catcarlo
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venerdì 29 aprile 2016
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(super-)eroe per caso
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Come molti esordi, non solo sul grande schermo, il primo lungometraggio di Gabriele Mainetti – quarantenne romano con un passato d’interprete in prodotti televisivi – saccheggia a piene mani l’immaginario infantile e adolescenziale del regista, ma la rielaborazione degli spunti che ne derivano è tutto meno che banale tanto da sfociare in un curioso film d’azione che mischia Gomorra e Gotham City mantenendosi in brillante equilibrio anche là dove parrebbe impossibile. Enzo è un delinquente di mezza tacca con una predilezione per il porno: un bagno radioattivo lo dota di superpoteri, ma non lo smuove da una certa misantropia. La scossa arriva dal doversi in qualche modo occupare della bambina non cresciuta Alessia che ha la fissa dei cartoni animati giapponesi e dal contrasto con la banda dello Zingaro che vuole prendere il controllo di Tor Bella Monaca sfidando i rischi di uno scontro con le propaggini della camorra.
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Come molti esordi, non solo sul grande schermo, il primo lungometraggio di Gabriele Mainetti – quarantenne romano con un passato d’interprete in prodotti televisivi – saccheggia a piene mani l’immaginario infantile e adolescenziale del regista, ma la rielaborazione degli spunti che ne derivano è tutto meno che banale tanto da sfociare in un curioso film d’azione che mischia Gomorra e Gotham City mantenendosi in brillante equilibrio anche là dove parrebbe impossibile. Enzo è un delinquente di mezza tacca con una predilezione per il porno: un bagno radioattivo lo dota di superpoteri, ma non lo smuove da una certa misantropia. La scossa arriva dal doversi in qualche modo occupare della bambina non cresciuta Alessia che ha la fissa dei cartoni animati giapponesi e dal contrasto con la banda dello Zingaro che vuole prendere il controllo di Tor Bella Monaca sfidando i rischi di uno scontro con le propaggini della camorra. Eroe quantomai riluttante, Enzo accetta di porsi al centro della scena solo in un finale che lascia un po’ di amaro in bocca apparendo in parte un corpo estraneo in un lavoro che trova altrove i suoi momenti migliori: assai più efficace risulta l’osservazione ravvicinata dei personaggi e del vuoto pneumatico delle loro esistenze in quella sorta di non luogo che è l’anonima periferia romana, dove per sognare non resta altro che un luna-park male in arnese (un tocco di Fellini non stona mai). Peraltro ciò non significa che ci sia un desiderio di fotografare l’esistente, vista l’accentuata caratterizzazione di situazioni e figure in una vicenda percorsa da una violenza morbosamente endemica che si esplicita all’improvviso in scoppi dagli inequivocabili tratti tarantiniani: la sceneggiatura di Nicola Guaglianone procede con bella scioltezza, perdendosi solo quando si deve allontanare da tale tracciato, vedi la conclusione or ora citata, mentre sui dialoghi si poteva fare di meglio. Simili caratteristiche chiariscono che non si tratta di un’avventura di supereroi all’amatriciana, come potrebbero far pensare molte presentazioni, ed è preferibile non portarci i bambini: le scene esplicite non mancano e il (quasi) puro intrattenimento che deriva dalle due ore scarse di visione è comunque riservato a un pubblico adulto. Benché coinvolto, è difficile che lo spettatore riesca a evitare il gioco a rimpiattino con le citazioni, non tanto quelle riferite agli eroi con vari gradi di mascheramento facenti capo a Marvel e dintorni (non pare però un caso che le più evidenti siano per i tormentati alla stregua di Batman e Mad Max), ma grazie a un sistema di riferimenti che strilla ‘anni Ottanta’ a pieni polmoni. Dal decennio che ha visto crescere il regista ecco allora i richiami alla serie di cui al titolo e consimili mischiati a una volgarità da televisione che si incarna soprattutto nello Zingaro, con la sua comparsata a ‘Buona domenica’ e le sue reinterpretazioni ad alto contenuto trash di vecchie hit di pessimo gusto (avevo rimosso Un’Emozione Da Poco e adesso chi se la scorda?). Nei suoi panni, Luca Marinelli dà vita con bravura a un perfido che riecheggia il Joker e funziona proprio andando sopra le righe: l’antitesi, perfino caratteriale, di un protagonista introverso e vagamente stordito del quale Santamaria sa rendere con efficacia gli impacci nel suo nuovo ruolo, oltre che nella vita e nel rapporto con l’immatura Alessia ben interpretata dall’esordiente Ilenia Pastorelli - una che, tanto per chiudere il cerchio, viene dal Grande Fratello. I tre attori hanno vinto un David che pare davvero meritato, sebbene il romanesco biascicato faccia a volte perdere alcune battute, e lo stesso vale per Mainetti, che ha inoltre composto la colonna sonora originale, perché firma un’opera che viaggia fuori dai consueti schemi del cinema nazionale, puntando alle viscere invece che al cervello e riuscendo a vincere la scommessa là dove altri - seppur plurideorati – sono stati più o meno gloriosamente sconfitti.
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iuriv
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giovedì 28 aprile 2016
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spiderman vs joker a roma.
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Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
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Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
I tre caratteri principali beneficiano di una recitazione ottima e di un comparto dialoghi efficiente, guadagnandone in solidità e credibilità.
Il risultato è un film ben girato che, grazie alla consapevolezza dei propri mezzi, non sfigura di fronte ai colossi dal budget stellare. Inoltre, anche se con un ritmo non sempre costante, riesce a riempire benissimo le due ore della visione.
Ma forse non è il capolavoro tanto decantato. Attorno a questa pellicola si è creata un'aura di esaltazione tutta particolare. Ed è giusto andare fieri del lavoro di Mainetti, perché si inserisce in quella new wave utile al cinema nostrano per togliersi dalle secche nelle quali è incagliato da troppo tempo.
Però, a uno sguardo disincantato, appare evidente come la narrazione rimanga imprigionata nelle strettissime maglie che il genere le impone. Questo, in un periodo sovraffollato di super eroi come quello che stiamo vivendo, per me rimane un limite.
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giorgiolaporta
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giovedì 28 aprile 2016
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una speranza per il cinema italiano
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L'ho visto quasi casualmente ed è stata una piacevole sorpresa. Mi spiace che la musica finale che sta sui titoli di coda non sia stata inserita all'interno del film, magari durante la morte della ragazza. Davvero bella canzone. Il film è piacevole, non amo il genere suburra e la violenza delle scene e ogni tanto in sala vedevo gente coprirsi gli occhi. Non so se il romanesco così forte sia comprensibile in tutta italia e mi dispiacerebbe se in alcune sale dovesse andare coi sottotitoli. Non immagino poi cosa avverrebbe con il doppiaggio in altre lingue. Non era il caso di farlo direttamente in italiano? Nel complesso però un buon lavoro, finalmente un bel film made in italy.
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pier delmonte
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giovedì 28 aprile 2016
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complimenti
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Bravo Gabriele Mainetti (regista) movimento macchina e inquadrature e locations inappuntabili, bravo Claudio Santamaria (attore principale) supereroe per caso, abbastanza stralunato ma adorabile, la storia e’ giusta, che un supereroe vada in soccorso di una periferia e’ meraviglioso, diciamo troppo lungo e il finale poteva essere studiato in maniera diversa, ultima mezzora discutibile
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flavia
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mercoledì 27 aprile 2016
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film pessimo, spinto da fanatismo collettivo
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Come si possa dare ad un film pessimo 4 e 5 stelle, con questa esaltazione quasi fanatica di molti commenti qui sinceramente e' un mistero. Film noioso, con il solito degrado urbano del peggio del peggio coatto, recitazione nulla, giusto il cattivo migliore degli altri, per il resto attori sconosciuti che in realta non recitano.
La tanto esaltata Pastorelli non e' che ha recitato, chi se la ricorda sul grande fratello, lei parla ed e' cosi' coatta naturalmente. Santamaria dice 20 parole in tutto il film, inespressivo.
Per il resto film mediocre anche vedendo le facce di chi lo ha visto all'uscita. Hanno provato a riproporlo al cinema dopo i premi ma e' durato una settimana gia' tolto, un film che e' impronibile, fra pochi mesi nessuno se ne ricordera.
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Come si possa dare ad un film pessimo 4 e 5 stelle, con questa esaltazione quasi fanatica di molti commenti qui sinceramente e' un mistero. Film noioso, con il solito degrado urbano del peggio del peggio coatto, recitazione nulla, giusto il cattivo migliore degli altri, per il resto attori sconosciuti che in realta non recitano.
La tanto esaltata Pastorelli non e' che ha recitato, chi se la ricorda sul grande fratello, lei parla ed e' cosi' coatta naturalmente. Santamaria dice 20 parole in tutto il film, inespressivo.
Per il resto film mediocre anche vedendo le facce di chi lo ha visto all'uscita. Hanno provato a riproporlo al cinema dopo i premi ma e' durato una settimana gia' tolto, un film che e' impronibile, fra pochi mesi nessuno se ne ricordera. La mia idea forse ha fatto preso su un pubblico romano, che esalta l'essere coatti e che si rispecchia in persone vuote senza cervello e che la loro ispirazione e' drogarsi, parlare come il monnezza e vedere film porno, altrimenti e' inspiegabile, a meno che non ci sia stata una spinta artificiosa a base di soldi della distribuzione. Dare 2 stelle a questo film e' pure troppo. Perfetti sconosciuti rispetto a questo e' da 12 stelle.
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(di robbyreggy)
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bizantino73
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mercoledì 27 aprile 2016
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un noir? un fantasy?un manga? no un grande film.
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Ma chi è questo Gabriele Mainetti, che mescola con bravura tanti generi diversi, che riesce a farmi ridere, commuovere, inorridire, sorprendere ed a farmi sperare che non finisca mai ,il tutto nello spazio di due ore? Ma chi sono quei tre protagonisti così bravi che non li puoi levare gli occhi di dosso e che riescono a rendermi simpatico lo stretto romanesco adoperato? Mi ricorda i fratelli Coen (Fargo) ma non sono loro; mi ricorda Tarantino ma non è lui.E' più di una sorpresa positiva. E' la consapevolezza che non c'è alcun bisogno di questi mostri sacri (l'ultimo Tarantino fra l'altro era una grande bufala) perchè gli autori (Autori) li abbiamo qui.
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Ma chi è questo Gabriele Mainetti, che mescola con bravura tanti generi diversi, che riesce a farmi ridere, commuovere, inorridire, sorprendere ed a farmi sperare che non finisca mai ,il tutto nello spazio di due ore? Ma chi sono quei tre protagonisti così bravi che non li puoi levare gli occhi di dosso e che riescono a rendermi simpatico lo stretto romanesco adoperato? Mi ricorda i fratelli Coen (Fargo) ma non sono loro; mi ricorda Tarantino ma non è lui.E' più di una sorpresa positiva. E' la consapevolezza che non c'è alcun bisogno di questi mostri sacri (l'ultimo Tarantino fra l'altro era una grande bufala) perchè gli autori (Autori) li abbiamo qui.Un grande film, un magnifico film.Il migliore di questa stagione. Ai commentatori disillusi dico solo: andate a vedere Hardcore o Kungfu Panda 3. Questi si li apprezzerete. Un solo appunto alla commissione di censura. I genitori che hanno portato bambini di 9-10 anni a vedere questo film e che hanno protestato hanno tutte le ragioni. Ingannati dal titolo e dal falso contenuto si sono sorbiti violenze, dialoghi, amplessi in libertà. Ma che fa la commissione di censura:dorme????I commenti in proposito che mi hanno preceduto sono giustissimi.
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francy99
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martedì 26 aprile 2016
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mai farsi influenzare dal pregiudizio!
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Mi rivolgo in particolare a quelli come me che prima di vedere il film si sono fatti un giro fra le recensioni, bhe, vi dico che merita davvero. Ero partito molto scettico quando è uscito (25/02), non lo presi minimamente in considerazione, ma poi, tutte le persone che lo hanno visto lo hanno reputato un ottimo film, così, a due mesi esatti dall'uscita, sono andato a vederlo (ieri). Potete immaginare la mia reazione: sono rimasto sbalordito. Un film davvero ben costruito, non a caso è stato nominato a 16 David di Donatello tra cui 7 sono stati vinti . Complimenti a tutti gli attori! Claudio Santamaria, una performance davvero ottima; Luca Marinelli, un 'villan' davvero esuberante; Ilenia Pastorelli, è il tuo primo film, e lasciatemi dire chesi è fatta davvero una bella pubblicità, ottimo lavoro.
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Mi rivolgo in particolare a quelli come me che prima di vedere il film si sono fatti un giro fra le recensioni, bhe, vi dico che merita davvero. Ero partito molto scettico quando è uscito (25/02), non lo presi minimamente in considerazione, ma poi, tutte le persone che lo hanno visto lo hanno reputato un ottimo film, così, a due mesi esatti dall'uscita, sono andato a vederlo (ieri). Potete immaginare la mia reazione: sono rimasto sbalordito. Un film davvero ben costruito, non a caso è stato nominato a 16 David di Donatello tra cui 7 sono stati vinti . Complimenti a tutti gli attori! Claudio Santamaria, una performance davvero ottima; Luca Marinelli, un 'villan' davvero esuberante; Ilenia Pastorelli, è il tuo primo film, e lasciatemi dire chesi è fatta davvero una bella pubblicità, ottimo lavoro. E i complimenti non possono certo mancare al registra Gabriele Mainetti, che sarà, forse, riconosciuto come colui che ha dato al cinema Italiano una grande svolta!
Voto: 9.
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89abeseag
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martedì 26 aprile 2016
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il film di cui avevamo bisogno...
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"Lo chiamavamo jeeg robot" è il film che ci risolleva, dal punto di vista morale e dal punto di vista "patriottico" (nel senso di ridare vigore al cinema italiano). Una sceneggiatura ottima che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, cercando di dare un quadro completo a tutta la storia (riuscendoci pienamente). Nonostante la storia sia la stereotipata trama supereroistica, anche se quasi prevedibile viene accompagnata da una caratterizzazione innovativa dei personaggi, insieme a momenti di ironia che non sporcano la trama.Tutto ciò coronato da una regia impeccabile che raggiunge l'eccellenza nella scena a casa di Nunzia (solo chi ha visto il film potrà capire). Mainetti fa un ottimo lavoro dietro la cinepresa, catturando momenti pieni di tensione e di emozione, facendoci pensare che non stiamo vedendo un film soltanto supereroistico ma anche thriller e/o drammatico.
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"Lo chiamavamo jeeg robot" è il film che ci risolleva, dal punto di vista morale e dal punto di vista "patriottico" (nel senso di ridare vigore al cinema italiano). Una sceneggiatura ottima che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, cercando di dare un quadro completo a tutta la storia (riuscendoci pienamente). Nonostante la storia sia la stereotipata trama supereroistica, anche se quasi prevedibile viene accompagnata da una caratterizzazione innovativa dei personaggi, insieme a momenti di ironia che non sporcano la trama.Tutto ciò coronato da una regia impeccabile che raggiunge l'eccellenza nella scena a casa di Nunzia (solo chi ha visto il film potrà capire). Mainetti fa un ottimo lavoro dietro la cinepresa, catturando momenti pieni di tensione e di emozione, facendoci pensare che non stiamo vedendo un film soltanto supereroistico ma anche thriller e/o drammatico. Il regista riesce anche a coprire gli effetti visivi a basso costo, con un ottimo montaggio sia fotografico che fonico. Ma il punto forte sono i personaggi. Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) ladro di serie b, asociale e cinico,acquista dei superpoteri e ci pone di fronte ad un problema fondamentale " usare i poteri pensando a se stessi o aiutare il prossimo?". Alessia (Ilenia Pastorelli) da un'ottima performance, interpretando un presonaggio psicologicamente turbato, in seguito ad un trauma infantile. Lo zingaro (Luca Marinelli), però, è il personaggio che spesso e volentieri ha dominato la scena. Un villain eccellente che non si riconosce in altri nemici "(super)cattivi", e che viene caratterizzato dalle sue manie rendendolo affascinante al pubblico. Un altro fattore che da valore a questo film è il messaggio dato alla fine, un mesaaggio che fa riflettere, un messaggio che bisogna capire perché rende questo film più profondo di altri del genere e no. Questo è una pellicola destinata a diventare un cult, lasciandovi soddisfatti e con qualche domanda in testa appena uscirete dal cinema, ma alla fine un film che ci faccia riflettere serve un po' a tutti...
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lorenzo perrucci
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lunedì 25 aprile 2016
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lo chiamavano jeeg robot: fantastico.
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Lo Chiamavano Jeeg Robot è un film del 2015 diretto e prodotto da Gabriele Mainetti (autore anche dei cortometraggi Basette e Tiger Boy) e scritto da Nicola Guaglianone e Menotti. Il film è un omaggio al cartone animato (e manga) giapponese "Jeeg Robot" di Gō Nagai: il riferimento a Jeeg Robot è il fatto che uno dei personaggi del film, crede che il protagonista , Enzo Ceccotti, sia Hiroshi Shiba (l'eroe del cartone animato Jeeg Robot).
Parliamo della trama in generale: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) vive a Tor Bella Monaca (Roma)..è un uomo senza amici, vive in una casa deprimente, misera.
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Lo Chiamavano Jeeg Robot è un film del 2015 diretto e prodotto da Gabriele Mainetti (autore anche dei cortometraggi Basette e Tiger Boy) e scritto da Nicola Guaglianone e Menotti. Il film è un omaggio al cartone animato (e manga) giapponese "Jeeg Robot" di Gō Nagai: il riferimento a Jeeg Robot è il fatto che uno dei personaggi del film, crede che il protagonista , Enzo Ceccotti, sia Hiroshi Shiba (l'eroe del cartone animato Jeeg Robot).
Parliamo della trama in generale: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) vive a Tor Bella Monaca (Roma)..è un uomo senza amici, vive in una casa deprimente, misera..nel frigo ha budini e per terra sono sparsi dvd porno. Quando esce di casa fa furti per poi rivendere ciò che ruba a della gente losca..
Il film infatti comincia con Enzo che viene inseguito da due poliziotti per aver rubato un orologio; la fuga prosegue fino alle rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo, dove Enzo, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti. Dopo una notte passata con la febbre, il mattino dopo si sveglia come nulla fosse..ma pian piano si accorgerà di avere una forza al di sopra di chiunque altro...Successivamente incontrerà Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza ossessionata dall'anime Jeeg Robot che fin dal primo momento crederà che Enzo sia Hiroshi Shiba (l'eroe dell'anime)...Alessia, nel film, avrà un ruolo molto importante in quanto (a parer mio), rappresenterà perfettamente il lato opposto di Enzo..
Parliamo un pò delle "caratteristiche" del film..La FOTOGRAFIA non è niente male: direi un pò più professionale delle solite commediole con inquadrature scontate..qui invece le scene si alternano senza sosta lasciando a bocca aperta lo spettatore che si diverte..
La COLONNA SONORA non è delle migliori..non c'è una melodia che ti resta impressa nella mente..ma tutto svolge un particolare intento: non fa da padrone alle pellicola ma la accompagna, arricchendo ogni sua scena senza essere onnipresente.
Parliamo dei protagonisti:
-Claudio Santamaria nei panni di Enzo Ceccotti è straordinario: parlando esprime ciò che ha dentro il suo personaggio..con il suo modo di esprimersi, il tono e la voce riesci a capire cosa prova dentro il protagonista (Enzo Ceccotti) e la sua solitudine..bravo.
-Luca Marinelli nei panni di Fabio Cannizzaro, detto "Lo Zingaro" si può descrivere con tre parole: pazzo, egocentrico..sublime. Possiamo dire di aver trovato un Joker italiano..ama Loredana Bertè e Anna Oxa ed è fissato con i social network. Quando canta Un'Emozione Da Poco di Anna Oxa mi ha fatto rimanere sbigottito..divertito e mi ha lasciato con un sorriso sulla bocca..tanto surreale e unica è stata la scena..
-Ilenia Pastorelli nei panni di Alessia è fantastica..la sua parte era veramente difficile: doveva interpretare una ragazza affetta da un problema mentale...nonostante tutto la sua interpretazione è perfetta..nulla da dire: sembra quasi sia affetta veramente da qualche problema tanto è brava..
CONSIDERAZIONI GENERALI:
Molti si sono lamentati sulla presenza di certe scene violente..ma io penso dia più realismo al film..lo si rende più vero: per fare un esempio quando cade da un palazzo senti il colpo..ma non il solito colpo ''falso'' dei soliti film sui supereroi..senti un colpo sordo..un colpo in cui senti un corpo che cade a terra veramente..il pubblico si è lamentato anche del sangue presente..ma io sono convinto sempre della stessa cosa: tutto quel sangue con ''uno stile alla Quentin Tarantino'' rende il film più crudo e meno adatto ai bambini ma dà più realismo e valore al tutto..rendendolo unico.
Unica nota negativa è un pò il finale..il ritmo cala leggermente con più finali ma nulla di esasperato..si gusta al massimo, senza annoiare..anzi.
La cosa che mi è piaciuta di più è stato il fatto di accorgermi (appena uscito dalla visione) di essermi affezionato ai personaggi, e ciò mi ha fatto capire come ci avessero lavorato molto sulla storia in modo da renderla avvincente e soprattutto come abbiano lavorato sui personaggi, in modo da renderli ''umani'' e più vicini agli spettatori. Non restano distaccati, ma anzi ad un certo punto cominciamo addirittura ad affezionarci anche al cattivo..perchè sono riusciti a creare delle personalità particolari..dove anche il più cattivo in fondo ha un problema che ti porta ad avere una certa ''compassione''..e non puoi fare altro che affezionarti ad ogni personaggio, indistintamente se sia bravo o cattivo..
Ma una cosa c'è da dire..i personaggi sono stati anche creati bene..ma se gli attori non li interpretavano nel modo giusto senza spessore poteva saltare tutto..invece sono stati bravi nell'immedesimarsi nei ruoli...
Nei titoli di coda ho avuto i brividi nel sentire la sigla di Jeeg Robot cantata da Claudio Santamaria...fantastico.
Che dire..E' un film che ha saputo intrattenermi come pochi..in alcune scene esclamavo: ''Veramente sto vedendo un film italiano''? Non pensavo che si potesse fare un film come questo nel panorama italiano e devo dire solo grazie al regista Gabriele Mainetti, che ha creduto nel suo film, se l'è prodotto da solo ed è riuscito a sfornare un film come questo.
Il film èha avuto 16 candidature ai David Di Donatello, ne ha vinti 7 tra cui: Miglior regista esordiente (si tratta dell’opera prima di Mainetti), Miglior produttore (sempre Mainetti), Miglior attore protagonista (Claudio Santamaria), Miglior attrice protagonista (Ilenia Pastorelli), Miglior attrice non protagonista (Antonia Truppo) e ovviamente Miglior attore non protagonista (Luca Marinelli)..che dire...tutti meritatissimi..
Un film bellissimo..una bella sorpresa..UN CULT.
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fa ir
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lunedì 25 aprile 2016
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superbo
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