega di Blair. Il film, non esente da difetti e da banalità di trama, si fa notare soprattutto per le buone scelte registiche del falso documentario. La storia, sempre rispettosa e ammiccante verso l'originale, si fa notare per due aspetti, una prima parte di costruzione dove viene introdotta la strega e l ambiente oscuro della foresta, e una seconda parte dove la tensione esplode letteralmente in faccia allo spettatore per poi avere conclusione con la famosissima e ripresa scena della casa, che i protagonisti cercheranno per tutto film. Se avete già visionato il primo film di cui apprezzerete senz'altro il fanservice.
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Blair Witch non è un remake di quel famoso The Blair witch project che tanto fece scalpore alla fine degli anni 90,ma bensì si colloca come diretto successore. Adam Wingard, già apprezzato per film come "you're the next" e " The guest", confeziona un buon horror basato tutto sulle suggestioni e sul fuori campo, habitat perfetto per la sua strega di Blair. Il film, non esente da difetti e da banalità di trama, si fa notare soprattutto per le buone scelte registiche del falso documentario. La storia, sempre rispettosa e ammiccante verso l'originale, si fa notare per due aspetti, una prima parte di costruzione dove viene introdotta la strega e l ambiente oscuro della foresta, e una seconda parte dove la tensione esplode letteralmente in faccia allo spettatore per poi avere conclusione con la famosissima e ripresa scena della casa, che i protagonisti cercheranno per tutto film.
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Blair Witch non è un remake di quel famoso The Blair witch project che tanto fece scalpore alla fine degli anni 90,ma bensì si colloca come diretto successore. Adam Wingard, già apprezzato per film come "you're the next" e " The guest", confeziona un buon horror basato tutto sulle suggestioni e sul fuori campo, habitat perfetto per la sua strega di Blair. Il film, non esente da difetti e da banalità di trama, si fa notare soprattutto per le buone scelte registiche del falso documentario. La storia, sempre rispettosa e ammiccante verso l'originale, si fa notare per due aspetti, una prima parte di costruzione dove viene introdotta la strega e l ambiente oscuro della foresta, e una seconda parte dove la tensione esplode letteralmente in faccia allo spettatore per poi avere conclusione con la famosissima e ripresa scena della casa, che i protagonisti cercheranno per tutto film. Se avete già visionato il primo film di cui apprezzerete senz'altro il fanservice.
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