The Hateful Eight |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir.
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Titolo originale The Hateful Eight.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 167 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
The Hateful Eight
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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BUGIARDI, BASTARDI E ASSASSINI: IL TEATRO SPLATTERdi ROBERT EROICAFeedback: 9266 | altri commenti e recensioni di ROBERT EROICA |
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domenica 7 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di un adolescente. Che vorrebbe riscrivere la Storia attraverso duelli verbali, rivincite razziali e compiaciute esplosioni di violenza. “The Hateful Eight”, ottava opera di Quentin Tarantino (ma c’è anche l’episodio di “Four Rooms” a dover essere inserito nel conteggio) è tutto qui. 167 minuti in cui un gruppo di passeggeri di una diligenza diretta nel villaggio di Red Rock fa tappa forzata, causa una tempesta di neve, nella locanda di una certa Millie (che pero’ non si trova). Tra di loro c’è anche una pericolosa fuorilegge, Daisy Domergue che sta per essere accompagnata alla forca da un cacciatore di taglie (Kurt Russel) detto “il Boia”. Ma i personaggi non sono quello che sembrano e ad un certo punto, nel west, si sa, occorre giocare a carte scoperte. Come il “colored” maggiore Warren (Samuel L. Jackson), al tempo in causa contro i sudisti nella guerra di Secessione, ora mezzo ricercato e mezzo tagliagole, che non si pone scrupoli nel dichiarare il proprio odio per l’uomo bianco. Se nella prima parte la sceneggiatura regge con un inizio che contempla ancora gli spazi aperti e innevati e un proseguio che pur scontando una certa teatralità mantiene una buona suspense, il film deflagra in maniera paurosa quando per alzare la tensione si ricorre alla solita ridda di teste esplose, stomaci dilaniati, arti mozzati. Con il consueto sadismo che connota le rivendicazioni di un regista che rimarrà un eterno immaturo, pronto a scambiare i gangli complessi e ambigui della storia come una barzelletta di cui si può rovesciare il senso o come un cartoon che risolve tutto schiacciando un masso sulla testa del Willy Coyote di turno. La violenza ormai non è più abrasiva (ma lo è forse mai stata in Tarantino ?) e oltrepassa il ridicolo. Trenta anni fa, in questo senso un regista come il Sam Raimi de “La casa” era molto più avanzato di lui. E comunque, anche quando sembra “tenere”, “The Hateful Eight” a noi ha ricordato un vecchio western di Lucio Fulci (idolo di Quentin) del 1975, “I Quattro dell’Apocalisse” dagli strani tempi dilatati, sadico ed efferato il giusto, ma senza derive verso l’humor macabro. Con Tarantino si torna sempre a quel genere dell’italico cinema: la maschera di sangue di Jennifer Jason Leight (l’unica presenza davvero straordinaria) è roba da Ruggero Deodato e Umberto Lenzi, altro che citazioni da Sam Peckinpah o Michael Cimino. E infine Morricone: gli toccherà fare come Paul Newman ne “Il colore dei soldi”: vincere l’Oscar per la sua performance meno memorabile. VOTO: 4 Robert Eroica
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