Ma Loute

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vanessa zarastro martedì 30 agosto 2016
magritte e la lotta di classe Valutazione 3 stelle su cinque
64%
No
36%

Ma Loutte è un film corale e grottesco ambientato nel 1910 in Francia, sulla Cote d’Opale del Pas de Calais, nella Baia de la Slack.
La recitazione degli attori – una cast d’eccezione – è volutamente caricaturale, sopra le righe. La nobile e ricca famiglia Van Peteghem di Tourcoing – una delle agglomerazioni urbane di Lille - si “incontra” con la famiglia Brefòrt ,“indigena” e proletaria, di raccoglitori di cozze, traghettatori della baia e mangiatori di esseri umani (cannibali) che vive nel rione San Michel. Ma Loute, il loro riservato figlio più grande, di poche parole, ha il volto intenso di Brandon Lavieville. [+]

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domenico astuti martedì 11 ottobre 2016
interessante ma niente di innovativo Valutazione 2 stelle su cinque
62%
No
38%

Un film che dichiara subito le sue intenzioni, che gira intorno senza andare a fondo dei personaggi e al contesto storico. Uno sguardo a un Cinema del passato, tra satira e componente fantastico/surreale ( la scena finale di tutti che inseguono sulla spiaggia il grasso poliziotto che vola è un incrocio tra il Cinema dadaista, il Clair degli Anni Trenta e il Bunuel successivo ). Ma il regista Dumont ( L’Età inquieta, Camille Claudel ) non è Wes Anderson e questo film non è un’operazione sul genere Grand Budapest Hotel. Il regista francese si dà alla commedia in costume, gioca con i toni surreali e, da’ molto spazio agli attori che devono divertirsi a interpretare dei personaggi oltre ogni realismo, ma non ha il coraggio di portare la storia oltre dei limiti convenzionali grotteschi, facendo un film in alcuni passaggi ripetitivo e a volte lento e lasciando per aria la contrapposizione tra classi sociali. [+]

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fabiofeli lunedì 29 agosto 2016
"c'è il fango nella baia!" Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Agli inizi del ‘900 nel Nord della Francia i componenti di una numerosa famiglia sottoproletaria, i Brufort, strappano le cozze dagli scogli scoperti dalla bassa marea oceanica e svolgono un lavoro di traghettatori per i turisti come novelli S. Cristoforo. Nel posto avvengono sparizioni di persone. Un commissario di polizia elefantiaco (Alfred Machin) cerca di risolvere il mistero con il suo assistente. L’arrivo di Andrè Van Peteghem (Fabrice Luchini), con sua moglie Isabelle (Valeria Bruni Tedeschi), sua sorella Aude (Juliette Binoche), lo svitato cognato, due figlie ed il nipote Billie figlio di Aude, movimenta il luogo sonnolento. I Van Peteghem sono una ricca famiglia borghese con tutte le caratteristiche del sangue corrotto dagli incroci familiari tra consanguinei per non dilapidare il patrimonio accumulato: Andrè, ad esempio, cammina curvo e barcollante. [+]

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alex2044 mercoledì 14 settembre 2016
l'importante è esagerare Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

In questo film tutto è  esagerato . La storia prima di tutto , dove i personaggi sono quasi sempre detestabili e quando non lo sono perlomeno grotteschi e ridicoli fino allo sfinimento . Le due famiglie , una sottoproletaria , è talmente disperata da dedicarsi , per soddisfare la propria antropofagia , ad omicidi seriali , l'altra alto borghese decadente ed anche incestuosa perchè la ricchezza non deve disperdersi fra estranei , con un di più di malizia da parte del regista Bruno Dumont che da buon francese  gli appioppa anche un cognome belga (Van Petegen) per ribadire che i suoi conponenti sono , umanamente , ,proprio il peggio del peggio . [+]

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no_data elisabetta valento giovedì 15 settembre 2016
c'è lotta e lotta Valutazione 0 stelle su cinque
50%
No
50%

All'inizio del XX secolo misteriose sparizioni di ignari turisti avvengono nelle spiagge di Calais e la polizia locale brancola e barcolla sulla sabbia nel tentativo di far luce sugli eventi. Miserimmi pescatori si confrontano con grotteschi aristocratici, i Van Peteghem, che il continuo scambio di sangue consanguineo ha reso quanto meno bizzarri e che, come da cliché, si fingono attratti dalla "liricità" del luogo e dei locali, mentre Ma Loute - figlio primogenito di una famiglia di raccoglitori di mitili, i Brufort, il cui capofamiglia è il mitico traghettatore Eterno che tante vite dai marosi salvò - e il ragazzo-ragazza dei Van Peteghem si innamorano. Un grande guignol non tanto macabro quanto piuttosto farsesco, sopra le righe, debordante, con attori che si divertono moltissimo, forse troppo, a interpretare caratteri grotteschi e deformati. [+]

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carloalberto domenica 14 febbraio 2021
horror grottesco e visionario imperdibile Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

 E’ una favola grottesca e visionaria quella di Bruno Dumont che incuriosisce ed affascina senza mai tuttavia coinvolgere emotivamente nella storia lo spettatore che rimane a guardare divertito e meravigliato trovate esilaranti che si alternato a scene macabre con cadaveri sanguinolenti fatti a pezzi che sbucano da un pentolone. Ciò che colpisce è la straordinaria recitazione di Fabrice Luchini  doppiato egregiamente da Marco Mete che aggiunge, rispetto all’originale, un sovrappiù di caricaturale facendone quasi un gagà napoletano dalla comicità irresistibile a prescindere da quello che dice. La contrapposizione tra la famiglia primordiale di selvaggi antropofagi e quella benestante di ricchi industriale è piuttosto evidente che voglia alludere alla  sottile differenza che passa tra l’una e l’altra, considerato che, a ben guardare, la famiglia che dovrebbe rappresentare il salto evolutivo dell’umanità si fonda in realtà sullo stupro e l’incesto. [+]

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riccardo tavani sabato 26 novembre 2016
lotta di classe a morsi tra nobili e pescatori Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

Non ci facciamo mai attenzione, perché il paesaggio in cui è ambientato un film ci appare come un che di oggettivo, di dato, come il mondo intorno a noi nella realtà. Spesso però il paesaggio cinematografico gioca un ruolo da protagonista, come fosse un vero attore. È il caso di Ma Loute. Il vero personaggio di questo film è una baia. Baia de La Slack, in un tratto di costa frastagliato, più a nord ancora della Normandia, a ridosso della Manica, che si chiama Côte d’Opale. È il limitare di terra e acqua, fango e sabbia, deformità umana e splendore naturale nel quale è nato Bruno Dumont, l’autore di questa pellicola che è stata a un passo dal vincere Cannes 2016. [+]

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itimoro martedì 30 agosto 2016
il commissario volante e altre storie... Valutazione 0 stelle su cinque
33%
No
67%

Genere: Demenziale. 
I sottoproletari pescatori-traghettatori Brufort ammazzano turisti per colazione e cena e il regista ce li mostra lordi di sangue, impegnati a pescare frattaglie umane crude in una mastella, o intenti a spezzare arti con un coltello da macellaio.
I villeggianti-industriali Van Peteghen sono un'accolita di idioti, macchiettisticamente rappresentati dall'ottimo cast, che si trascinano tare fisiche e mentali (e morali) dai frequenti incesti consumati per non disperdere i capitali industriali di famiglia.
I due poliziotti sono frutto di una felice invenzione e di qualche citazione (Stanlio e Ollio, Nero Wolfe).
Il tutto messo insieme all'inizio destabilizza e diverte: si vorrebbe a vedere come va a finire, cosa succede. [+]

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antonio bianchi lunedì 29 agosto 2016
il vuoto Valutazione 0 stelle su cinque
25%
No
75%

Sono uscito dal cinema disgustato,
per il tempo perso,
per la mancata occasione di condividere con mio figlio un'esperienza di partecipazione a una storia, che in questo caso gli avevo preannunciato allegra.

In qualche recensione, letta a posteriori, ho letto della ricostruzione dell'autore rispetto allo stupore per il movimento, quello dell'inizio del cinema.
Ma non siamo in quel periodo, le persone al cinema non vanno per stupirsi di "cose in movimento" e vedere persone grasse che cadono e rotolano, la deformità di un corpo e la sua andatura incerta, non riesce proprio a farmi ridere, neppure quando avevo cinque anni.

Il disgusto è ancora maggiore per l'ostentata proposizione del corpo umano macellato. [+]

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