Prima di interessarsi a Jacqueline Kennedy, il regista cileno Pablo Larrain, oggi a Venezia 73 per presentare in concorso il nuovo biopic Jackie (con Natalie Portman), ha esplorato una figura importantissima per la storia del suo Paese.

Neruda, come afferma lo stesso regista, non è un biopic ma "un'opera nerudiana, una fantasia sulla fuga e l'esilio del poeta che lui stesso forse avrebbe potuto amare".

La storia si svolge nel 1948: il governo di Gabriel Gonzalez Videla, eletto grazie ai voti della sinistra, sceglie di abbracciare la politica statunitense e di condannare il comunismo alla clandestinità. Pablo Neruda, poeta, senatore e massima personalità artistica del Paese, avversa decisamente questa decisione, fino a diventare il ricercato numero 1. In accordo con il partito comunista, Neruda sceglie l'esilio anziché il carcere, ma per riuscire a fuggire deve fare i conti con Oscar Peluchonneau (Gael Garcìa Bernal), l'ispettore di polizia che Videla sguinzaglia contro di lui.
Approcciandosi al poeta cileno per eccellenza, Larrain sceglie l'estetica del cinema noir classico americano, calandola in un contesto leggero e quasi onirico, confermandosi ancora una volta cantore ineguagliabile della storia del suo Paese e delle sue molteplici contraddizioni. Presentato al Festival di Cannes (Quinzaine des Réalisateurs), Neruda - di cui vediamo il trailer italiano in esclusiva - sarà distribuito al cinema da Good Films a partire dal 13 ottobre.