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Jeff Nichols e le donne: una poetica fondata sul bisogno di protezione

Loving conferma il rapporto con le donne come chiave per la definizione dell'identità di un uomo. Da giovedì al cinema.
di Paola Casella

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martedì 14 marzo 2017 - Focus

Al centro della poetica di Jeff Nichols, lo sceneggiatore e regista americano appena 38enne, c'è il rapporto con le donne come elemento fondante nella definizione di ciò che fa di un maschio un uomo. È un'affermazione impegnativa, ma calza in pieno a quello che la rivista "Wired" ha definito "il prossimo autore di blockbuster" per la sua capacità di combinare rigore artistico e appeal commerciale. Come pochi altri registi americani contemporanei, infatti, Nichols riesce a raccontare le donne senza angelicarle, descrivendo il loro istinto di sopravvivenza come una potente forza vitale e contemporaneamente un vettore con il quale la controparte maschile, assai più fragile e smarrita, deve confrontarsi per ridefinire il proprio ruolo e la propria identità.

C'è una scena in Loving, l'ultimo, magnifico lungometraggio diretto da Jeff Nichols, apparentemente semplice e in realtà ricco di livelli di lettura, che riassume perfettamente questo concetto: al culmine di una lunga battaglia per vedere riconosciuto il proprio matrimonio interrazziale nella Virginia di fine anni '50, battaglia in cui l'afroamericana Mildred Loving combatte in prima linea mentre suo marito resta in trincea, Richard Loving scoppia a piangere dicendo: "Volevo solo proteggerti".
Paola Casella

La capacità degli uomini di proteggere le proprie compagne, e il senso di inadeguatezza che deriva loro dal non poterlo (o saperlo) fare, è al centro di tutta la filmografia di Nichols: non a caso il primo film che ha portato il regista all'attenzione del mondo, dopo l'esordio con Shotgun Stories, è stato Take Shelter (letteralmente: "trova rifugio", metaforicamente "corri ai ripari"), il cui protagonista, interpretato dall'attore feticcio di Nichols, Michael Shannon, cercava disperatamente di costruire un bunker per proteggere moglie e figlia da un'apocalisse imminente, di cui solo lui aveva (pre)cognizione. In quel film l'uomo trovava nella propria moglie l'ostacolo al suo progetto poiché lei, con tipico pragmatismo femminile, dubitava del senno del marito. La frase finale del film, che non riveleremo per non fare spoiler, è l'essenza di quel rapporto coniugale, e più in generale del rapporto fra maschile e femminile delineato da Nichols.


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In foto una scena del film Loving.
In foto una scena del film Loving.
In foto una scena del film Loving.

Anche Mud, esplicito omaggio del regista-sceneggiatore al cinema classico americano, in particolare quello che vedeva Paul Newman protagonista (Mud riecheggia Hud, titolo originale di Hud il selvaggio), vede protagonista un uomo che, nonostante l'aspetto rude e il carisma da pioniere, è visto come inadeguato dalla donna che ama, e che l'ha allontanato da sé per istinto di sopravvivenza: lo stesso crudele (ma sano e vitale) impulso che ha spinto nello stesso film la madre del giovane Ellis a liberarsi del proprio marito alcolizzato.

Il cinema di Nichols racconta spesso padri manchevoli e figli alla ricerca di validi modelli maschili: Ellis si rivolge a Mud che si rivolge a Tom (interpretato da Sam Shepard, altro attore feticcio di Nichols), così come il piccolo Alton in Midnight Special guarda al proprio padre naturale, ma anche a un analista della NSA, per ricevere indicazioni su come diventare grande. Sia Ellis che Alton, però, dovranno trovare in se stessi la capacità di definirsi, anche come maschi: diventeranno dunque i modelli degli adulti che li circondano, rubando dalle madri la capacità di sopravvivere e ai padri la volontà di proteggere.
Paola Casella

Nichols, nativo dell'Arkansas, si confronta con l'immagine maschile tradizionale e il suo spaesamento nell'epoca moderna anche in termini di revisione dei miti cinematografici americani. Di qui la sua scelta di attori come Matthew McConaughey, Joel Edgerton e i già citati Shannon e Shepard, che oltre ad avere una fisicità particolarmente virile sembrano uscire da un'altra epoca, da un immaginario alle radici dell'epopea statunitense: non a caso il regista ha spesso diùichiarato di considerare suo modello lo scrittore Mark Twain.


In foto una scena del film Mud.
In foto una scena del film Take Shelter.
In foto una scena del film Shotgun Stories.

Ed è proprio in Loving che questo confronto con il mito (anche cinematografico) americano si fa più evidente: Richard Loving è la quintessenza dello yankee tutto d'un pezzo, animato da sani principi e rispettoso delle tradizioni. Proprio in nome di quei sani principi Richard sposerà la sua compagna Mildred a dispetto della differenza di colore, e difenderà ostinatamente, talvolta anche ottusamente, la sua scelta, mettendo in crisi il sistema di "valori" della società che lo circonda. Nell'America della palizzata bianca (quella di Tom Sawyer, appunto) in cui il biondo (dei campi di grano, dei capelli di Richard Loving) è il colore dominante, i neri sono però le macchie scure da ignorare o rimuovere, non certo con cui "contaminare" la propria vita in maniera permanente.

Con Loving Nichols affronta, di petto e da par suo, le basi dell'ethos americano e le difficoltà che l'evoluzione di quell'ethos comporta, facendo passare la sua storia attraverso una figura femminile determinata e inarrestabile, come lo è sempre il cambiamento evolutivo, e una maschile impreparata al combattimento, ma decisa a non mollare, pur di "proteggere" sua moglie.
Paola Casella

È questa cocciutaggine virile nel voler costruire un rifugio per sé e per la propria famiglia e nel voler fabbricare un'identità solida sulle ceneri della propria fragilità ad animare tutti i personaggi maschili raccontati dal regista americano: una sfida coraggiosa, anche artisticamente, come ancor più coraggiosa è la determinazione di Nichols a raccontare figure femminili capaci di guidare (e tenere testa) agli uomini, anche sbagliando, senza affibbiare loro inutili etichette.


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