Gli squali sono tra le più efficienti macchine di morte esistenti in natura e come tali sono un efficace generatore di tensione, di cui il cinema ha fatto negli anni largo uso. 47 metri è l'ultimo tentativo in ordine di tempo di rinvigorire un filone ormai scivolato nella parodia.

Johannes Roberts dirige la vicenda di due sorelle che, durante un viaggio in Messico, si dedicano all'immersione in gabbia, per poter vedere gli squali da vicino nel loro ambiente naturale. Ma il cavo che sostiene la gabbia si spezza e così le due precipitano sul fondale, a 47 metri di profondità e circondate dai predatori.

Preferiva invece più classicamente una sola ferocissima creatura Paradise Beach: Dentro l'incubo di Jaume Collet-Serra dove, in una splendida baia tropicale, la mozzafiato Blake Lively se la vedeva contro uno squalo bianco armata solo della propria astuzia e determinazione.

Gli squali sono stati ovviamente soggetti di innumerevoli documentari ed è in uno di questi, L'uomo di Aran di Robert Flaherty del 1937, che sono protagonisti della loro prima grande sequenza nella storia del cinema. Gli squali sono poi una metafora di come il destino rende effimere le umane vittorie in "Il vecchio e il mare di Hemingway", adattato al cinema già nel 1958 da John Sturges.

Il film che ne fonda però il mito moderno è sicuramente Lo squalo di Steven Spielberg del 1975, che ha avuto diversi seguiti uno più brutto dell'altro.

Meglio evitarli e rivedersi piuttosto Abissi di Peter Yates del 1977, dove la barca degli avventurieri viene attaccata dai predatori marini e in cui ritroviamo Robert Shaw, ossia il Quint di Lo squalo. Nel 1999 si tenta la carta del monito sugli esperimenti scientifici, con gli squali mutanti e super intelligenti di Blu profondo di Renny Harlin, ma non si può definire un successo. Mentre va sicuramente meglio agli squali animati, da quelli che cercano di cambiare le proprie abitudini alimentari in Alla ricerca di Nemo del 2003, agli squali gangster di Shark Tale dell'anno successivo.

Inizia poi nel 2002 con Megalodon il filone trash per il mercato video e la Tv dedicato ai predatori, qui in versione gigante come saranno anche in Megashark vs. Giant Octopus del 2009. Quest'ultimo, che avrà tre sequel, è firmato Asylum, lo studio che ha dato al mondo il fenomeno di Sharknado, iniziato nel 2013, prossimo al quinto capitolo e capace alimentare il proprio mito anche con documentari (Sharknado: Feeding Frenzy) e mockumentary (Sharknado: Heart of Sharkness).

Altro caso di successo a fronte di un piccolo budget, è stato Open Water di Chris Kentis del 2003, ispirato da una storia vera e dove una coppia che pratica immersioni sportive si ritrova abbandonata in acque infestate dagli squali.

Più classico e molto meno fortunato l'australiano è invece The Reef del 2010, dove un grande squalo bianco dà la caccia a un gruppo di amici la cui barca si è capovolta nei pressi della barriera corallina. Va infine citato lo squalo di Batman: The Movie del 1966, vistosamente di gomma, che il supereroe scaccerà con un improbabilissimo Bat Spray antisqualo. Una scena di culto che infatti è stata omaggiata anche nel recente The LEGO Batman Movie.