topolinik
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giovedì 5 agosto 2021
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un''unica domanda: perché?
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Lo sforzo indiscutibile di mettere su una diversa versione di un poderoso, pluripremiato film si vanifica ben presto, quando sullo schermo compaiono le deludenti, impassibili sagome delle "star" del cinema a stelle e strisce. La Roberts si esibisce in un'unica espressione per tutto il film, la ormai diafana ed irriconoscibile Kidman non appare per nulla convinta di ciò che sta facendo, e il protagonista Ejiofor sembra chiedersi continuamente "ma io che ci faccio qui?".
Purtroppo il confronto è inevitabile e l'esito impietoso si rende palese non appena la trama segue maggiormente l'intreccio poliziesco, anziché le vicende umane dei suoi protagonisti: e a quel punto la freddezza dello sviluppo, le colpevoli manchevolezze della sceneggiatura vengono alla luce.
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Lo sforzo indiscutibile di mettere su una diversa versione di un poderoso, pluripremiato film si vanifica ben presto, quando sullo schermo compaiono le deludenti, impassibili sagome delle "star" del cinema a stelle e strisce. La Roberts si esibisce in un'unica espressione per tutto il film, la ormai diafana ed irriconoscibile Kidman non appare per nulla convinta di ciò che sta facendo, e il protagonista Ejiofor sembra chiedersi continuamente "ma io che ci faccio qui?".
Purtroppo il confronto è inevitabile e l'esito impietoso si rende palese non appena la trama segue maggiormente l'intreccio poliziesco, anziché le vicende umane dei suoi protagonisti: e a quel punto la freddezza dello sviluppo, le colpevoli manchevolezze della sceneggiatura vengono alla luce. Non si può dimenticare che la parola chiave dell'opera di Campanella era "passione", e qui che fine ha fatto la passione? Nulla di simile si coglie negli sguardi scambiati tra Ejiofor e Kidman, facendo rimpiangere di quando gli occhi di Darin e Villamil raccontavano fuoco ad ogni inquadratura. Raramente appare un guizzo vitale in chi ha perso la persona cara, quando nel film originale era dirompente ed elemento di sprono per chi l'indagine era arrivato a chiuderla. Manca la solida, affettuosa amicizia tra i due investigatori, qui è un diverso collega a dare risposte fantasiose alle telefonate in arrivo in ufficio: troppo poco.
E nel momento in cui la telecamera aerea si avvicina allo stadio, facendo pregustare quello che nell'originale era un audace e adrenalinico inseguimento, montato in modo che apparisse come un unico piano sequenza, lo stacco ci riporta alla più umile dimensione di un filmetto che decisamente non ambisce ad emergere e (per fortuna) nemmeno a scimmiottare.
Una ulteriore nota negativa dedico al finale. Senza rivelare alcunché, risulta a dir poco demenziale il contrasto tra la lucida pianificazione della giustizia/vendetta, preparata ed inflitta per anni, e la mite accoglienza delle (sagge) parole di un amico. Ahimé, nell'ansia americana di ostentare un senso di giustizia prossimo al Divino, va anche bene mandare in un attimo alle ortiche la fatica (e la rabbia) di 13 anni, ove il film di Campanella concedeva un crudele, torbido finale ad incoronare l'ennesimo personaggio imperfetto e fallace della sua imperfetta ed amabile galleria.
Se è pur vero che gli americani sono liberi di produrre e distribuire qualsiasi boiata venga loro in mente, è anche vero che i distributori italiani potrebbero (di tanto in tanto) evitare di importare ciò che rasenta il nulla cinematografico ed a cui vorrei poter dare meno stelline.
Se non avete mai visto l'originale film di Campanella, questo potrebbe sembrarvi un mediocre poliziesco. Ma se non avete mai visto l'originale film di Campanella, fatevi un favore e procuratevelo perché quello si, vi riempirà il cuore.
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f.vassia 81
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venerdì 21 maggio 2021
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un remake un po'' spento
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remake dell'omonimo film argentino del 2009, è un thriller poliziesco con un cast di prim'ordine e qualche spunto interessante, ma abbastanza spento a livello formale e con alcuni passaggi non molto credibili. Da segnalare una delicata colonna sonora.
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samanta
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sabato 16 giugno 2018
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la vendetta è un piatto che si mangia freddo.
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Ho visto recentemente il film in TV: è un remake tratto da un film argentino premio Oscar 2010 per il migliore film straniero, a sua volta tratto da un romanzo. Non ho letto il libro, ma ho visto il film argentino alcuni anni fa e il remake in realtà si differenzia notevolmente sia come trama che come ambientazione. La regia e la scenggiatura sono di Bill Ray che vanta un notevole curriculum come sceneggiatore ma scarso come regista dal 2001 a oggi ha diretto3 film (tra cui oltre a questo:L'imputato la storia di Hanssen la più importante spia sovietica in USA), il film malgrado il cast ebbe uno scarso successo commerciale. La trama: 2002 a Los Angeles Ray (Chiwetel Ejrofor attore inglese: 12 anni schiavo)) agente FBI lavora nella task force antiterrorismo presso la procura con l'agente Jess (Julia Roberts) cui lo lega una profonda amicizia e il vice procuratore Claire (Nicole Kidman) di cui si innamora, abbastanza corrisposto.
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Ho visto recentemente il film in TV: è un remake tratto da un film argentino premio Oscar 2010 per il migliore film straniero, a sua volta tratto da un romanzo. Non ho letto il libro, ma ho visto il film argentino alcuni anni fa e il remake in realtà si differenzia notevolmente sia come trama che come ambientazione. La regia e la scenggiatura sono di Bill Ray che vanta un notevole curriculum come sceneggiatore ma scarso come regista dal 2001 a oggi ha diretto3 film (tra cui oltre a questo:L'imputato la storia di Hanssen la più importante spia sovietica in USA), il film malgrado il cast ebbe uno scarso successo commerciale. La trama: 2002 a Los Angeles Ray (Chiwetel Ejrofor attore inglese: 12 anni schiavo)) agente FBI lavora nella task force antiterrorismo presso la procura con l'agente Jess (Julia Roberts) cui lo lega una profonda amicizia e il vice procuratore Claire (Nicole Kidman) di cui si innamora, abbastanza corrisposto. Il gruppo sorveglia una moschea che probabilmente è un covo di terroristi, viene trovato nel garage della moschea il cadavere di Carole figlia di Jess stuprata e uccisa. Le indagini individuano come colpevole Marzin ma vengono cancellate le prove dalla procura perché è un informatore sotto copertura infiltrato nella moschea. Los Angeles 2015 Ray che è ritornato a New York ha lasciato l'FBI e ritorna come agente privato per trovare il colpevole che si era sparito 13 anni prima, ha un senso di colpa perché aveva un appuntamento con la ragazza per comprare una torta per la mamma vicino alla moschea ma l'aveva disdetto per il lavoro, per ritrovare il colpevole Ray ricontatta sia Jess che Nicole ore diventata procuratore. Non dico il finale ma si avrà un colpo di scena notevole. Il film è discreto ma rivela la mancanza di vigore nella regia: innanzittutto i continui flash back che rallentano la tensione e determinano oltre tutto confusione tra il 2002 e il 2015 perché salvo qualche capello grigio di Ray, i personaggi non sono tanto cambiati, salvo Bumpy (Dean Norris) l'amico di Ray agentedella task force poi in pensione, sarebbe stato meglio un racconto continuo prima il 2012 e poi il 2015. Quanto alla storia d'amore tra Ray e Claire è lasciata in sospeso mentre avrebbe dovuto essere approfondita, il che influisce sulla interpretazione della Kindman che è una ottima attrice ma qui non si esprime al meglio. Ritengo questo una colpa della regia che avendo a disposizione una valente attrice non ha saputo utilizzarla. In conclusione un'occasione mancata stante la trama piuttosto interessante, anche se il film merita (una volta) di essere visto.
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elgatoloco
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venerdì 2 settembre 2016
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film di grande spessore, comunque
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Sembra che il romanzo originale e il film trattone, sempre da parte di un regista argentino(rispettivamente Eduardo Sacheri e José Campanella, "La pregunta de sus ojos")fossero molto superiori, ma, in assenza di risconto(non conosco né romanzo né film)devo accontentarmi di questo remake, "Secret in their Eyes"di Billy Ray, che comunque ha il merito, in maniera non certo da"drammone psicologico"(espressione che, sia detto tra parentesi, ma neppure troppo sommessamente, rischia di non significare proprio nulla)un grande tema:quello della giustizia, della morale, in rapporto con l'etica o ciò che si spaccia/si fa passare per tale-segreto e"ragione" di Stato etc--(nell'originale argentino la seconda fase del peronismo, qui invece l'antiterrorismo, nei primi anni Duemila contro Ben Laden e i suoi taliban, ai giorni nostri di mira l'IS, ISIS o Daesh che dir si voglia), con tutte le contraddizioni interne che ne emergono.
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Sembra che il romanzo originale e il film trattone, sempre da parte di un regista argentino(rispettivamente Eduardo Sacheri e José Campanella, "La pregunta de sus ojos")fossero molto superiori, ma, in assenza di risconto(non conosco né romanzo né film)devo accontentarmi di questo remake, "Secret in their Eyes"di Billy Ray, che comunque ha il merito, in maniera non certo da"drammone psicologico"(espressione che, sia detto tra parentesi, ma neppure troppo sommessamente, rischia di non significare proprio nulla)un grande tema:quello della giustizia, della morale, in rapporto con l'etica o ciò che si spaccia/si fa passare per tale-segreto e"ragione" di Stato etc--(nell'originale argentino la seconda fase del peronismo, qui invece l'antiterrorismo, nei primi anni Duemila contro Ben Laden e i suoi taliban, ai giorni nostri di mira l'IS, ISIS o Daesh che dir si voglia), con tutte le contraddizioni interne che ne emergono...La figlia di un'agente della polizia USA è stata uccisa, si sa(pur se non con certezza)chi sia l'assassino, ma alla ricerca non segue un esito positivo... UNa situazione degna di un romanzo di un autore notevole del"noir made in the USA"; Dennis Lehane, che ha trovato anche un'ottima trasposizione filmica in"Mystic River"di Clint Eastwood, un vero capolavoro. Qui, forse, il"capolavoro"è mancato, per la sovrapposizione non sempre totalmente riuscita dei piani temporali(passato e presente), con un uso non sempre adeguato dei flash-back(trovo però apprezzabile lo sforzo di non premere troppo sul"pedale"dei flash-back stessi, non accentuandone troppo il peso, non volendoli rimarcare)ma Billy Ray crea comunque un dramma a tinte giustamente fosche, in cui alcuni(invero non pochi) dei grandi temi(la colpa, la"pena", la vita, la morte)vengono comunque proposti in maniera effiace, di contro allo squallore di film sciocchi e triti/ri-triti...Billy Ray adeguato, mentre le due super-interpreti, Nicole Kidman e Julia Roberts danno vita ad una sorta di ideale"triangolo"con Chiwetel Ejiofor, l'interprete maschile che è il vero investigatore. Tutti in ruoli per loro inconsueti, ma che affrontano con grande efficacia. E poi il"doppio finale", da vedere ed esaminare, direi, con grande attenzione... El Gato
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onufrio
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giovedì 2 giugno 2016
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vendetta e giustizia
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A distanza di 13 anni, un ex agente dell'FBI rispolvera un vecchio caso che vide la morte della figlia della sua cara collega Jess (J.Roberts); all'epoca dei fatti il colpevole non venne carcerato per insufficienza di prove, ma adesso Ray (C.Ejiofor) giura di aver riconosciuto il killer di quella ragazza e dopo oltre un decennio ritorna per fare giustizia. Thriller cupo ed investigativo che affonda nell'animo umano che si trova dinnanzi a situazioni a volte ingestibili, prendendo delle decisioni terribili. Remake dell'omonimo film argentino del 2009 che vinse il premio oscar come miglior film straniero. L'originale è sicuramente migliore di questo in quanto scava ancora più a fondo e appare quasi più crudele e meschino pensando fino a quanto possa spingersi un essere umano per la sete di vendetta (o di giustizia).
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A distanza di 13 anni, un ex agente dell'FBI rispolvera un vecchio caso che vide la morte della figlia della sua cara collega Jess (J.Roberts); all'epoca dei fatti il colpevole non venne carcerato per insufficienza di prove, ma adesso Ray (C.Ejiofor) giura di aver riconosciuto il killer di quella ragazza e dopo oltre un decennio ritorna per fare giustizia. Thriller cupo ed investigativo che affonda nell'animo umano che si trova dinnanzi a situazioni a volte ingestibili, prendendo delle decisioni terribili. Remake dell'omonimo film argentino del 2009 che vinse il premio oscar come miglior film straniero. L'originale è sicuramente migliore di questo in quanto scava ancora più a fondo e appare quasi più crudele e meschino pensando fino a quanto possa spingersi un essere umano per la sete di vendetta (o di giustizia).
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cohle
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sabato 26 marzo 2016
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buon film
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Premetto di non aver visto il film originale.
II film mi è piaciuto, si lascia guardare anche se in alcuni tratti può risultare noioso; ho apprezzato la trama che oltre al dramma vero e proprio, mostra tra le righe anche quello che è il volto dell'America post 2001, intenzionata a combattere il terrorismo a qualsiasi costo (ci è familiare il caso Abu Omar), anche con azioni contrarie alle legge e ai diritti delle persone.
Buone le prove offerte dalla Kidman e dalla Roberts, mentre per il ruolo di attore principale avrei visto meglio uno come Jamie Foxx.
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nerazzurro
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giovedì 24 marzo 2016
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remake poco convincente
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Ero curioso di sapere cosa potesse offrire di piu questo remake del capolavoro argentino,ed ora che sono riuscito a vederlo posso dire che e quasi un brodo allungato. A parte le prove della Roberts e la Kidman e del buon Kelly il film non e paragonabile all'originale. Tutto lo si relizza proprio nel finale quando dopo il colpo di scena si allunga il brodo con una trovata aggiuntiva che rovina tutto. Il film in se non e male, ma e piuttosto poliziesco e poco thriller. Diciamo la veritá: ma se ne sentiva il bisogno?
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liuk!
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martedì 22 marzo 2016
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buon thriller
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Premetto che mi è sfuggito l'originale argentino, quindi non posso fare paragoni.
Il lavoro di Billy Ray scorre bene pur mancando di quel pathos tale da renderlo eccellente. Il colpo di scena finale è l'unico momento clou di tutta la pellicola e, per giunta, è troppo preannunciato.
Buono il cast e nella media la recitazione complessiva. Mi è piaciuta particolarmente la Kidman, meno drammatica e più conturbante del solito.
Si può vedere.
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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l'ossessione che lacera l'uomo
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“Il segreto dei suoi occhi” è un film de 2015 diretto da Billy Ray. Ray è un agente dell’FBI che lavora all’interno del Dipartimento di Giustizia, ed è impegnato nel compimento di un’operazione di intelligence destinata a smantellare una presunta organizzazione terroristica nel territorio statunitense. Ray opera assieme alla sua collega nonché grande amica Jess, la quale ha una figlia di nome Carole. All’interno del Dipartimento inoltre si è insediata da poco tempo Claire, un avvocato che aspira a ricoprire la posizione di procuratore generale, e della quale Ray è fortemente attratto. Un giorno a Ray viene affidato il caso di una ragazza ritrovata senza vita e cosparsa di candeggina all’interno di un cassonetto della spazzatura.
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“Il segreto dei suoi occhi” è un film de 2015 diretto da Billy Ray. Ray è un agente dell’FBI che lavora all’interno del Dipartimento di Giustizia, ed è impegnato nel compimento di un’operazione di intelligence destinata a smantellare una presunta organizzazione terroristica nel territorio statunitense. Ray opera assieme alla sua collega nonché grande amica Jess, la quale ha una figlia di nome Carole. All’interno del Dipartimento inoltre si è insediata da poco tempo Claire, un avvocato che aspira a ricoprire la posizione di procuratore generale, e della quale Ray è fortemente attratto. Un giorno a Ray viene affidato il caso di una ragazza ritrovata senza vita e cosparsa di candeggina all’interno di un cassonetto della spazzatura. La ragazza è stata ritrovata nella zona della moschea dove vengono svolte le indagini dell’FBI relative al gruppo terroristico. Anche Jess si reca sulla scena del crimine assieme a Ray. Quest’ultimo si reca presso il cassonetto ma scopre con sgomento e stupore che la ragazza deceduta è Carole, la figlia di Jess. Ray comunica la tragica notizia a Jess, la quale è disperata e incredula. Da questo momento in poi Ray decide di occuparsi personalmente dell’omicidio cercando di scoprire a qualsiasi costo chi sia stato l’autore di questa atrocità. Riesce ad individuare il possibile responsabile nella figura di un ragazzo di nome Marzin, il quale però è un informatore del presuntuoso agente di polizia Siefert relativamente all’operazione antiterroristica di cui fa parte anche Ray. A causa del compimento di azioni disdicevoli, soprattutto da parte di Siefert, volte ad impedire che venga arrestato il prezioso e utile informatore, Ray non riuscirà ad incastrare Marzin. Ray decide di licenziarsi ma dopo 13 anni ritorna nel Dipartimento di Giustizia per interloquire con Claire, la quale nel frattempo è diventata procuratore generale riuscendo a realizzare il suo sogno. Ray ritiene di aver riconosciuto il volto di Marzin all’interno dello schedario dei soggetti ricercati e chiede a Claire di occuparsi della ricerca del ragazzo in via non ufficiale e senza comunicarlo a nessuno. Claire sembra titubante ma Ray imperterrito comincia una forsennata ricerca nei confronti di Marzin, promettendo a Jess che questa volta riuscirà ad incastrarlo. Analizzando la pellicola innanzitutto si nota come emerga prepotentemente un elemento che accomuna tutti e tre i personaggi principali: l’ossessione. Quest’ultima consiste in un comportamento insistente ed maniacale volto al raggiungimento di un obiettivo. L’ossessione rischia di sfociare nel delirio e nel fanatismo, comportando un netto distacco dalla realtà circostante oltre ad un accantonamento dei legami famigliari, affettivi e sentimentali. Ray è ossessionato dalla ricerca del presunto killer di Carole, Jesse dal perseguimento della giustizia anche a costo di ricorrere a quella “personale” alimentando la sua insaziabile sete di vendetta derivante dall’atroce dolore e dalla disperazione, e Claire dal raggiungimento delle sue ambizioni professionali. L’ossessione può esser anche sinonimo di egoismo e di follia che accecano l’uomo impedendo a quest’ultimo di sviluppare ed approfondire i rapporti interpersonali che vengono invece denigrati in favore del raggiungimento dei propri scopi personali, i quali assumono una rilevanza primaria e fondamentale. Ma l’ossessione al contrario può anche costituire un mezzo per esternare la tenacia e la perseveranza dell’uomo il quale, se sospinto da nobili valori e da forti motivazioni, è capace di sovrastare qualsiasi ostacolo o difficoltà che si presenti durante il proprio cammino. In questo senso Ray riesce a racchiudere entrambe le sfaccettature positive e negative legate all’ossessione. Anche la ricerca della verità rappresenta una volontà e un intento comune ai tre personaggi principali. Ad essa è contrapposto l’obiettivo di celarla, occultarla e manipolarla al fine di perseguire interessi e obiettivi considerati di primaria importanza che prevalgono sulla ricerca della giustizia e sulla salvaguardia di vite umane innocenti. Inevitabilmente viene alimentato un sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni, le quali dovrebbero garantire il rispetto delle regole ma in realtà dimostrano tristemente di essere le prime a violarle attraverso il compimento di condotte illecite, immorali e malvage. Ray, Jesse e Claire costituiscono un piccolo barlume di speranza all’interno di una società in cui prevale il cinismo più becero e disumano. L’essere umano ormai appare disinteressato e distaccato di fronte a tragedie o avvenimenti drammatici che dovrebbero scuotere le coscienze e gli animi. Si crea inconsciamente una sorta di apatia a causa dell’inquietante e preoccupante senso di abitudine che si genera di fronte all’incessante susseguirsi di atrocità e di violenze che purtroppo costituiscono la normalità. Paradossalmente l’eccezione è rappresentata da coloro che sono ancora capaci di provare un sentimento di sdegno, di rigetto e di ribellione nei confronti delle ingiustizie che si verificano ininterrottamente. A mio avviso sono due le critiche che possono essere sollevate nei confronti della pellicola. Innanzitutto la prima parte del film è eccessivamente scialba, piatta e priva di emozioni. Probabilmente era una scelta voluta dal regista ma quando si affronta un genere drammatico misto al thriller è importante riuscire a coinvolgere immediatamente lo spettatore all’interno della vicenda narrata, senza creare un eccessivo distacco iniziale causato da una sceneggiatura a tratti superficiale che sembra più attinente ad un film sentimentale. Inoltre non viene approfondito adeguatamente il forte legame di amicizia tra Ray e Jesse, ponendo eccessivamente l’attenzione sul rapporto tra Ray e Claire, rischiando in alcune circostanze di esulare dalla narrazione principale e concentrandosi sulla potenziale nascita di una storia d’amore che risulta stucchevole, inadatta e inopportuna rispetto al contesto drammatico delineato all’interno della storia. La seconda parte del film invece è caratterizzata da numerosi colpi di scena e da sequenze intrise di tensione e di suspence che riescono efficacemente ad intrattenere lo spettatore per tutta la durata della pellicola. L’utilizzo dei flashback e i continui sbalzi temporali non incidono sulla linearità della narrazione, rendendola invece ancora più avvincente ed emozionante. I personaggi vengono caratterizzati efficacemente attraverso un’analisi psicologica molto ben approfondita. Un bel film che affronta tematiche importanti attraverso il racconto di una storia inquietante, cinica e crudele che lascia poco spazio alla speranza per un futuro più roseo e sereno. Ottime le interpretazioni di Chiwetel Ejiofor e di Julia Roberts. Nicole Kidman invece è apparsa poco espressiva e eccessivamente imperturbabile nell’impersonare un soggetto che sembra essere fuori luogo e inadeguato rispetto al contesto generale.
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elpiezo
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lunedì 23 novembre 2015
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appena sufficiente!!!!
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Quasi un remake dell'originale di matrice Argentina, Il Segreto Dei Suoi Occhi è un poliziesco oscuro e malinconico atto a scavare nell'animo umano sferzato da un dramma insuperabile. Un efferato omicidio, un'indagine mai conclusa, ossessioni e diffidenza al centro di una vicenda in balia di un giustificato desiderio di vendetta e di un comprensibile desiderio di seppellire ogni cosa.
Un copione indubbiamente valido mal supportato però da una sceneggiatura lacunosa e frammentata che non risparmia allo spettatore parti noiose e forvianti. La presenza di due mostri del grande schermo come la kidman e la Roberts agevolano in parte la riuscita del film che non riesce comunque a sollevarsi oltre il misero livello di una risicata sufficienza.
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