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Si accettano miracoli, Napoli secondo Siani

Una fiaba per bilanciare la visione che viene data della Campania.
di Gabriele Niola

Foto di Claudio Iannone.
Alessandro Siani (48 anni) 17 settembre 1975, Napoli (Italia) - Vergine. Interpreta Fulvio nel film di Alessandro Siani Si accettano miracoli.

mercoledì 31 dicembre 2014 - Incontri

È a Napoli che Alessandro Siani convoca la stampa per presentare il suo nuovo film Si accettano miracoli, in uscita il 1 gennaio nella cifra mostruosa di 650 copie, è il campo da gioco del suo cinema (la città e i comuni della Campania) e lì ne vuole parlare.
Dopo il trionfo dei 14 milioni incassati con Il principe abusivo, Cattleya stavolta ha stanziato 6 milioni di budget per la nuova "fantasy-comedy", come la definisce Siani stesso, alzando il tiro in ogni comparto ("Non è un film difficile da fare questo", dice il produttore Riccardo Tozzi, "è difficile farlo al livello a cui l'abbiamo fatto").

L'obiettivo primario di Siani è sempre il medesimo:
La mia idea era valorizzare attraverso un film dei posti che sono delle vere e proprie perle. Come Scala sulla costiera amalfitana e Sant'agata de' Goti, due luoghi straordinari che ci hanno dato una grande mano.

L'idea del comico, sceneggiatore e regista è sempre di mettere nello sfondo luoghi reali e trattarli con il massimo rispetto, raccontare una storia ma contemporaneamente veicolare un'idea del posto in cui è ambientata e delle persone che lo abitano...
Ho girato qualche scena anche a Napoli, al centro direzionale, la Napoli che sembra un po' Manhattan. Volevo far vedere un altro lato di questa città. Per il prossimo film sto pensando invece di lavorare sul centro storico ma bisogna fare una grande attenzione perchè già in Il principe abusivo c'era qualche scena nei quartieri popolari e non bisogna mostrare panni stesi o stereotipi simili, bisogna sempre rimanere sul favolistico. Io sono per far vedere una Napoli da valorizzare, quella dell'orto botanico, del Cristo velato o del bosco di Capodimonte. Insomma volevo far vedere una Napoli diversa, andare dall'altro lato rispetto agli altri film e alle altre fiction, la Napoli dei mille colori e non quella in bianco e nero che non mi piace. Napoli è una città viva che pulsa e mi piace farne vedere un aspetto diverso dagli altri.

Proprio perchè Napoli è un territorio conteso, un luogo di continua negoziazione di senso tra chi ne mette in luce un lato e chi vuole promuoverne un altro, Siani sceglie di usare le favole...
Trovo che la fiaba comica sia l'unica risposta alle tante volte in cui Napoli è ritratta come una città in difficoltà, un luogo solo criminale. Per bilanciare questo (perchè la criminalità e i problemi ci sono ma come in tutto il paese) faccio film in cui le persone che con la bontà risollevano le sorti di un paesino.

Ma non solo la favola, la strada scelta da Siani è leggermente diversa:
Già con Il principe abusivo avevo fatto una favola, questo film invece è una favolissima. Di fatto con queste opere ho inaugurato un nuovo genere, cioè il fantasy-comedy, in cui il fantasy nasce dal surreale e la commedia dalla realtà. Ad esempio volevo usare i costumi per entrare in una storia senza tempo, li abbiamo cercati molto a lungo. Era necessario fare una grande attenzione a tutto e la costumista, la stessa di Benvenuti al sud e Il principe abusivo, ha dato davvero il massimo.

Alla fine in Si accettano miracoli un miracolo viene compiuto, in un certo modo, anche se non è quello che ci si aspetta. Sorprendentemente non si tratta della parte di fantasia, quanto quella di realismo:
Volevo un miracolo tra sacro e profano, in cui il pubblico potesse decidere quale sia la strada giusta e volevo raggiungere quest'equilibrio attraverso i volti degli attori. Ad esempio il personaggio di Fabio De Luigi è cambiato piano piano anche grazie a Papa Francesco che ha modificato il modo in cui vediamo certe cose. È un prete che ha molti dubbi e diverse idee non convenzionali ma che comunque possiede una certa fermezza, tutta concentrata nella fede. Spesso i sacerdoti parlano dei problemi della famiglia ma non hanno mogli o suocere, come i politici parlano del lavoro ma non hanno problemi di lavoro, mentre il pubblico vuole sentirsi dire le cose da qualcuno che abbia credibilità e fiducia nei rapporti umani. Ecco allora la credibilità di un prete che dice che bisogna avere fede in Dio.

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