Nella solare cornice della Casa del cinema di Roma nel parco di Villa Borghese, dove era ospite dell'Irish Film Festa di Roma, il regista irlandese Jim Sheridan, tre volte nominato agli Oscar e autore tra gli altri di Il mio piede sinistro e Nel nome del padre, ha presentato il suo ultimo film Il segreto, al cinema dal 6 aprile.

Sullo sfondo di un periodo di forti tensioni e conflitti, Il segreto è il il racconto struggente di un amore vero e profondo che ha continuato a vivere nonostante tutto e tutti.

Questo è il suo ritorno in Irlanda dopo una lunga parentesi americana.
Sì ho amato poter tornare in Irlanda per questo film, è qualcosa che ho fin dentro le ossa, è il cinema irlandese lo conosco così bene che mi sento rilassato e felice di lavorare lì.

Il segreto racconta le memoria di una donna anziana in una clinica psichiatrica, ossia un narratore che ci è subito presentato come inattendibile. Anche se poi parte della sua storia trova conferma, si rimane con il dubbio che la sua versione dei fatti abbia forse rimosso alcuni elementi traumatici e che in realtà le cose siano andate in modo diverso, forse ancora più terribile. Dunque la verità nel film sembra rimanere avvolta in una certa ambiguità.
Credo anch'io che la verità potrebbe essere ancora peggiore del racconto di Rose, infatti ho scelto di cambiare o non adattare alcune pagine del libro, perché avevo paura che fossero troppo pesanti e violente, in particolare per quel che riguarda il figlio di Rose. Credo che nel film la figura di Rose e il suo racconto rimangano immersi in una luce ambigua.

Il film racconta anche la storia di un irlandese che si arruola, per combattere contro il nazismo nella Seconda Guerra Mondiale, e poi dai suoi connazionali viene trattato e perseguito alla stregua un traditore che si è schierato dalla parte degli inglesi. Quanto di questa parte del racconto è basata su una verità storica?
C'è una base reale nella vicenda del ragazzo che si arruola: nei primi anni della guerra, l'I.R.A. faceva fortemente campagna contro gli inglesi. Volevo mostrare che a volte anche gli irlandesi hanno commesso degli errori, volevo dare un ritratto equo delle cose e mostrare anche quel momento buio della nostra Storia. All'inizio della guerra c'erano molti irlandesi che gioivano all'idea che i tedeschi potessero per sconfiggere gli inglesi.

Il segreto è un film totalmente irlandese, a parte però per il cast dove nessuno dei personaggi principali è di nazionalità irlandese: Vanessa Redgrave e Theo James sono inglesi, Rooney Mara è statunitense ed Eric Bana è australiano. Come si è arrivati a questa scelta e ci sono state difficoltà, per esempio in rapporto al difficile accento irlandese?
Per trovare i fondi oggi è necessario avere delle star legate a un progetto. Ho chiesto ad alcuni attori irlandesi ma non hanno accettato, forse perché la parte non era abbastanza grande visto che si tratta principalmente di un "woman's movie". A quel punto dovevo trovare degli attori che volessero fare parte del film, non è stata insomma una scelta intenzionale che non fossero irlandesi, ma credo se la siano cavata tutti molto bene con l'accento.

Ha avuto l'occasione di lavorare con Vanessa Redgrave, una delle più grandi attrici viventi.
È stato grandioso, è un'attrice incredibile, la sua fama leggendaria è assolutamente meritata.

Sono passati circa cinque anni tra il suo lungometraggio precedente, Dream House, e Il segreto. Cos'è successo in questo periodo?
Ho per lo più cercato di trovare i soldi per realizzare alcuni progetti cinematografici, è diventato più difficile oggigiorno riuscire a realizzare un film.

Infatti anche Il segreto ha avuto una storia produttiva non facile, tanto che inizialmente doveva dirigerlo Thaddeus O'Sullivan ma poi quel progetto si è arenato.
La sua versione era legata a Jessica Chastain, ma quando poi lei non ha più potuto partecipare le cose si sono fermate e ho deciso di farlo io.

Come ha conosciuto il libro di Sebastian Barry?
Prima ho letto la sceneggiatura di Johnny Ferguson e siccome mi è piaciuta ho poi letto anche il libro, e l'ho amato. È stato lì che ho deciso di voler fare il film.

Quali sono i suoi prossimi progetti cinematografici?
Sto lavorando a un film sul disastro aereo di Lockerbie, e in particolare sul libico Abd el-Basset Ali al-Megrahi che fu condannato per l'attentato, quindi si tratta un progetto internazionale. Sto anche cercando di realizzare un film invece tutto irlandese, sull'evasione del 1983 dei membri dell'I.R.A. dalla prigione nella contea di Antrim, nell'Irlanda del Nord, nota come il Labirinto. Per ora i titoli previsti sono semplicemente Lockerbie e The Escape, ma ancora non posso dire nulla sul cast.

Lei è stato coinvolto anche nel progetto di una serie televisiva che non ha ancora visto la luce: Surf City, ce ne può parlare?
I produttori stanno ancora cercando di realizzarla, racconta della comunità di surfisti di Rockaway Beach, nel Queens a New York, quindi se andasse in porto sarebbe per me un ritorno negli Usa.