Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali

Eva green una Mary Poppins versione dark

Se c'è un regista riconoscibile anche da poche immagini, quello è senz'ombra di dubbio Tim Burton. Però negli ultimi tempi il suo universo iconico-poetico, nutrito di strano e di macabro, si era appannato in film insoddisfacenti (Alice in Wonderland, Dark Shadows), imparagonabili a un capolavoro come Edward mani di forbice. Con Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, Burton torna a mostrare quasi la sua forma migliore: "quasi" perché belle scene liriche e lunari si alternano, verso la fine, con un combattimento a effetti speciali di banalità tutta hollywoodiana. È chiaro - del resto - che il film, adattato dal romanzo del giovane scrittore geek Ransom Riggs, si prestava ai piani di una produzione (in questo caso la Fox) sempre alla ricerca di nuovi franchise per il pubblico adolescente. Jacob, detto Jake, adora il nonno; che quando era piccolo gli narrava storie su una casa popolata di strani bambini. Però la casa esiste davvero e il ragazzo lo imparerà dopo la morte del nonno, vittima di una creatura soprannaturale. È in un'isola del Galles, dove un loop temporale ha scardinato le regole della cronologia. Jake ci va e lì conosce i ragazzi speciali: un'incendiaria, una bambina dalla forza erculea, un ragazzo invisibile, due gemelli dallo sguardo pietrificante, un'affascinante biondina così leggera da prendere il volo e altri ancora. Assieme a loro e a Miss Peregrine, sorta di Mary Poppins in versione dark che se ne prende cura, Jack dovrà battersi con lo scienziato pazzo Barron e con i suoi mostri, ebbri di onnipotenza e decisi a divorare gli occhi degli "speciali". Siamo un po' a cavallo, insomma, tra la serie supereroica alla X-Men e la saga di Harry Potter; anche se questo ennesimo universo magico è decisamente congeniale a Burton: che vi aggiunge quel tocco "creepy", da farti accapponare un po' la pelle, di un altro racconto giovanile da lui portato sullo schermo come La fabbrica di cioccolato. Più che somigliare ai ragazzi speciali delle saghe supereroiche, infatti, quelli di Tim sono dei freak: anche un po' patetici e commoventi, pur se tali da ispirare - nel contempo - un leggero senso di repulsione. Da tutto ciò esce un film strano, che costringe il fan del cinema burtoniano a selezionare le sequenze: quelle che portano il marchio inconfondibile del regista e quelle che potrebbero essere di un qualsiasi buon mestierante dei blockbuster. Veniamo al cast. Cresciuto a vista d'occhio da quando faceva Hugo Cabret, Asa Butterfield presta a Jack i suoi grandi occhi sgranati. Come Miss Peregrine, Eva Green gigioneggia, ma non si può negare che possieda il "phisique du role". L'onnipresente Samuel L. Jackson (chi ricorda la battutaccia dell'orsetto Ted: "prendi un film qualsiasi, quello nero è lui"?) resta un po' sacrificato nella parte del cattivissimo Barron. Facce famigliari anche per i "cammei": Terence Stamp fa il nonno del protagonista, Judi Dench una "collega" anziana di Miss Peregrine mentre Rupert Everett, in un ruolo piccolissimo, è quasi irriconoscibile. Avvertenza. Il bestseller fantastico di Riggs comprende altri due libri, l'ultimo dei quali fresco di stampa. Sono probabili seguiti al film: se sia un bene o no, ciascuno lo deciderà da sé.
Da La Repubblica, 15 dicembre 2016


di Roberto Nepoti, 15 dicembre 2016