Mia madre |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini (I), Stefano Abbati.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Italia, Francia, Germania 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 aprile 2015.
MYMONETRO
Mia madre
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Voglio vedere l’attore accanto al personaggio...di ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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domenica 19 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Voglio vedere il personaggio e anche l’attore accanto al personaggio… Margherita, la regista alter ego di Moretti nel film, lo chiede testardamente agli attori del film che sta girando. Margherita lavora al suo film con quella che indoviniamo consueta professionalità e razionale (e prepotente) volontà di controllo, ma anche con enorme difficoltà psicologica, perché all’ospedale sua madre sta lentamente ma inesorabilmente morendo. Che diavolo significa l’attore accanto al personaggio? Se lo chiedono gli attori, senza osare confessare che non ne capiscono nulla, e alla fine se lo chiede anche lei, in un momento di smarrimento più forte degli altri. Straniamento brechtiano, che permette di guardare ‘ragionevolmente’, senza immedesimazione disperata o lacrimosa, eventi dolorosi quale quello della morte di una madre amata? Anche, ma non solo. In questo film bello, non retorico, e profondamente ‘vero’, non c’è un unico protagonista, o piuttosto è protagonista una certa visione del sé, di cui qui si fa un bilancio sofferto, ma per nulla negativo. Da una parte ‘recitiamo la vita’, ci costruiamo più o meno consapevolmente un personaggio, portiamo avanti la nostra buona battaglia, come direbbero i cattolici, rappresentiamo al meglio la nostra parte (è in questo c’è una dignità irrinunciabile), dall’altra dobbiamo saperci accettare quando qualcosa di duro e doloroso ci mette a nudo nella nostra natura di attori che sanno di esserlo e allora entra in gioco puramente e semplicemente l’anima, cioè tutta l’emotività, l’empatia, l’accettazione dei fuori programma della vita che sono ugualmente irrinunciabili, e al diavolo la parte, la razionalità ecc. ecc. Margherita che lavora fino all’ultimo e il fratello Giovanni che abbandona tutto per seguire affettuosamente la madre morente non sono altro che le due facce di un modo ‘giusto’ di essere persone e nessuno dei due, comunque, è murato artificialmente in un’unica dimensione. Detto così, potrebbe essere un noioso film a tesi, ma non lo è. Tutti gli attori sono bravi nel rappresentare credibilmente ‘attore’ e ‘personaggio’ (bravissima Giulia Lazzarini nel ruolo della madre) ed è ottimo ed equilibratissimo il montaggio della storia, che incrocia magistralmente tempi, personaggi ed emozioni diverse : ogni scena, ogni flash back termina esattamente nel momento giusto in cui potrebbe irrigidirsi in uno stereotipo. Da vedere.
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