Land of Mine - Sotto la sabbia

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Un film di Martin Zandvliet. Con Roland Møller, Mikkel Boe Følsgaard, Laura Bro, Louis Hofmann.
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Titolo originale Under Sandet. Guerra, Ratings: Kids+13, durata 101 min. - Danimarca, Germania 2015. - Notorious Pictures uscita giovedì 24 marzo 2016. MYMONETRO Land of Mine - Sotto la sabbia * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Come le mine sotto la sabbia. Valutazione 4 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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lunedì 11 luglio 2016

Under sandet è un film poetico, delicato ma anche graffiante, incisivo, duro come la realtà che descrive e che impeccabilmente mette in scena il regista danese Zandvliet fotografando una realtà post-bellica cruda, spietata, disumana, dove forse però c'è ancora uno spiraglio di speranza vivo sotto quella sabbia di mine. La storia segue le vicende di un piccolo gruppo di giovanissimi soldati tedeschi, tutti con meno di 18 anni, i quali vengono catturati dall'esercito danese e impiegati per disinnescare le centinaia di mine disseminate dai nemici in una delle tante spiagge della costa danese. I ragazzi sono tutti inesperti, impauriti e disorientati sono prigionieri di guerra i diritti dei quali vengono calpestati e non hanno altra scelta che obbedire. Vengono sottoposti al comandante Rasmussen il quale dapprima si comporta con assoluta spietatezza nei loro confronti. I ragazzi vengono costantemente disumanizzati, non rappresentano dei nomi, delle storie, delle sofferenze. Vengono visti solo in qualità di nemici, di tedeschi che devono pagare per gli errori e gli orrori di una guerra che non hanno scelto e non hanno combattuto provano e pagano con la loro sofferenza le barbarie commesse da altri. Ma ora non hanno scampo. E quella bellissima spiaggia bianca, smette di essere sinonimo di un luogo idilliaco, di spensieratezza e richiamo di vita tramutandosi in un inferno dove  ora dopo ora, giorno dopo giorno, i ragazzi vedono scomparire le loro speranze e aspettative. Molte volte anche la loro stessa vita viene coperta dalla sabbia quando imprudenti o impreparati saltano in aria grazie alle mine che devono recuperare. Sotto la sabbia si nascondono le mine, ma la sabbia è l'elemento chiave che porta all'esaurimento nervoso i ragazzi, la sabbia è colei che inghiottische le loro speranze, i sogni di ciascuno di loro, la loro costanza e pazienza, in definitiva la loro innocenza. In quella missione, su quella maledetta spiaggia i ragazzi si ritrovano a dover affrontare precocemente responsabilitò che non gli spettano e non si meritano pagando salato il prezzo degli orrori di guerra commessi dai loro padri. La loro innocenza svanisce poco a poco, sotto la sabbia, in un clima di violenza, psicologica e fisica, alla quale non sanno come rispondere o come reagire. Stremati dalla fatica, affamati in quanto obbligati a lavorare digiuni, radunati e rinchiusi dentro una cascina la sera, come gli animali in una stalla, per assicurasi che non scappassero.

Ma in questo cima di cupicità e grigiume morale, dove le parti di vittima e carnefice sono ribaltate, è proprio il sergente Rasmussen a fare il primo passo verso la differenza, dimostrando che l'umanità per quanto repressa negli individui non è mai del tutto morta e basta un piccolo gesto, o una parola per risvegliarla e riportarla in superficie. Il sergente si avvicinerà particolarmente ad uno dei ragazzi più grandi, Sebastian, col quale poco a poco si costruisce un rapporto di amicizia e rispetto reciproco. Il sergente si ritroverà cosi ad andare contro il suo stesso sitema e ordinamento militare quando porta da magiare ai ragazzi pochi pezzi di pane e frutta, quando si mette a confortare uno dei ragazzi distrutto dal dolore per la perdita del suo fratello gemello, quando interviene per fermare i maltrattamenti e vessazioni verso i giovani subite per mano dei suoi superiori. Si assiste cosi ad un progrssivo cambiamento nell'atteggiamento del militare il quale riscopre la sua umanità soffocata e repressa riuscendo a ristabilire un contatto umano con quei ragazzi che prima rappresentavano solo il nemico brutale, l'oppressore umiliato, l'invasore vinto. La spiaggia seppur per poco riesce a riecheggiare il suo atavico significato di vita e speranza. Anche la brutale realtà però che devono affrontare questi improvvisati artificieri è sempre in agguato e giorno dopo giorno segna le loro esistenze con la morte dei compagni, le grida di dolore, il sangue versato su quella idilliaca spiaggia bianca. Di quattordici ragazzi iniziali solo quattro sopravvivono alla fine di quel estenuante missione. A loro viene promessa la libertà, il ritorno a casa, ma i superiori di Rasmussen hanno altri piani per loro. Il piano è essere traferiti su un altra spiaggia assime ad un nuovo gruppo di giovanissimi, per proseguire il lavoro di sminamento delle coste. La loro vita non ha alcuna importanza, non importa se muiono di fame, di malattia o esplodendo sulle mine. Continuano ad essere visti come tedeschi, dei quali la vita equivale alle mine che dissepelliscono. Ma il loro ex comandante è determinato a mantenere la parola, e facendoli caricare su un camion li porterà in prossimità del confine tedesco, verso il quale iniziano a correre, ormai come uomini liberi, lasciandosi alle spalle la loro personale guerra. 

Il film è delicato e struggente al tempo stesso, meticolosicamente studiato e sorretto da una regia impeccabile, attenta a far risaltare i mini dettagli delle situazioni e capace di fotografare in maniera lucida e cristallina, senza troppi sentimentalismi o sfronzoli, le dinamiche relazionali che vengono a crearsi all'interno del gruppo di giovani soldati. Adornato da una splendida fotografia naturale Land of Mine cattura tutta la bellezza e la barbarie dell' animo umano in un ambiente post-bellico. La guerra per quel gruppo di giovani, non ancora pronti a diventare uomini, inizia proprio con la loro cattura e l'inizio del loro personale calvario sulla spiaggia minata.  
La bellezza del paesaggio naturale svanisce, brutalizzata dalla realtà che sotto quel angolo di paradiso si nasconde l'inferno di mine, pronto a segnare dolorosamente la fine della vita. I soldati non hanno combattuto in guerra ma sono costretti ad affrontare la morte e conviverci, a sopportare il dolore dei loro compagni che perdono le braccia nel tentativo di estrarre le mine, a convivere con una responsabilità morale indicibile che grava sulle loro spalle. Pochi sono i frammenti di luce e di umanità che emergono da questo spietato e delicato al tempo stesso ritratto storico di un evento molto poco conosciuto al mondo. Di un evento dove per una volta i ruoli di vittima e aguzzino sono scambiati. Eppure l'empatia, la compassione, l'umanità sono piccole azioni e gesti, come una partita di calcio, una chiaccherata sulla spiaggia che poco a poco emergono e ripristinano un flebile senso di fiducia nel prossimo. Molto convincente e matura l'interpretazione dei giovanissimi attori e veramente impeccabile la prova attoriale di R. Moller nelle vesti del sergente.
Un film bellissimo, toccante, emozionante e delicato che senza mai eccedere o scadere riesce a bilanciare e dosare perfettamente il mix di sensazioni e sentimenti contrastanti che emergono, ottenendo un prodotto forte che ricorda come la guerra, qualsiasi sia il contesto in cui ha luogo e la parte lesa, procura solo ferite che non si riemargineranno più. Ma sopratutto procura dolore e divisione laddove le persone hanno bisogno del contatto umano e della solidarietà più di ogni altra cosa. 
Ennesimo capolavoro indipendente del cinema nordico che come sempre non si smentisce e non delude. 4,5/5 Consigliatissimo.

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