Il successo di Noi e la Giulia, opera terza di Edoardo Leo regista (e anche interprete) dopo l'esordio 18 anni dopo (2010) e Buongiorno papà (2013), offre qualche ulteriore spunto di riflessione sulla neo-commedia italiana. Quella i cui destini sono dal 2006 (anno d'uscita in sala di Notte prima degli esami) in mano al Brizz Pack, l'ensemble di creativi di cui fanno parte, oltre al "capo" Fausto Brizzi, Luca Lucini, Massimiliano Bruno e, forse soprattutto, Luca Miniero e Paolo Genovese.

Edoardo Leo non può essere considerato del tutto autonomo rispetto al Brizz Pack (Buongiorno papà, per dire, l'ha scritto Bruno e con Genovese ha sceneggiato Ti ricordi di me? di Rolando Ravello) ma pare avere altre ambizioni. È un maschio alfa nel panorama del cinema italiano popolare, vuole smarcarsi dalla comicità di grana grossa verso la quale la neo-commedia spesso indulge (si pensi a Un boss in salotto di Miniero, che non è reso migliore dal trionfo al botteghino) punta a modelli alti come Dino Risi (direi riferimento piuttosto evidente di Diciotto anni dopo). Inoltre ha catalizzato, anche come attore, forze nuove; ad esempio la Ascent Film, casa di produzione di Matteo Rovere e Andrea Paris che ha realizzato Smetto quando voglio, lo stesso regista Sydney Sibilia, gli sceneggiatori Marco Bonini (che del primo film era anche coprotagonista), Valerio Attanasio, Andrea Garello. E Claudio Amendola. Non solo come interprete di Noi e la Giulia ma come regista di La mossa del pinguino, da Leo cosceneggiato e prodotto dai fratelli De Angelis (per chi ha una certa età, indimenticabili musicisti noti come Oliver Onions) uno dei quali, Guido, già produsse Diciotto anni dopo.

Così tanti indizi fanno una prova? Ancora presto per dirlo e non basta una certa propensione al tema sociale (lavoro, criminalità) per far pensare a un cinema meno "immaturo". D'altrocanto anche Giulio Manfredonia, che in questo scenario è un po' un outsider, con La nostra terra ha affrontato argomenti simili a quelli di Noi e la Giulia. Certo, punti di partenza e sviluppo di Smetto quando voglio, La mossa del pinguino e appunto l'ultimo film coincidono. Alcuni uomini diversamente giovani e diversamente sfigati, senza lavoro o dal lavoro precarissimo, intraprendono attività imprenditoriale rischiosa e/o avventurosa (produzione allucinogeno, squadra di curling, apertura agriturismo...), affrontano le magagne del sistema Italia (magna magna, burocrazia, malaffare...) e intanto sviluppano spirito di corpo e affetti. Una figura femminile, anche se declinata in modo differente nelle rispettive sceneggiature, lotta per portare equilibrio e risolutezza nella vita del singolo (lo stesso Leo in Smetto quando voglio e La mossa del pinguino) o del gruppo, come fa Anna Foglietta in Noi e la Giulia. Non mancano espedienti della neo-commedia anche abusati, come la voce fuori campo, ma sono tenuti sotto controllo. Più difficile pare invece smarcarsi da stereotipi e connotazioni regionali(stiche), abbondanti nell'ultimo film dove si parla romanesco, toscano, napoletano e torinese. Ci vengono però risparmiate le macchiette stile Benvenuti al sud, al Nord et similia. Se il percorso di Edoardo Leo porterà davvero a qualcosa di nuovo è forse ancora presto per dirlo, ma intanto, con Noi e la Giulia, prendiamoci una boccata d'aria fresca.