L'età d'oro |
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Un film di Emanuela Piovano.
Con Laura Morante, Dil Gabriele Dell'Aiera, Gigio Alberti, Eugenia Costantini, Pietro De Silva.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- Italia 2015.
- Bolero Film
uscita giovedì 7 aprile 2016.
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Un delicato omaggiodi minnieFeedback: 6118 | altri commenti e recensioni di minnie |
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venerdì 8 aprile 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A cosa servono i festival di cinema? A scoprire dei film, lavori preziosi, semi di civiltà che magari avranno poca distribuzione, passeranno raramente in tv perché non fanno parte del pacchetto acquisito una volta per tutte dalle reti che lo replicano all’infinito, e quindi il lavoro degli spettatori dei festival, come il Bif&est, settima edizione, in programma a Bari dal 2 al 9 aprile di quest’anno, è proprio quello di segnalare pellicole di questo genere. Alla cui schiera appartiene “L’età d’oro”, un prezioso film, perfetto in ogni suo istante, dalla regia di Emanuele Piovano alle musiche di Franco Piersanti, al cast in perfetta sintonia, liberamente ispirato alla vita di Annabella Miscuglio, nata a Lecce il 4 novembre 1939 e morta a Roma il 23 febbraio 2003, amica della regista a cui ha chiesto di testimoniare la sua esperienza di fondatrice del Filmstudio, a Roma. E anni dopo, con la collaborazione di Silvana Silvestri, Piovano ha tenuto fede all’impegno, con un film poetico e delicato, che traspone la vicenda di Annabella, nel film Arabella e interpretata da una validissima Laura Morante, nelle vesti di un fantasma, quello della Miscuglio in realtà, alle cui esequie si radunano gli amici che hanno condiviso con lei l’esperienza del cineclub, in un’arena pensata , a Monopoli, in Puglia, vicino al mare. Ecco che lei, ospite della canonica di don Sandro (Pietro De Silva), accanito cinefilo, si vede arrivare il figlio Sid (Dil Gabriele Dell’Aiera), deciso a vendere l’arena, gli amici che hanno diviso con lei gli anni dell’impegno, tra cui i sempre in parte Gigio Alberti e Giulio Scarpati, la giornalista ben delineata da Giselda Volodi, che tornano a celebrare il rito del cinema nell’arena tanto amata da Arabella, a renderle omaggio. Poi ci sono i suoi collaboratori Vera (Eugenia Costantini) e Alberto (Stefano Fresi), nonché la proprietaria del suolo ma che poi lo cede, signora Potì (Elena Cotta). La Miscuglio fu, con Loredana Rotondo, la documentarista che realizzò, fra gli altri, “Processo per stupro” girato nel tribunale di Latina, un film-denuncia che fu decisivo nel cambiamento di una mentalità che considerava tali reati più contro la morale che contro la persona. Lavorò molto anche per la tv, poi con “A.A.A. offresi” in cui denunciava lo sfruttamento delle prostitute, poiché ne smascherava i clienti, subì anche un lungo processo, a cui nel film si accenna soltanto, perché appunto il film è narrativo, non documentario ma tuttavia fa venir voglia di saperne di più su questa regitsa, tanto impegnata quanto misconosciuta. E nel ritratto di Arabella si tratteggia anche un’epoca, quella degli impegnati anni Settanta, di cui è giusto conoscere oggi i protagonisti.
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