oscar77
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martedì 8 settembre 2015
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deludente
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deludente è l'unica parola adatta a questa pellicola.ovviamente non è così sotto tutti gli aspetti.la recitazione è buona e Hardy, anche se "strano", mi ha convinto nella parte di Max.bellissime alcune sequenze, come quella in mezzo ai tornado e comunque gli inseguimenti sono mozzafiato però...
partiamo dalla trama, piuttosto oscura e , come oramai è tristemente di abitudine, dà troppe cose per scontate senza spiegarle.in questo film si fatica davvero a capire la storia.inoltre i flashback sono chiari solo a chi ha visto il primissimo della serie Interceptor, quindi per chiunque altro è buio totale.il resto della trama resta comunque ostico, confusionario e molto slegato, inoltre presenta dei madornali errori di sceneggiatura.
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deludente è l'unica parola adatta a questa pellicola.ovviamente non è così sotto tutti gli aspetti.la recitazione è buona e Hardy, anche se "strano", mi ha convinto nella parte di Max.bellissime alcune sequenze, come quella in mezzo ai tornado e comunque gli inseguimenti sono mozzafiato però...
partiamo dalla trama, piuttosto oscura e , come oramai è tristemente di abitudine, dà troppe cose per scontate senza spiegarle.in questo film si fatica davvero a capire la storia.inoltre i flashback sono chiari solo a chi ha visto il primissimo della serie Interceptor, quindi per chiunque altro è buio totale.il resto della trama resta comunque ostico, confusionario e molto slegato, inoltre presenta dei madornali errori di sceneggiatura. ad esempio Furiosa (Theron) chiede a Max il suo nome e lui non risponde, quando poi si ritrovano con le vecchie madri della protagonista, una delle anziane esclama "ora che Max è con noi ,siamo al sicuro" o qualcosa di simile, ma Max il nome non l'ha detto, confermando poi la cosa alla fine del film ,dove rivela il nome.questo è solo un esempio.
passiamo al design, in alcuni punti, ricalca la vecchia serie, in altri è in contrasto con l'ambiente stesso, come ad esempio una mega cassaforte stile banca, lucidissima, all'interno della caverna/covo del cattivone di turno, meccanismi vari che sembrano "troppo perfetti" alcune auto veramente troppo belle e lucide, insomma, siamo lontani anni luce dalle città (più credibili) fatte di rottami, emblema della vecchia serie.parere personale, ma il chitarrista sul blindato dei cattivi è irritante.
per concludere,alla fine il film è composto principalmente da due lunghissimi inseguimenti (uno all'andata e uno al ritorno) s-collegati da sequenze prive di senso e, cosa veramente sconcertante, in realtà la protagonista è Furiosa, perché in sostanza Max è quasi un elemento marginale.
no, decisamente non ci siamo, dal momento che Miller è l'autore della vecchia serie, c'era decisamente da aspettarsi di più.
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alenefertiti
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lunedì 21 settembre 2015
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una corsa tutto fumo e niente arrosto
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Uno dei film e sequel peggiori degli ultimi tempi! Mai annoiata tanto in un cinema, tutto il film consiste in una corsa forsennata che a metà film fa retrofront per continuare nello stesso modo. Una vera delusione per chi come me ha amato Mad Max. La trama banale un'escamotage per poter usare effetti speciali e ingaggiare una corsa forsennata tra mezzi pesanti. Per non parlare del protagonista che sfoggia in tutto il film una sola espressione e ha solo due battute in tutto il film. L'unica nota positiva di tutto il film le belle fanciulle rinchiuse nella cisterna
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dave69
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sabato 20 giugno 2015
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che energia, il 70enne george miller !
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Esattamente a 30 anni di distanza dal terzo capitolo della saga ("Mad Max - Oltre la sfera del tuono", 1985), l'australiano George Miller torna dietro a macchina da presa per dirigire questo anomalo "seguito" e lo fa con un entusiasmo, una vitalità ed un'energia davvero insospettabili per un regista della sua età (70 anni). Intendiamoci, non si tratta di un capolavoro (come non lo erano nemmeno i film precedenti), ma la carica che trasmette la sua opera - stracolma di azione, inseguimenti, personaggi assurdi e grotteschi, eppure a tratti anche intensi - è indiscutibile ed è decisamente superiore a quella della stragrande maggioranza degli action-movie in circolazione.
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Esattamente a 30 anni di distanza dal terzo capitolo della saga ("Mad Max - Oltre la sfera del tuono", 1985), l'australiano George Miller torna dietro a macchina da presa per dirigire questo anomalo "seguito" e lo fa con un entusiasmo, una vitalità ed un'energia davvero insospettabili per un regista della sua età (70 anni). Intendiamoci, non si tratta di un capolavoro (come non lo erano nemmeno i film precedenti), ma la carica che trasmette la sua opera - stracolma di azione, inseguimenti, personaggi assurdi e grotteschi, eppure a tratti anche intensi - è indiscutibile ed è decisamente superiore a quella della stragrande maggioranza degli action-movie in circolazione. Da ricordare in modo particolare l'interpretazione di Charlize Theron, vera protagonista del film, che ruba la scena a Tom Hardy, comunque bravo nel rendere contratto e problematico il proprio personaggio. Pellicola da guastare tutta d'un fiato, meglio se al cinema! ^_^
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luca1968
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martedì 5 luglio 2016
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storia orribile, regia eccezionale
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Quando ero un ragazzino, alla scoperta del cinema, impazzivo per i primi due Mad Max, anzi Interceptor (il terzo era una porcheria). Quando è uscito questo nuovo capitolo, la storia non mi interessava più e ho evitato di vederlo al cinema (ormai non vado più almeno una volta alla settimana, come un tempo): avevo ragione al 50%. La sceneggiatura è persino peggiore dei film originali e Tom Hardy (che normalmente mi piace tantissimo) è la bruttissima copia di Mad Mel (Gibson). Da un lato una interpretazione fiacca e ben poco convinta, dall'altro un personaggio completamente diverso da quello dei primi film. Impacciato e praticamente inetto, alla fine è praticamente solo una spalla per Charlize Theron, vera protagonista, che ruba la scena a tutti.
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Quando ero un ragazzino, alla scoperta del cinema, impazzivo per i primi due Mad Max, anzi Interceptor (il terzo era una porcheria). Quando è uscito questo nuovo capitolo, la storia non mi interessava più e ho evitato di vederlo al cinema (ormai non vado più almeno una volta alla settimana, come un tempo): avevo ragione al 50%. La sceneggiatura è persino peggiore dei film originali e Tom Hardy (che normalmente mi piace tantissimo) è la bruttissima copia di Mad Mel (Gibson). Da un lato una interpretazione fiacca e ben poco convinta, dall'altro un personaggio completamente diverso da quello dei primi film. Impacciato e praticamente inetto, alla fine è praticamente solo una spalla per Charlize Theron, vera protagonista, che ruba la scena a tutti. Dall'altra parte, la regia è impressionante, soprattutto se si considera che George Miller ha ormai 70 anni: le scene degli inseguimenti (cioè quasi tutto il film) sono incredibilmente spettacolari e la fotografia è da urlo. Insomma: voto del cervello 1, voto degli occhi 5, media 3.
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jaylee
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domenica 17 maggio 2015
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il futuro è una follia chiamata speranza
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Inutile stare a chiedersi se i remake o i reboot (come si usa dire adesso) non siano altro che scorciatoie di marketing o siano semplicemente mortificanti per la creatività. Il cinema non è forse più ricco per avere sia il Batman di Nolan che quello di Burton?
Allora, e vi domanderete, a quale categoria appartiene Mad Max: Fury Road, trilogia cult degli anni 70-80, peraltro diretto dallo stesso regista, ovvero George Miller 36 anni dopo l’originale?
In effetti, MM:FR, è a tutti gli effetti un reboot, anche se, per i fan della serie, sembra più riprendere le fila del secondo della serie originale: Il protagonista che svelerà il suo nome praticamente dopo 1h30 l’inizio del film, è un solitario avventuriero in un mondo post-apocalittico e desertico del quale non sappiamo nulla, se non che ha perso un gruppo di persone evidentemente sotto la sua protezione(familiari? Disperati come lui?) attraverso dei feedback.
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Inutile stare a chiedersi se i remake o i reboot (come si usa dire adesso) non siano altro che scorciatoie di marketing o siano semplicemente mortificanti per la creatività. Il cinema non è forse più ricco per avere sia il Batman di Nolan che quello di Burton?
Allora, e vi domanderete, a quale categoria appartiene Mad Max: Fury Road, trilogia cult degli anni 70-80, peraltro diretto dallo stesso regista, ovvero George Miller 36 anni dopo l’originale?
In effetti, MM:FR, è a tutti gli effetti un reboot, anche se, per i fan della serie, sembra più riprendere le fila del secondo della serie originale: Il protagonista che svelerà il suo nome praticamente dopo 1h30 l’inizio del film, è un solitario avventuriero in un mondo post-apocalittico e desertico del quale non sappiamo nulla, se non che ha perso un gruppo di persone evidentemente sotto la sua protezione(familiari? Disperati come lui?) attraverso dei feedback. Viene Catturato da una delle gang della Cittadella, governato da Immortal Joe che possiede gli unici due beni che contano (il carburante e l’acqua), in una società distopica dove gli uomini sono mera forza lavoro o guerrieri, le donne riproduttrici o produttrici di latte, i vecchi spazzatura, tranne quelli che comandano (tra cui Immortal Joe). Se vi ricorda vagamente la nostra avanzata civiltà, probabilmente il regista è riuscito nel suo intento, dove spesso emerge la domanda: chi ha ucciso il Mondo?
Il nostro Max avrebbe un destino molto breve, essendo destinato a divenire una banca mobile del sangue, se non che una serie di corcostanze fortunate,lo porta alla guida di un nuovo gruppo di disperati, composto da donne incinte disperate e l’Imperatrice Furiosa, traditrice di Immortal Joe. È una nuova speranza per Max? Un redentore in un mondo di pazzi?
MM:FR è un film di poche parole e di azione pura come non si vedeva da tempo. Delle due ore di film, il 90% risultano essere inseguimenti di auto (o meglio di veicoli, visto che si tratta di accozzaglie fantasiose di carcasse di auto, camion, cisterne, ecc), con scene peraltro non in computer graphics, ma vecchia scuola stuntmen. Il tutto trasportato nella dimensione che sarà familiare ai fan della vecchia serie, un deserto meraviglioso e terribile a metà tra Dune e Ken il Guerriero, con personaggi cyber/steam punk a volte davvero immaginifici e tocchi molto kitsch (il chitarrista fiammeggiante come un tamburino di guerra, ad esempio). Proprio come il Dune di Herbert, Miller ha (ebbe) il pregio di realizzare un futuro distopico complesso e con una società perfettamente disegnata nel suo essersi ridotto a mera sopravvivenza del più forte ed intorno al più forte.
La novità non sta tanto in Max (comunque buona l’interpretazione di Tom Hardy), ma nell’affiancargli un personaggio femminile tostissimo, l’Imperatrice Furiosa, che di sicuro sarà protagonista in un più che probabile sequel. Pellicola dicevamo distopica nel miglior senso fantascientifico, dove la società di pochi vecchi col potere concede lo stretto ai sudditi per sopravvivere e promette ai giovani nient’altro che una morte gloriosa (vedi sopra se la cosa vi fa fischiare le orecchie).
quindi? MM:FR all’inizio è elettrizzante, poi piacevole, alla fine ripetitivo. Forse 2 ore di inseguimenti e combattimenti, per quanto spettacolari, sono un po’ troppi, soprattutto se si tratta di qualcosa già visto tutto sommato più di 30 anni fa. Una gloriosa e folle Fiammata di azione ed energia, e come tale si spegne. (www.versionekowalski.it)
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[+] tra remake e reboot c'è differenza
(di asdrubale03)
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thief
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lunedì 18 maggio 2015
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ammiratemi !!!
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Ambientato in futuro apocalittico dove le regole ed il credo vengono determinati solo dal proprio spirito di sopravvivenza, gli umani si sono ridotti a vivere ispirati da dei raccapriccianti ma essenziali principi . Dove il capo è colui che possiede l'acqua, Immortan Joe, che regna sulla cittadella col il pugno di ferro inculcando il culto creato da lui stesso per poter controllare i suoi soldati come fossero marionette, pronte a morire per arrivare al valhalla promessogli da Immortan. Il suo regime totalitario piega tutti alla sua volontà. Finché la sua compagna e "Imperatrice", Furiosa, lo tradisce, portando con sé le schiave e concubine. Facendo iniziare una caccia all' uomo che coinvolge anche Max, colui che scappa sia morti che fai vivi.
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Ambientato in futuro apocalittico dove le regole ed il credo vengono determinati solo dal proprio spirito di sopravvivenza, gli umani si sono ridotti a vivere ispirati da dei raccapriccianti ma essenziali principi . Dove il capo è colui che possiede l'acqua, Immortan Joe, che regna sulla cittadella col il pugno di ferro inculcando il culto creato da lui stesso per poter controllare i suoi soldati come fossero marionette, pronte a morire per arrivare al valhalla promessogli da Immortan. Il suo regime totalitario piega tutti alla sua volontà. Finché la sua compagna e "Imperatrice", Furiosa, lo tradisce, portando con sé le schiave e concubine. Facendo iniziare una caccia all' uomo che coinvolge anche Max, colui che scappa sia morti che fai vivi. George Miller rievoca la sua vecchia trilogia degli anni 70 caricandola di esplosioni e pallottole. Portandoci In una società resettata, in cui benzina e cromature assumono sostanza quasi divina: un tema ripreso in Mad Max: Fury Road, con il coraggioso accostamento tra la mistica da kamikaze del terrorismo contemporaneo e un'estetica neo-ariana che inneggia al Valhalla, in una crasi impossibile tra filosofie opposte di un'ideale crociata. George Miller sa come enfatizzarlo. trama semplice e lineare, nulla di eccelso, o per meglio dire nulla di nuovo rispetto a chi conosce già bene la trilogia, ma non ha importanza, il mondo di Max è quello e solo quello ci serviva. solo eccezionalmente moderno: regia, montaggio e sonoro si abbracciano in un ritmo turbinante senza dare sosta allo spettatore. 2 ore di pure immagini in movimento senza mai fermarsi. ecco cos'è Mad Max unica pecca forse qualche effetto grafico poco curato. per il resto è un film praticamente perfetto.
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antix90
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venerdì 22 maggio 2015
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un concentrato di adrenalina infinito
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Mamma mia! si può solo esordire così ad un tale film. Un'esclamazione estremamente positiva. Sin da subito lo spettatore viene catapultato a piena energia all'interno di un'ambientazione particolare e differente dal solito film d'azione. AZIONE...è di questo che si parla! La pellicola presenta 120 minuti pieni zeppi di azione, una flebo di adrenalina continua, che si ferma solo qualche minuto ogni tanto, giusto per non farti scoppiare il cuore. Paesaggi inusuali ed effetti scenici incredibili, come nell'esempio della tempesta. Personaggi particolari, una trama semplice che però attrae subito emotivamente il lettore. Poche parole, tanta pazzia fruttano la totale immersione in un mondo da ricostruire e che colgono il tema fondamentale del film, ovvero la speranza: il filo conduttore di tutta quell'azione e di tutta quell'adrenalina che tiene lo spettatore costantemente incollato allo schermo e alla poltrona con il battito cardiaco accelerato.
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Mamma mia! si può solo esordire così ad un tale film. Un'esclamazione estremamente positiva. Sin da subito lo spettatore viene catapultato a piena energia all'interno di un'ambientazione particolare e differente dal solito film d'azione. AZIONE...è di questo che si parla! La pellicola presenta 120 minuti pieni zeppi di azione, una flebo di adrenalina continua, che si ferma solo qualche minuto ogni tanto, giusto per non farti scoppiare il cuore. Paesaggi inusuali ed effetti scenici incredibili, come nell'esempio della tempesta. Personaggi particolari, una trama semplice che però attrae subito emotivamente il lettore. Poche parole, tanta pazzia fruttano la totale immersione in un mondo da ricostruire e che colgono il tema fondamentale del film, ovvero la speranza: il filo conduttore di tutta quell'azione e di tutta quell'adrenalina che tiene lo spettatore costantemente incollato allo schermo e alla poltrona con il battito cardiaco accelerato.
Interpretazione degli attori molto interessante, rivestiti da personaggi pazzi, ma quanto mai bravi a far trasparire le caratteristiche di ognuno. Particolarmente apprezzato il personaggio recitato ottimamente da Charlize Theron.
Per far scadere nella noia un film d'azione di ben 120 minuti, basterebbe veramente "un niente", ma in Mad max questo non accade. Ovviamente è chiaro, che la categoria di film deve piacere.
Immagini incredibili, veicoli fantasiosi ed incredibili, personaggi incredibili, il tutto sembra uscito da un videogioco.
AMMIRATELO!
Simone Antichi
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catcarlo
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giovedì 4 giugno 2015
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mad max reloaded
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Riprendendo in mano la saga di Max Rockatansky dopo una pausa durata tre decenni, George Miller mette da parte l’idea di cominciare da capo: il suo (anti)eroe è sì tormentato dal passato in brevi, dolorosi lampi di memoria, ma viene coinvolto, suo malgrado, in un’avventura del tutto nuova che può essere goduta anche senza conoscere i capitoli precedenti. Sia stato grazie alla libertà concessa da una simile scelta o sia a causa dell’esperienza accumulata negli anni dal regista, fatto sta che ‘Fury road’ è un film dalle incredibili doti spettacolari che – nel suo genere – sfiora la perfezione spazzando il ricordo dei blockbuster dedicati ai supereroi negli ultimi anni.
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Riprendendo in mano la saga di Max Rockatansky dopo una pausa durata tre decenni, George Miller mette da parte l’idea di cominciare da capo: il suo (anti)eroe è sì tormentato dal passato in brevi, dolorosi lampi di memoria, ma viene coinvolto, suo malgrado, in un’avventura del tutto nuova che può essere goduta anche senza conoscere i capitoli precedenti. Sia stato grazie alla libertà concessa da una simile scelta o sia a causa dell’esperienza accumulata negli anni dal regista, fatto sta che ‘Fury road’ è un film dalle incredibili doti spettacolari che – nel suo genere – sfiora la perfezione spazzando il ricordo dei blockbuster dedicati ai supereroi negli ultimi anni. Anche perché i suddetti filmoni deviano spesso, alternando ai momenti più serrati rallentamenti in cui si sprecano le battute per alleggerire o ci si dilunga in verbose spiegazioni, mentre qui si va dritti al nocciolo: azione pura condita da splendide coreografie – quella dei cascatori a scuola dal Cirque du Soleil se non è vera è ben inventata – e fotografata in maniera impeccabile dal veterano John Seale che la fa brillare di colori squillanti in cui domina il giallo del deserto, ma che raggiunge forse il fascino maggiore nell’eterna penombra virata in blu della palude. Il risultato sono due ore di virtuosismi che impreziosiscono le variazioni su di un unico tema, la cisterna blindata dei buoni assaltata dai millanta mezzi dei cattivi come in una sorta di infinito assalto alla diligenza in ‘Ombre rosse’: quando a un bel momento i primi invertono la rotta, invece che pensare ‘oh no, ancora!’ ci si accomoda fiduciosi e se ne ha ben donde, visto che non c’è un momento di stanca (davvero brillante pure il montaggio di Margaret Sixel, moglie del regista) e la noia è del tutto bandita in uno spettacolo che lascia sovente senza fiato. Non stupisce allora che, prima di una lavorazione dalla genesi peraltro tormentata, sia stata data molta più attenzione alla preparazione dello storyboard, oltre tremila tavole, rispetto a una sceneggiatura in cui le parole sono davvero ridotte leonianamente all’osso: Miller ha scritto quest’ultima assieme a Brendan McCarthy e al fumettista Nick Lathounis che è facile associare almeno tanto alla parte visiva quanto a quella scritta. La quale narra di un mondo arido in cui chi controlla l’acqua ha il potere (istanza ecologista? Boh) e lo esercita con ferocia rendendo il prossimo schiavo e/o in miseria. Da una di queste satrapie sfugge un gruppo di donne a cui ben presto si associa Max, prigioniero impiegato a far la sacca di sangue (prima di tante idee geniali): sulle loro tracce si butta tutto il variopinto esercito del tiranno, le cui truppe si avvicinano, si affiancano, assaltano, ma vengono continuamente respinte. Girato nel deserto della Namibia e nel sud dell’Australia, l’infinito rimpiattino mette in scena morti spettacolari ed esibizioni ginniche, mentre la tonitruante colonna sonora martella impietosa anche grazie alla ‘fanfara’ che accompagna gli inseguitori (quattro enormi tamburi e un chitarrista con strumento sputa fuoco). Insomma, Miller dimostra di avere grandi capacità di sbrigliare l’immaginazione - ecco allora che le deviazioni come ‘Babe’ o ‘Happy feet’ appaiono meno stravaganti – tanto è vero che la libertà più grande che si prende è di affibbiare a Max il ruolo di coprotagonista: al centro della storia c’è infatti chi è al comando del gruppetto delle fuggitive, ovvero l’Imperatrice Furiosa nei cui panni Charlize Theron sa affascinare anche rasata e con un braccio di meno (sarà perché il nerofumo ne esalta gli occhi?). Al suo fianco, Tom Hardy ci mette essenzialmente il fisico, anche per ‘colpa’ di un personaggio che per lunghi tratti più che parlare grugnisce, mentre gli altri attori sono assai poco riconoscibili, da Nicholas Hoult nello smunto aspetto di Nux al veterano della serie Hugh Keays-Byrne dietro alla maschera del repellente Immortan Joe. Il ribaltamento dei ruoli principali pare anticipare quello conclusivo in cui le donne – fra le quali appare per poche scene Megan Gale – vengono chiamate a riappiccicare i cocci di una società quasi azzerata dall’imperio di uomini non proprio in salute e sostanzialmente deficienti: una morale un po’ semplicistica, ma non è a film come questi che si chiedono doti umanistiche. Sono invece necessari intrattenimento e adrenalina che in ‘Fury road’ brillano per qualità e quantità, tanto che lo spettatore, un po’ rintronato all’uscita, finisce per guardare con preoccupazione ai seguiti già annunciati: è noto che partendo dalla cima si può solo scendere.
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eleonorapanzeri
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martedì 28 febbraio 2017
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l'amore per la vita in ogni tempo
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Il trailer di questo film non mi convinceva e ho approcciato alla visione in modo scettico e prevenuto, mai mi sono sbagliata così tanto. Mad Max è una distopia fantascientifica pura che ipotizza un mondo ormai al collasso, arido di sentimenti e di umanità. Un pessimismo quello di Miller che spaventa, sgomenta e angoscia, in un film dove ogni singolo particolare è studiato e curato in maniera maniacale. Una sorta di Apocalypto del futuro, dove il mondo subisce una raccapricciante regressione allo stato bestiale, in cui anni di evoluzione hanno solo portato a devastazione e miseria e la domanda che riecheggia come un mantra è: CHI HA DISTRUTTO IL MONDO?
In un deserto globale il mostruoso Immortal Joe fonda un impero assoluto accaparrandosi il controllo di tutte le risorse, tra cui la più importante, l'acqua, dando vita ad un regno di miseria e terrore.
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Il trailer di questo film non mi convinceva e ho approcciato alla visione in modo scettico e prevenuto, mai mi sono sbagliata così tanto. Mad Max è una distopia fantascientifica pura che ipotizza un mondo ormai al collasso, arido di sentimenti e di umanità. Un pessimismo quello di Miller che spaventa, sgomenta e angoscia, in un film dove ogni singolo particolare è studiato e curato in maniera maniacale. Una sorta di Apocalypto del futuro, dove il mondo subisce una raccapricciante regressione allo stato bestiale, in cui anni di evoluzione hanno solo portato a devastazione e miseria e la domanda che riecheggia come un mantra è: CHI HA DISTRUTTO IL MONDO?
In un deserto globale il mostruoso Immortal Joe fonda un impero assoluto accaparrandosi il controllo di tutte le risorse, tra cui la più importante, l'acqua, dando vita ad un regno di miseria e terrore. Una corte degli orrori quella di Joe, composta da sub umani, malati e invasati. Quello che l'anima cela in Mad Max l'aspetto mostra, senza trucchi o inganni. L'accanimento terapeutico portato all'estremo, destinato chiaramente alla sola elitè ed il resto della popolazione schiava e disperata. Le donne tornano ad essere bestie da macello e da riproduzione, come una mandria di giumente da monta. Sembra impossibile ribellarsi o fuggire, oltre alla cittadella vi è solo morte e sabbia. Una bellissima e combattiva donna, Furiosa, raggiunta una posizione di prestigio ha in mente un piano, salvare le povere e bellissime mogli di Immortal Joe, conducendole in un fantomatico luogo sicuro, il posto verde, la casa delle molte madri. Inizia così una corsa contro il tempo, in un mondo in cui resta ben poco se non quella poca tecnologia fredda e meccanica. Aiuterà Furiosa il sensuale e solitario Max, che porta sulla coscienza i fallimenti del suo lavoro e le anime delle persone che non è riuscito a salvare. Adrenalinico, emozionante, ironico e raccapricciante. Un film studiato nel minimo dettaglio, a partire dai nomi dei personaggi fino alla fotografia ed allo struggente binomio tra osceno e sublime. Impeccabile il cast, i costumi e la colonna sonora. Una trama che non si incarta mai e un epilogo equo e struggente in un mondo dove l'amore può essere solo provato intensamente e non vissuto poiché troppi sono i peccati da scontare.
SOLO FANTASCIENZA?
Può darsi, ma ditemi... secondo voi
chi ha distrutto il mondo o lo sta facendo proprio ora?
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giovedì 26 aprile 2018
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una vera storia d'amore
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Un film molto bello. Non tutto è effetti speciali.... !! Trasversale alla parte più evidente, peraltro splendidamenta contrappuntata da una sceneggiatura mozzafiato, sono dei valori positivi che vengono riproposti molte volte. La commozione vince sul mirabolante. ..La storia di solidarietà tra i vari protagonisti è in buona parte al femminile: la partoriente, la protettrice, la salvatrice dei semi ecc...ma non solo... anche gli uomini sono eroi positivi. I cattivi non hanno volti e sembrano solo marionette. Ma soprattutto l' amore è sempre presente. Nessuno se ne frega degli altri.Tutti sono solidali. Un messaggio positivo e bellissimo e assai raro di questi tempi.Un encomio al regista.
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