I bei giorni di Aranjuez

Film 2016 | Drammatico, +13 97 min.

Titolo originaleThe Beautiful Days of Aranjuez
Anno2016
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia, Germania
Durata97 minuti
Regia diWim Wenders
AttoriSophie Semin, Reda Kateb, Nick Cave, Peter Handke, Jens Harzer .
TagDa vedere 2016
DistribuzioneMovies Inspired
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 2,97 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Wim Wenders. Un film Da vedere 2016 con Sophie Semin, Reda Kateb, Nick Cave, Peter Handke, Jens Harzer. Titolo originale: The Beautiful Days of Aranjuez. Genere Drammatico, - Francia, Germania, 2016, durata 97 minuti. distribuito da Movies Inspired. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,97 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 agosto 2017

Una conversazione sui conflitti morali e sessuali all'interno dei rapporti dl'amore familiari.

Consigliato sì!
2,97/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,83
PUBBLICO 3,08
CONSIGLIATO SÌ
Un film sperimentale che conferma l'abilità (e il coraggio) di Wenders nel passare da film dall'ampio riscontro di pubblico a opere rivolte a un pubblico estremamente selezionato.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

In un'abitazione con ampio giardino uno scrittore procede nell'estensione di un dialogo tra due personaggi: un uomo e una donna. Costoro prendono vita davanti a lui dicendo le battute che scrive. I due hanno stabilito un patto: a ogni domanda non si potrà rispondere con un semplice si o no ma con ampie argomentazioni e non sarà possibile alcuna azione oltre a quella del parlare. I ricordi, le esperienze nella sfera sessuale, le considerazioni sul senso dell'amore occupano la loro conversazione.
Wim Wenders si avvale di un testo teatrale di Peter Handke per realizzare una nuova forma di sperimentazione che richiede allo spettatore una partecipazione che comporta anche una certa dose di fatica. Perché il testo dello scrittore tedesco, scritto e recitato in francese, ha una forte matrice letteraria che anche a teatro sarebbe difficile da seguire a causa dell'inarrestabile flusso di parole che ne costituiscono l'ossatura.
In sala, data l'ovvia assenza fisica degli attori dalla scena, la distanza aumenta in modo considerevole. Pertanto, su una sceneggiatura che anche un cultore della parola portata sullo schermo come Eric Rohmer avrebbe considerato ponderosa, Wenders sperimenta una tecnologia che l'uso corrente vorrebbe dedicata ad altri tipi di messa in scena: il 3D. Qui sta di fatto il senso della sua ricerca. Dopo averci offerto alcuni lenti movimenti di macchina su una Parigi deserta, suggerendoci la calma necessaria ad affrontare la prova, utilizza il 3D proprio per staccare i personaggi dal fondo e valorizzare il loro dire anche tormentato, mettendolo a confronto con l'oasi di pace in cui sono collocati. Lo scrittore li controlla da una distanza relativa (o pensa di farlo) e, in particolare, dà spazio alla donna che racconta le proprie esperienze sessuali proponendo un profondo disincanto nei confronti dell'amore e dichiarando la propria consapevolezza a proposito dell'aura di inaccessibilità che la circondava nel passato.
Di Wenders va riconosciuto e apprezzato il coraggio con cui passa da film dall'ampio riscontro di pubblico a opere rivolte a un pubblico estremamente selezionato come questa. Chapeau!

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Va di moda dire male di Wim Wenders, a meno che non faccia documentari come il bellissimo Pina, su Pina Bausch, o Il sale della terra, su Salgado. Ed è vero che il regista di titoli memorabili come Alice nelle città, Nel corso del tempo o Il cielo sopra Berlino, ha sbagliato parecchi film di fila. Ma un grande talento può fallire il colpo, non svanire nel nulla, e da quando ha iniziato a lavorare sul [...] Vai alla recensione »

Silvana Silvestri
Il Manifesto

Nel suo studio, dopo essere usciti con impercettibili movimenti di macchina dalle strade parigine deserte, uno scrittore infila il foglio bianco nella macchina da scrivere e inizia a scrivere mentre sotto la pergola si materializzano un uomo e una donna, due personaggi di Les beaux jours d'Aranjuez di Wim Wenders in concorso. Il passaggio ritmico dall'immagine alla parola scritta e poi ancora all'immagine [...] Vai alla recensione »

Emiliano Morreale
L'Espresso

Delude invece decisamente uno dei grandi autori in concorso, Wim Wenders, con un curioso esperimento in 3D, Le beaux jours d'Aranjuez, adattamento di una piéce di Peter Handke, con cui il regista aveva collaborato più volte, da La paura del portiere prima del calcio di rigore a Il cielo sopra Berlino. Si tratta del dialogo in giardino tra un uomo e una donna, che affrontano da un punto di vista teorico, [...] Vai alla recensione »

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