Ola Bola

Film 2016 | Sportivo +13 113 min.

Titolo originaleOla Bola
Anno2016
GenereSportivo
ProduzioneMalesia
Durata113 minuti
Regia diChiu Keng Guan
AttoriJ.C. Chee, Luqman Hafidz, Katrina Ho, Saran Kumar (II), Frankie Lee (II) Daphne Low, Bront Palarae, Marianne Tan, Eric Teng, Lim Jian Wen, Mark Williams (IV), Haris Zainuddin.
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,02 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Chiu Keng Guan. Un film con J.C. Chee, Luqman Hafidz, Katrina Ho, Saran Kumar (II), Frankie Lee (II). Cast completo Titolo originale: Ola Bola. Genere Sportivo - Malesia, 2016, durata 113 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,02 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 26 aprile 2016

Quanto tutto sembra essere perduto, un'improbabile squadra di calcio ritrova compattezza grazie al suo carattere multiculturale.

Consigliato sì!
3,02/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO SÌ
Un film "collettivo" dal forte impatto emotivo, che trae linfa vitale dalle storie dei suoi protagonisti.
Recensione di Gianluca Giraudo - Redazione Scrivere di Cinema
Recensione di Gianluca Giraudo - Redazione Scrivere di Cinema

Marianne, giovane producer di un'emittente malaysiana, viene incaricata di fare ricerche sulla storia della nazionale di calcio degli anni '80: un progetto che la entusiasma poco e la stressa molto, ma che è decisa a realizzare con determinazione prima di lasciare il Paese e inseguire un sogno che sta racchiuso in appena tre lettere, BBC. Marianne le scandisce solennemente di fronte ai suoi colleghi come una promessa di successo, per il resto sta rintanata in sala proiezione nel silenzio, per non dire sconforto, più totale: presente ma in fondo distaccata, troppo lontana per interessarsi a una squadra che ha fatto la gloria della Malaysia, ma che sembra non aver lasciato altro che qualche filmato ingiallito. La svolta arriva con una visita a Sabah, regione a est del Paese, dove Marianne incontra uno dei reduci della nazionale del 1980: Eric Yong. Vedendola con Eric e il suo nipotino seduti intorno a un tavolo, capiamo che il racconto vero deve ancora partire e che Marianne, inizialmente estranea alla vicenda proprio come lo siamo noi, deve solo accompagnarci nel viaggio. Un flashback protratto, occasionalmente interrotto da brevi ritorni al presente, sulla carriera di Eric, Tauke, Ali, Muthu e gli altri componenti della formazione che si battè duramente per la qualificazione della Malaysia ai Giochi Olimpici di Mosca.
Virate su colori caldi e rassicuranti, ben valorizzati dal contrasto con il bianco del salotto dove Eric accoglie Marianne, le immagini del flashback ripercorrono l'evoluzione di una squadra che da dilettante arriva a sfidare le grandi potenze mondiali, e di tutte le personalità coinvolte in questo desiderio di riscatto. Un universo di personaggi secondari che fa di Ola Bola un film se non corale, "collettivo", che trae linfa vitale dalle storie a tutto tondo che ruotano intorno alle vite dei giocatori. Tutte meritano di essere ricordate, tutte valgono almeno quanto quella del narratore Eric, all'epoca neoarrivato nella squadra e subito promosso ad attaccante, per l'irritazione dei veterani che da anni aspiravano a una posizione più rispettabile della panchina. C'è Ali, vera punta di diamante che si allena strenuamente per raggiungere il mitico numero 10. C'è Chow Kwok Keong, da tutti chiamato Tauke, ragazzo talentuoso ma poco disciplinato, che poco si presta alle indicazioni del nuovo allenatore appena giunto dall'Inghilterra, Harry Mountain. E poi Muthu, instancabile portiere che si dedica al calcio nonostante le pressioni del padre che lo vorrebbe come aiuto nelle piantagioni di cocco. Insieme a loro, familiari, vicini, colleghi e tutta la popolazione malaysiana si stringono davanti al televisore pronti a sospirare per un rigore mancato o a urlare "Gol! Gol! Gol!" fino a perdere il fiato. Uniti nella speranza di un traguardo, tanto più eroico quanto a noi sembra insignificante, come la semplice qualificazione alle Olimpiadi.
Il regista Chiu Keng Guan, ancora fresco di successo per The Journey, sa bene come dare vita a una storia dal fortissimo impatto emotivo: alle immagini movimentate sul campo da calcio si alternano leggere e ampie panoramiche sulle bellezze naturali del luogo e sulla bandiera al vento, debolezze "nazionalistiche" che gli si perdonano per le scene di vita familiare che con ironia e ritmo nei dialoghi riesce a costruire. Significativa è anche l'appartenenza dei giocatori alle principali etnie che compongono la popolazione della Malaysia: malesi, cinesi e indiani sono tutti rappresentati in quelli che, alla fine, non sono altro che giovani uomini accomunati dalla stessa passione. Un'ulteriore, perfetta, lezione di integrazione viene poi da Rahman, buffo radiocronista affezionato alla squadra, che per convincere Tauke dell'importanza dello spirito collettivo a scapito dell'orgoglio personale, mette il suo braccio dall'incarnato scuro accanto a quello chiaro del ragazzo: portano due colori diversi, ma sono amici, per non dire fratelli, perché non funziona così per tutti?
È solo per questione di semplicità e richiamo promozionale che Ola Bola è stato da alcuni etichettato un "soccer drama": più che un film sul calcio, Ola Bola parla dell'amore inteso come la più infallibile tra le forze di aggregazione, che si tratti di una coppia, una famiglia, una formazione calcistica o un'intera nazione. Non a caso i titoli di testa si aprono con un preciso avvertimento: "Ola Bola è ispirato a una storia vera", ma non è una storia vera. Prende la materia rovente ma grezza che la realtà offre e la rende nuova, funzionale a determinate esigenze di fruizione, interessante. In una parola, la rende cinema.

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