tmpsvita
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lunedì 28 agosto 2017
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un profondo, simbolico e metaforico monster movie
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Dal trailer mi aspettavo una commedia con sfondo fantasy e un tono demenziale e un po' stupido, invece ho visto un film molto più significativo, metaforico e profondo di quanto immaginassi.
Tratta vari temi tra cui gli abusi fisici e soprattutto psicologici, l'impatto dell'alcool sulle persone e quello che fa fare ad esse, inoltre il tema principale è il conflitto interiore con i propri demoni o, in questo caso, mostri e riuscire a liberarsene.
Ho apprezzato moltissimo il modo in cui il regista, Nacho Vigalondo, li tratta: lo fa con molta creatività e immaginazione, quell'immaginazione genuina e affascinante che solo i bambini e i geni riescono ad avere, addirittura inquadrando delle piccole orme, lasciate da delle scarpe, sul terreno riesce a farti immaginare a te, spettatore, dei palazzi distrutti, questa è una delle migliori scene, insieme ad altre che il regista cattura con grande abilità e genialità (come dello scontro finale), che ho potuto vedere in questo 2017.
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Dal trailer mi aspettavo una commedia con sfondo fantasy e un tono demenziale e un po' stupido, invece ho visto un film molto più significativo, metaforico e profondo di quanto immaginassi.
Tratta vari temi tra cui gli abusi fisici e soprattutto psicologici, l'impatto dell'alcool sulle persone e quello che fa fare ad esse, inoltre il tema principale è il conflitto interiore con i propri demoni o, in questo caso, mostri e riuscire a liberarsene.
Ho apprezzato moltissimo il modo in cui il regista, Nacho Vigalondo, li tratta: lo fa con molta creatività e immaginazione, quell'immaginazione genuina e affascinante che solo i bambini e i geni riescono ad avere, addirittura inquadrando delle piccole orme, lasciate da delle scarpe, sul terreno riesce a farti immaginare a te, spettatore, dei palazzi distrutti, questa è una delle migliori scene, insieme ad altre che il regista cattura con grande abilità e genialità (come dello scontro finale), che ho potuto vedere in questo 2017.
Splendida, profonda e sentita l'interpretazione di Anne Hathaway che torna al cinema con uno dei migliori ruoli della sua carriera.
Infatti i vari personaggi sono davvero incredibili godono tutti di una caratterizzazione mai banale e subiscono vari sviluppi per lo più imprevedibili e molto originali.
VOTO : 7, 5/10
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carloalberto
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lunedì 1 marzo 2021
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velleità filosofiche new age noiosissime
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Improbabile dramma psicologico individuale che ambisce alla rappresentazione metaforica del dramma dell’umanità di Nacho Vigalondo. Incentrato sul processo di individuazione di una giovane donna, che, scacciata dal fidanzato perché alcolista, come un novello Adamo in versione femminile dal paradiso terrestre, si mette alla ricerca del proprio sé e torna nella piccola cittadina natale per rintracciare nel passato la propria fanciullezza e le meravigliose realtà di quell’epoca felice, è contestualmente anche la narrazione della storia del mondo e della sua evoluzione attraverso due personaggi che assurgono a figure emblematiche della Natura benevola e materna e della Tecnologia distruttiva e maschilista.
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Improbabile dramma psicologico individuale che ambisce alla rappresentazione metaforica del dramma dell’umanità di Nacho Vigalondo. Incentrato sul processo di individuazione di una giovane donna, che, scacciata dal fidanzato perché alcolista, come un novello Adamo in versione femminile dal paradiso terrestre, si mette alla ricerca del proprio sé e torna nella piccola cittadina natale per rintracciare nel passato la propria fanciullezza e le meravigliose realtà di quell’epoca felice, è contestualmente anche la narrazione della storia del mondo e della sua evoluzione attraverso due personaggi che assurgono a figure emblematiche della Natura benevola e materna e della Tecnologia distruttiva e maschilista. Si tratta di un fantasy con velleità filosofiche new age che prende a prestito i mostri della fantascienza orientale alla Godzilla, che non a caso si materializzano nella moderna Seul in forma di un grosso lucertolone o dragonessa antropomorfa eretta su due piedi e di un gigantesco robot, come proiezioni della psiche dei due protagonisti, Anne Hathaway, ed il suo vecchio compagno di scuola, Jason Sudeikis, che allo stesso tempo simboleggiano, rispettivamente, la natura deificata, la grande madre terra, il principio femminile, caratterizzato da bontà ed amore universale, e la violenza distruttiva e capricciosa dell’uomo tecnologizzato, il principio maschile, aggressivo e dominatore. Il tema è interessante ma il risultato è scadente. Il film annoia e non coinvolge nonostante l’ottimo cast. La sceneggiatura ed i dialoghi soprattutto sono del tutto inadeguati rispetto alle intenzioni filosofiche e metaforizzanti dell’autore.
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