Cell

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Un film di Tod Williams. Con John Cusack, Samuel L. Jackson, Isabelle Fuhrman, Stacy Keach, Griffin Freeman.
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Titolo originale Cell. Azione, Ratings: Kids+13, durata 98 min. - USA 2016. - Notorious Pictures uscita mercoledì 13 luglio 2016. - VM 14 - MYMONETRO Cell * 1/2 - - - valutazione media: 1,85 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Dalla penna di King uno zombie movie debole. Valutazione 2 stelle su cinque

di ashtray_bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss
domenica 10 luglio 2016

Cell proviene direttamente da un libro firmato Stephen King del 2006, il re dell'horror per antonomasia, e dunque avrebbe già dovuto avere una base ben solida dalla quale partire per sviluppare una trama cinematografica consistente. Invece il film purtroppo, è rimasto in fase di stallo per molto tempo, e forse anche per questo ne ha risentito il prodotto finale, passando di mano in mano e cambiando continuamente di registi, produttori e cast. La sceneggiatura è pur sempre firmata da King ma il nome del re non è sempre sinonimo di garanzia. La pellicola difatti prende il via soltanto nel 2015 e ovviamente la storia ricalca quella del omonimo romanzo (che personalmente non ho letto), ma nonostante il prodotto originale offra dei solidi spunti narrativi, sullo si schermo si traduce soltanto in un confusionario e fiacco zombie movie con sfumature da thriller psicologico, sorretto da attori poco calati nei propri ruoli ed evidentemente svogliati e stanchi (nonostante il cast sia composto da attori di tutto rispetto, quali l'accopiata Cusack e S.L. Jackson ma anche la notevole ed emergente Isabelle Fuhrman). L'interpretazione sottotono non è comuqnue che uno dei molteplici difetti che Cell racchiude. Gli effetti speciali sono, fortunatamente pochi, ma assolutamente poco convincenti e anche piuttosto scoordinati, certo, in pieno stile di un film a budget ridotto e un punto a favore della pellicola è che non cerca di dimostrare di essere qualcosa che non è. Le scene ed i colpi di scena 'horrifici' (vedi la scena del furgone) restano comunque troppo deboli per incutere qualche nota di paura, provocare qualche sobbalzo o semplicemente per incrementare la suspence negli spettatori. Anche la transizione progressiva tra zombie movie e on-the road film (post)apocalittico non aiuta a far riprendere quota ad un film di per se mal gestito e blando nel trasmettere le emozioni dei principali protagonisti o incrementare l'interesse da parte del pubblico. La storia nonostante l'inizio promettente, adrenalinico, potente e caotico, procede in modo lineare con pochi colpi di scena (intuibili e prevedibili) puntando il tutto sulla svolta psicologica ed introspettiva, lasciando lo spettatore perplesso e confuso quasi come i protagonisti stessi. Si ha cosi una progressiva sensazione di assistere al sogno, o meglio agli incubi ed allucinazioni, del protagonista Clay che pare sprofondare costantemente verso l'abisso della sua psiche soccombendo alle sue paure più recondite che prendono vita prima come fumetti e poi si realizzano materialmente. Gli incubi del resto, sono anche un leit motif quasi onnipresente nelle opere di King e la suddetta pellicola non fa certo eccezione. Clay e il gruppo di persone che si uniscono a lui si ritrovano a dover affrontare gli incubi che Clay a sua insaputa riesce a materializzare portandoli sempre più a fondo della spirale di follia (de)generativa che si innesca tra loro ma che al tempo stesso li accomuna al resto della popolazione malata e controllata dai segnali emessi dai cellulari.
La pellicola inoltre sembra voler lasciare volutamente molti quesiti e domande che si generano 'meteore' e senza alcuna risposta (Es. perchè si genera questo misterioso segnale che si propaga attraverso i cellulari e rende le persone degli zombie aggressivi? Chi controlla l'emissione del segnale e con quale finalità ?) aumentando solo la confusione nello spettotare che a sua volta si chiede: Ciò che sta accadendo è reale o frutto dell'immaginazione/ allucinazioni del protagonista? L'uomo con la felpa rossa che risulta un punto di riferimento riccorente nella trama che ruolo ricopre di preciso? Sicuramente il libro offrirà molti più dettagli e interpretazioni ma il film, in quanto prodotto a sè stante, evita di dare le risposte che ci si aspetta lasciando una continua sensazione di incompletezza.
In definitiva, direi che si tratta di un prodotto mediocre, partito presumibilmente con le migliori intenzioni che si sono purtroppo perse a metà strada e lo sviluppo del film non soddisfa le attese poste sul progetto. Scialbe le interpretazioni dei protagonisti i quali peraltro non riescono a trasmettere alcun sentimento del legame, dell'amicizia, empatia e reciproco rispetto che provano l'uno per l'altro, facendo addirittura risultare il loro rapporto forzato e inverosimile. Buona invece la fotografia, la scenografia e la location nella quale si sposta il gruppo di sopravissuti. La sceneggiatura, come precedentemente detto, presenta notevoli difetti e buchi non sapendo in quale direzione trattare un argomento importante ed attuale dalle notevoli implicazioni morali (i cellulari che si impossessano degli utenti rendendoli degli zombie sia in senso metaforico che letterale). Il finale è volutamente aperto a più interpretazioni ma comunque non è in grado di rettificare il resto della pellicola e lascia lo spettatore piuttosto paesato come per buona parte del film. Insomma una pellicola partita con le migliori intenzioni che inciampa lungo il suo percorso e alla fine lascia l'amaro in bocca. 
Evitabile. 2/5

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antonio montefalcone sabato 23 luglio 2016
buone le intenzioni, ma film debole
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“Cell” è tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Apocalittico on the road e thriller psicologico, cupa metafora sulla dipendenza da cellulare e dalla odierna tecnologia che ci sta facendo diventare come zombi, l’ultima pellicola interpretata da John Cusack e Samuel L. Jackson insieme (i due fecero anche “1408”, altro film tratto da un libro di King) è interessante forse più per questa denuncia della multimedialità di cui siamo diventati schiavi che per l’aspetto formale/stilistico del film; è infatti più incisivo a livello tematico/allegorico che a livello narrativo/visivo. Dopo un efficace inizio, il proseguo dell’opera subisce purtroppo un drastico calo di ritmo e tensione, malgrado punti all’azione più spettacolare e avvincente. [+]

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