Tutto in una notte quel magico incontro in periferia
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Il regista Ivan Silvestrini usa l'ossimoro "cruda delicatezza" per dare l'idea delle sue intenzioni nel riscrivere con Antonio Manca, Antonella Lattanzi e Marco Danieli il soggetto di un film israeliano. Il tempo del film (breve) è lo stesso dell'incontro notturno tra un ragazzo e una ragazza nella Roma della movida periferica alla moda (onnipresente Pigneto). Si conoscono e vanno via insieme: girovagano girando intorno all'invitante prospettiva di un sesso piacevole e senza futuro. Si fa l'alba avendo sviscerato, scoperto - nel senso di esposto, e nel senso di compreso di sé dell'altro e di quanto l'inatteso trovarsi potrebbe promettere - molto più di quanto avessero previsto. Finale a sorpresa. Il filo esile potenzia la sfida drammaturgica. Matilde Gioli, già efficacemente ma ripetitivamente impiegata come ragazza milanese viziata e antipatica, ha modo di esprimersi più compiutamente.
Da La Repubblica, 25 maggio 2017
di Paolo D'Agostini, 25 maggio 2017