Advertisement
Animali notturni, discorso sulle declinazioni del mascolino

Potenza narrativa e ambiguità del racconto: lo stilista Tom Ford presenta un thriller d'autore con Amy Adams e Jake Gyllenhaal.
di Roy Menarini

Animali notturni

Impostazioni dei sottotitoli

Posticipa di 0.1s
Anticipa di 0.1s
Sposta verticalmente
Sposta orizzontalmente
Grandezza font
Colore del testo
Colore dello sfondo
0:00
/
0:00
Caricamento annuncio in corso
Amy Adams (Amy Lou Adams) (49 anni) 20 agosto 1974, Aviano (Italia) - Leone. Interpreta Susan Morrow nel film di Tom Ford Animali notturni.
domenica 20 novembre 2016 - Focus

I rapporti tra cinema e moda vanno ben al di là delle più note collaborazioni tra industrie in materia, e ben oltre i sempre citati Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn vestita Givenchy o Il diavolo veste Prada. Questioni di immaginari, di trasferimenti sotterranei, di palesi influenze dell'uno sull'altra, anche per quel che riguarda subculture e stili urbani. Assai meno frequente, invece, lo sbarco di stilisti dietro la macchina da presa, un processo di formalizzazione del proprio talento che pare curiosamente più naturale per gli scrittori che non per i designer, probabilmente per la natura narrativa del cinema.

Con Animali notturni Tom Ford dispiega l'intero potenziale, tanto più efficace quanto più (probabilmente) irritante per chi vorrebbe che i grandi artisti di un singolo campo non si azzardassero a provarne altri.
Roy Menarini

Tom Ford, fin dal sinuoso esordio A Single Man, ha mostrato di saper lavorare sul narrativo senza scontentare chi si aspetta da lui - con atteggiamento culturalmente un po' pigro - solo grandi intuizioni di cultura visuale. Anzi, là come in questo Animali notturni, Ford adatta un romanzo, quindi abbiamo uno stilista che dapprima si trasforma in sceneggiatore e poi in regista. Sono tre mestieri, non due. E mentre l'esordio con Colin Firth possedeva una dimensione contemplativa, meno interessata alla storia in sé e più al mondo rappresentato, malinconico e sgargiante (non del tutto indipendente dalla probabile influenza dei film di Wong Kar-wai), è con Animali notturni che Tom Ford sembra dispiegare l'intero potenziale, tanto più efficace quanto più (probabilmente) irritante per chi vorrebbe che i grandi artisti di un singolo campo non si azzardassero a provarne altri. E in effetti spesso accade di trovare cantanti che sono pessimi romanzieri, fotografi che non sanno girare nemmeno un cortometraggio o fumettisti che crollano di fronte all'animazione.


SCOPRI IL FILM: ANIMALI NOTTURNI
Amy Adams in una scena del film.
Jake Gyllenhaal in una scena del film.
Amy Adams in una scena del film.

La potenza del film di Ford, invece, riguarda da una parte la potenza narrativa (difficile non immergersi integralmente nel mondo romanzesco che prende vita davanti agli occhi della protagonista, e di conseguenza davanti ai nostri) e la sana ambiguità del racconto. Già, perché al di là di essere un buon esempio di come si può fare un thriller sottraendo certezze al genere e un film d'autore poggiando su una struttura di suspense, Animali notturni possiede un tema profondo ben più interessante: la mascolinità.
Tom Ford come designer ha già detto molto in materia, non solo grazie a eleganti abiti (e occhiali) di lusso ma anche attraverso raffinate destrutturazioni erotiche dell'uomo e del suo vestire. Questa volta, invece, gestisce un discorso a suo modo delicatissimo sul mascolino e le sue declinazioni agli occhi del femminile. La protagonista è una donna che ha lasciato un marito per motivi di censo e di scarsa virilità nel prendere in mano la sua, e loro, vita. Il romanzo che l'ex coniuge scrive di conseguenza contiene un universo completamente alternativo all'esistenza di arte, vernissage e mercato del lusso che la donna abita. Si tratta di un'avventura nera e violenta ambientata nel Sud degli Stati Uniti, segnata da un equilibrio sottilissimo tra reale brutalità e stereotipi ironici (come quelli dello sceriffo interpretato mirabilmente da Michael Shannon).

Tom Ford come designer ha già detto molto in materia di mascolinità, non solo grazie a eleganti abiti (e occhiali) di lusso ma anche attraverso raffinate destrutturazioni erotiche dell'uomo e del suo vestire.
Roy Menarini

La figura del protagonista - cui la lettrice dà proprio il volto del marito - è quella di un capofamiglia incapace di proteggere le donne della sua vita, alle prese con altri maschi prevaricatori e selvaggi. Attraverso questa estremizzazione del branco maschile di appartenenza, e questa confessione sanguinosa della propria fallacia, il marito fornisce alla moglie una galleria di mascolinità eterne e ancestrali, per farle comprendere che lei ne ha rifiutata una, e scelte altre.
Questa galleria narrativa fa il paio con quella che apre il film, a dir poco spiazzante, con modelle obese e oscenamente nude, poste davanti alla macchina da presa per inquinare ulteriormente il nostro sguardo. Tom Ford ci sta dicendo che nessun rapporto può fare a meno dei diaframmi culturali che ci circondano e dei modelli di femminilità e mascolinità che crediamo invece di superare. Se ha scelto il cinema per una meditazione così liminare in forma di noir è proprio per la sua natura di immagine narrativa, e per i limiti dell'arte contemporanea (più volte sarcasticamente ritratta nel film) nell'analizzare le nostre pulsioni.


Amy Adams in una scena del film.
Ellie Bamber in una scena del film.
Jake Gyllenhaal e Michael Shannon in una scena del film.

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati