Evolution

   
   
   

Favola post-moderna a tinte horror. Valutazione 3 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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sabato 10 settembre 2016

Difficile poter collocare e recensire il secondo lungometraggio della Hadzihalilovic, regista che in passato aveva già fatto parlare di sè, un po' per il suo matrimonio artistico e personale con Gaspar Noe', maitre della provocazione per eccellenza, ma anche a causa delle storie contorte di cui narra nei suoi film. Evolution non è eccezione alla regola dello scalpore e dello stupore tanto cara ai coniugi registi.
Come film non è esattamente facile da assimilare, e arrivati alla fine lascia delle ovvie perplessità sul argomento che ha appena trattato: un evoluzione che riguarda il corpo o in senso più ampio l'evoluzione della specie verso nuovi orizzonti procreativi? Per di più l'intera pellicola rievoca costantemente le atmosfere in bilico tra il sogno e l'incubo, tra il surreale e il reale, tra la fiaba e l'horror incutendo delle buone dosi di inquietudine sin dalle prime inquadrature. La storia in se segue le orme di un gruppo di bambini maschi, attorno ai 10 anni che vivono su un isola non meglio identificata, assieme alle loro madri. Sull' isola non vi è presenza di vita umana all'infuori di giovani madri e dei babini maschi. L'isola appare piuttosto asettica e inospitale, priva di qualsivoglia riferimento alla modernità e l'ambiente pare rimandare ad epoche del passato. In tale contesto esteticamente curatissimo e permeato dai colori del grigio, bianco e seppia seguiamo le attività dei bambini e delle madri le quali si concentrano ad essere spese sulla riva del mare o facendo lunghe nuotate nell'oceano che li circonda. Ma subito ci si accorge che qualcosa di imprecisato distingue i bambini e omologa le madri; tutte dallo stesso aspetto etereo ed inquietante allo stesso tempo, tutte vestite minimalmente con lo stesso abito. Il film, si concentra cosi sulla figura del piccolo Nicholas, bambino curioso e determinato a scoprire cosa succede di notte, quando tutte le madri si radunano per la celebrazione di strani riti che accentuano sempre di più l'alone di mistero che si è costruito attorno al film. I quesiti si moltiplicano mentre assistiamo al fatto che Nicholas viene 'curato' (o forse, in retrospezione bisognerebe dire 'preparato') con una strana medicina, in stile sciroppo dal colore scuro. Successivamente il piccolo verrà accompagnato in un altrettanto austero ed impersonale ospedale dove lui stesso ed altri bambini sono periodicamente sottoposti a strani interventi chirurgici operati da uno staff di sole donne. In questo contesto angosciante ed ansiogeno Nicholas riuscirà a costruire un rapporto di amicizia e solidarietà con una delle infermiere, Stella, la quale si incuriosisce vedendo i suoi disegni raffiguranti cose che non appartengono al loro microcosmo: pattini, ruota del prater, alberi di natale. Man mano che il film procede e va aumentando l'ansia, il mistero, l'inquietudine data anche dal luogo in cui si svolge l'azione nella seconda metà del film (gli ospedali sono da sempre archetipi sinonimi di malessere e tormento) si intuisce che i bambini servono da cavie, al servizio di esperimenti perpetrati da queste misteriosi abitanti femmine, rappresentanti di una razza che proviene dal mare, dall'acqua, proprio lì dove si forma la vita. E sulla vita queste creature concentrano tutte le loro esistenze, e da quello che la regista lascia intuire ed immaginare agli spettatori, i bimbi vengono rapiti e sottoposti ad esperimenti per trovare un modo di mandare avanti la loro stessa specie. Le creature del mare in un tentativo disperato di autoconservarsi fanno riprodurre i bambini, preparandoli a dovere a svolgere questi compiti della gestazione e del parto. Avvolti da un contesto estemporaneo che trascende ogni concetto di morale ed etica, la svolta narrativa sussiste proprio nel rappresentare che l'instaurarsi dell'amicizia e reciproco rispetto è possibile anche tra gli esponenti di due razze diverse. Una evoluta e progredita e l'altra in evoluzione sotto tutti gli aspetti; infatti Nicholas non solo è un umano ma è altresi un bambino in crescita (evoluzione) alle prese con cambiamenti epocali del suo corpo e della sua psiche si vedrà affrontare delle problematiche completamente nuove per il genere maschile. In tal senso la pellicola della Hadzhalilovic si pone come un film di genere ma che contemporaneamente  trascende il genere sollevando questioni riguardo la riproduzione che in un epoca post-moderna come quella del film osano affrontare, seppur in maniera esplicitamente surreale ed irreale. Ovvero tematiche solitamente rilegate al genere femminile, che qui assume nuove sfumature. 
Sorretto da un tempo narrativo estremamente lento e a volte soporifero, Evolution è un film che incanta, incuriosisce, ti trascina dentro questo incubo soffuso e costruendo abilmente suspence e mistero attorno alla storia che si dipana sui nostri schermi riesce nell'intento di catturare lo spettatore, dandogli la possiilità di trasportarsi in un'altra dimensione, parallela alla nostra ma completamente estranea, ed anche di porsi nuove domande e quesiti sulle frontiere che noi stessi siamo disposti ad abattere come società nel nome dell'evoluzione della nostra specie. Il film si propone quindi come una lunga metafora, poetica, onirica e al tempo stesso angosciante e horrorifica sull'essere umano e le problematiche che ci attanagliano sin dalla notte dei tempi: i cambiamenti, individualii e collettivi, l'evoluzione personale e sociale, l'abbandono dell'infanzia e l'ingresso caotico nell'età adolescenziale, una presala del mondo adulto. 
Evolution è dunque un film intimista, particolare, minimale. Non è facile comprenderlo o apprezzarlo dopo una singola visione ma di certo è un film che ti colpisce e ti incuriosisce. Supportato da un ottimo lavoro tecnico, dalla regia passando per la fotografia e la scenografia, queste ultime curatissime nei minimi particolari e supportate da quei colori in bilico tra la luce e l'ombra in perfetta simbiosi con l'atmosfera emanata dalla pellicola stessa. Una favola post-moderna dai toni horror e thriller che risulta un gradevole e inaspettato prodotto da seguire. Molto convincenti le recitazioni dei tre attori principali (la madre, Nicholas e Stella). Un prodotto certamente peculiare, non adatto a tutti i palati e non privo di alcune scene davvero eccessive, ma che nel complesso merita di essere visto e apporta una notevole dose di novità nel scialbo panorama cinematografico odierno. 3/5.

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