The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger

Film 2016 | Documentario, 90 min.

Regia di Bartek Dziadosz, Colin MacCabe, Christopher Roth, Tilda Swinton. Un film con John Berger, Tilda Swinton, Yves Berger, Ben Lerner, Colin MacCabe. Cast completo Genere Documentario, - Gran Bretagna, 2016, durata 90 minuti. distribuito da CineAgenzia. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 1 dicembre 2017

Un documentario a episodi che ripercorre, attraverso le stagioni, vita e carriera di John Berger, pensatore e scrittore britannico.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Quattro capitoli che seguendo il placido scorrere delle stagioni ci dicono qualcosa del John Berger politico, intellettuale, critico d'arte, ma prima di tutto, uomo.
Recensione di Tommaso Moscati
Recensione di Tommaso Moscati

Nel 1973 lo scrittore, intellettuale e critico d'arte John Berger è andato a vivere a Quincy in Francia per abbandonare la metropoli e immergersi in un luogo in cui sopravvive ancora uno stile di vita rurale. Quattro suoi amici vanno a trovarlo in differenti periodi dell'anno, che corrispondono alle quattro stagioni, e, alcuni di loro in veste di registi, realizzano dei capitoli che tratteggiano e attraversano l'opera e il pensiero del noto pensatore. Essi sono l'attrice e amica di lunga data, Tilda Swinton; il regista Christopher Roth, il musicista Simon Fisher Turner e lo scrittore Colin McCabe.
Il primo capitolo Ways of Listening è una chiacchierata tra l'attrice albina e Berger. Mentre lei è intenta a tagliare le mele, si intavola un discorso sui propri padri accomunati dall'aver vissuto la guerra, ma non averla mai raccontata ai figli. Lui disegna un ritratto di Tilda Swinton, lei è intenta a tagliare le mele. Campi e controcampi. L'atto di disegnare tiene insieme il critico e lo scrittore. Il secondo "corto" è a sua volta suddiviso in quattro parti (Spring, Reverse Angle<7em>, Mothers, Au Revoir) e si concentra sul tema del rapporto tra uomo e animale, ripercorrendo a grandi linee, attraverso piccoli estratti essenziali, alcuni preziosi passaggi del libro "Perché guardiamo gli animali?" Mettendolo in conversazione con "L'animale che dunque sono" di Jacques Derrida. Gli animali non hanno il nostro senso del tempo. La mandria sopravvive al mandriano. La terza sezione del documentario diretta è quella dedicata al pensiero politico. Si parla di marxismo, Leger, di diversità, integrazione, di vita e di morte. Strutturato come una sorta di programma televisivo con un mediatore e degli ospiti. Il quarto e ultimo cortometraggio è diretto da Tilda Swinton che ritrae una giornata con i suoi gemelli, Honor e Xavier, in compagnia del figlio di Berger. È composta da molte panoramiche su intensi paesaggi di montagna. La macchina da presa si insinua negli ambienti e sembra vivere di vita propria. Immagini mai statiche come se la macchina da presa si librasse nell'aria. Ogni capitolo funziona in maniera autonoma, con tanto di titoli di coda ed è connotato da un uso del linguaggio diverso. Ognuno a modo suo omaggia la figura di John Berger e le sue più lucide riflessioni. Tilda Swinton è la principale promotrice del film e, infatti, la sua figura è pressoché una costante in tutto l'incedere di quello che sembra riduttivo chiamare documentario, per il carattere intimista e di sperimentazione del linguaggio. Un film di non facile accesso e sicuramente non immediato, ma che ha il grande pregio di cercare di cogliere più aspetti della vita di Berger e del suo pensiero, della sua opera. Per certi versi anche una sfida. Una sfida affrontata, però, con la serenità e la disinvoltura che si confanno a un rapporto amicale, intimo, con l'oggetto di cui si parla. Talvolta c'è un gusto per l'improvvisato, cosa che è percepibile durante la visione di questa collettanea e che ne rende un senso di piacevole genuinità. Si avverte il carattere estemporaneo, che dà un'idea di libertà, proprio come una chiacchierata tra amici, un piacevole scambio di idee.

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