L'uomo che vide l'infinito

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Un film di Matt Brown. Con Dev Patel, Jeremy Irons, Devika Bhise, Toby Jones, Stephen Fry.
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Titolo originale The Man Who Knew Infinity. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 108 min. - USA 2015. - Eagle Pictures uscita giovedì 9 giugno 2016. MYMONETRO L'uomo che vide l'infinito * * 1/2 - - valutazione media: 2,91 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
luigi chierico giovedì 23 giugno 2016
per chi l’ama : sublime Valutazione 5 stelle su cinque
96%
No
4%

seconda parte: Sebbene in questo film non abbia molto rilievo e spazio l’amore tra un uomo ed una donna, tuttavia i fatti inducono lo spettatore alla tristezza e commozione. Un film a mio avviso impeccabile. Un’ottima sceneggiatura accompagnata da una bella melodiosa colonna musicale quale si vorrebbe ascoltare in ogni film in cui il dialogo è essenziale come ad esempio nel momento in cui il prof. G.H.Harty afferma:”Ci servono le dimostrazioni, noi siamo semplici esploratori dell’infinito alla ricerca della perfezione assoluta” o :”La scienza più elevata scaturisce dalle più umili origini.” E quante volte le leggi naturali vengono scoperte quasi casualmente come per la gravitazione universale dimostrata da Isaac Newton. [+]

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ninoraffa martedì 27 giugno 2017
la mistica delle partizioni Valutazione 3 stelle su cinque
89%
No
11%

 Antico dilemma se la matematica sia scoperta o invenzione; se i teoremi siano costruzioni dell’intelligenza, oppure cose che stanno già lì fuori in attesa che qualcuno, magari dotato di vista più acuta, le veda. Srinivasa Ramanujan era di questo secondo avviso e quando si pretendevano da lui le dimostrazioni formali dei suoi geniali risultati, manifestava lo stesso stupore che ognuno di noi proverebbe se gli chiedessero la dimostrazione del mare o di un tramonto.
L’uomo che vide l’infinito, tratto dall’omonimo libro di R. Kanigel (1991) cavalca il fortunato filone della biografie di scienziati, più o meno romanzate, di cui forse The imitation game (2014) è il migliore esempio recente. [+]

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vanessa zarastro domenica 12 giugno 2016
il genio e la spiritulaità Valutazione 3 stelle su cinque
92%
No
8%

L’uomo che vide l’infinito”, tratto da una storia vera, è un filmetto convenzionale che però si vede volentieri se non altro per il fascino di Jeremy Irons con l’eleganza dei suoi vestiti e la bella fotografia di un’attenta ambientazione. La solita comunità di Cambridge conservatrice e anche piuttosto razzista, viene messa in discussione dal Prof. Godfrey Harold Hardy (l’impeccabile Jeremy Irons) del Trinity College di Cambridge che, nonostante la sua ritrosia umana si infervora per le scoperte matematiche di un giovano indiano. La storia si svolge all’inizio del secolo Srinivasa Ramanujan (Dev Patel), un indiano povero di Madras, ha un dono naturale: riesce a intuire formule matematiche molto complesse come, ad esempio, quelle dei numeri primi). [+]

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flyanto martedì 14 giugno 2016
due individui con la passione per la matematica Valutazione 3 stelle su cinque
85%
No
15%

"L'Uomo che Vide l'Infinito" è la storia del matematico indiano Ramanujan che fu scoperto dal matematico inglese Hardy il quale riconobbe in lui una mente prodigiosa e fuori dal comune per le intuizioni matematiche che il primo ebbe, nonostante la sua mancanza di istruzione. La vicenda è ambientata poco prima della Prima Guerra Mondiale, e precisamente nel 1912 quando l'India era ancora un possedimento inglese, e nel suo corso si assiste al riconoscimento da parte, appunto, del matematico Hardy, delle doti di questo genio proveniente dalla città indiana di Madras a tal punto da volerlo trasferito dall'India in Inghilterra, presso l'Università di Cambridge, sfidando ed opponendosi all'opinione contraria ed un poco classista (nonchè razzista) degli altri eminenti studiosi. [+]

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luigi chierico giovedì 23 giugno 2016
per chi l’ama : sublime Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

prima parte on ci si innamora soltanto di una donna o di un uomo,ci si innamora anche dell’arte,e fare del Cinema come Jereny Irons è Arte, ci si innamora del bel canto e della pittura, ci si innamora delle scienze, dei numeri, ci si innamora della Matematica,sì proprio della Matematica da tanti così tanto odiata. La matematica è Arte nelle menti di pochi che conoscono il linguaggio dell’universo,che possono vedere l’infinito come il giovane indiano Ramanujan, qui ottimamente interpretato da Dev Patel. Attraverso questo molto interessante film che racconta la storia di Ramanujan e dell’illustre professore inglese G.H.Hardy,insegnante e studioso nel famoso Trinity College di Cambridge, ci si può comprendere come la matematica costituisca il legame profondo tra due menti vissute in una angosciosa follia data dalla ricerca di altre scoperte. [+]

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andreaguadagni domenica 19 giugno 2016
quanto può essere impegnativo un dono Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Il dono di intuire la matematica, nuove regole, proprietà, teoremi. Un dono immenso, ma che letteralmente costa la vita. E il film rende benissimo, lungo tutto il suo percorso, questa tensione. Sono anche ben rappresentati gli ambienti indiani e inglesi. Ma la cosa che più colpisce e che più si ricorda è il dramma interiore di Ramanujan che desidera pubblicare le sue scoperte. Far sì che non siano dimenticate, ma rese note a tutti i matematici. Drammatica la "lotta" fra lui e Hardy che impone a Ramanujan di passare da intuizioni a dimostrazioni. Con estrema fatica e per R. perdita di tempo. Il film rapprenta benissimo questo cozzo fra due mentalità e due culture. Stupendo!

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gianleo67 venerdì 20 luglio 2018
"la più grande scoperta di hardy? e' stato ramanujan" Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

La passione quasi mistica per la matematica, portano un poverissimo ed umile bramino tamil di Madrassa ad intrattenere una corrispondenza epistolare con insigni cattedratici del Trinity College di Cambridge. Solo uno di questi però sembra prenderlo sul serio, facendolo giungere in Inghilterra grazie ad una borsa di studio, incoraggiandolo nel suo percorso universitario e contrastando il diffuso ostracismo dei colleghi che si oppongono all'ammissione del genio indiano in seno al corpo docenti, non ostante i suoi indiscutibili meriti scientifici.
Condensato di una vaga epica egualiataria d'inizio secolo, agiografia melodrammatica di un genio sfortunato e misticismo cabalistico a buon mercato, questo biopic simil bolllywoodiano è in realtà l'esemplare più che convenzionale di un sottogenere molto in voga nel cinema anglosassone del terzo millennio, fatto di geni tuttologi tetraplegici, esperti di criptologia dalle sospette inclinazioni sessuali e schizofrenici paranoidi redenti sulla via della medaglia Fields o della regia accademia degli ex dinamitardi svedesi. [+]

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sellerone lunedì 23 luglio 2018
il calore dei numeri Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Tocca corde dei sentimenti. Si entra in un mondo ostico come quello dei numeri, per raccontare il rapporto fra due uomini soli, uno per scelta, l'altro a causa degli eventi. Un film che racconta di menti eccezionali impegnate in operazioni matematiche che sono alla base del moderno calcolo. Il suo merito è che riesce per sommi capi a far entrare lo spettatore nelle stanze e nei luoghi dove la matematica del passato si alimentava, dove gli scienziati che ora le moderne generazioni cercano di emulare, senza mezzi e con la solo forza delle loro intuizioni ci hanno permesso di evolvere in maniera inimmaginabile per le epoche passate. Concludo dicendo che mai numeri sono stati più caldi, anche se concepiti nelle fredde stanze di una delle più prestigiose università inglesi, numeri che hanno cancellato il colore della pelle e le discriminazioni in un epoca in cui queste erano ben radicate anche nelle menti più elevate, che sono però costate enormi sacrifici umani a chi ha lottato per lasciarli in eredità alle nuove generazioni.

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maurizio meres venerdì 10 giugno 2016
discreto film,poteva rendere di più Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Film che si divide in due parti,la prima l'approccio con il mondo occidentale,siamo in India sottomessa da un colonialismo inglese,autoritario,arrogante come solito nelle sue usanze e soprattutto nella sua mentalità,come se tutto il mondo girasse intorno a loro,qui un giovane povero si riscopre in un genio matematico,senza metodo senza una istruzione adeguata,trova in un professore accademico un alleato,va in Inghilterra e trova un ostilità perversa,rifiutato da tutti,umiliato,solo con se stesso. Il regista per circa tre quarti della durata del film si atrofizza sui modi di integrazione che in quel periodo erano un tabù ,non riesce secondo il mio punto di vista nel dare al film e allo spettatore la concentrazione giusta,si perde nei meandri matematici incomprensibili,e inspiegabili sulla natura del giovane indiano senza soffermarsi sul come sia stato possibile. [+]

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gabriella giovedì 27 ottobre 2016
il genio incontenibile Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Cinebiografia di un talento grezzo, un giovane indiano (Srinivasa Aiyangar Ramanujan) , nativo di Erode, ma trasferitosi in seguito a Madras, che per tutta la sua breve vita ha dovuto combattere con la miseria e il cattivo stato di salute cui era soggetto. Appassionato di matematica , sviluppa un metodo di studio insolito e intuitivo, ottenendo risultati sorprendenti, in maniera completamente autonoma, riesce a calcolare la costante di Eulero e lo studio dei numeri di Bernoulli. Nel 1912, decide di scrivere al matematico inglese Godfrey Harold Hardy, docente di Cambridge, sottoponendo alla sua attenzione i frutti del suo lavoro. Hardy intuisce la genialità del giovane e lo porta al Trinity College iniziando così una proficua collaborazione non esente però da problemi e divergenze. [+]

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