Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA, Francia |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Etienne Faure |
Attori | Rebekah Underhill, Luc Bierme, Charlie Himmelstein, Michael Glover, Rita Azar Raquel Nave, Adrian James, Pierre Prieur. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 maggio 2018
Appena arrivato a New York Maurice lavora e vive in un locale di burlesque entrando in contatto, di giorno con stili di vita alternativi e scoprendo lentamente la propria vera natura
CONSIGLIATO NÌ
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Viene dalla Francia Maurice, arriva a New York come dal nulla. Trova alloggio e lavoro presso due ragazze che gestiscono un locale di Burlesque e spettacoli underground nello stesso stabile in cui di giorno vivono. Incerto su tutto, Maurice si divide tra il lavoro di notte e la boxe di giorno, tra Luka (un ragazzo omosessuale molto più dimesso, timido e femminile di lui) e Charlie (bisessuale conosciuto in palestra, estroverso e inquieto). I tre si amano, si accoppiano, si lasciano, vanno a letto con le ragazze che gestiscono il locale, senza nessuna particolare idea fino a quando non ritorna nella vita di Maurice una vecchia conoscenza.
Etienne Faure casca in tutte le trappole di chi vuole essere programmaticamente bizarro e centra il suo obiettivo unicamente quando riprende la stranezza della realtà, l'unica dotata di un potere sovvertitore. Quella di Bizarre è a dire il vero una storia d'amore molto convenzionale, di accettazione della propria natura, di progressiva incrinatura di una barriera interiore e di molle sentimentalismo, calata in un contesto di bizarrie, ovvero quello del locale in cui lavora il protagonista e nel quale il burlesque si alterna a spettacoli di nani e freak. Sono proprio i segmenti di questi spettacoli, usati per contrappuntare gli eventi diurni e ripresi come clandestinamente (tra le teste degli spettatori, dietro gli stipiti delle porte o con uno zoom che fa pensare che la videocamera sia posizionata nel punto più scomodo), quella che Faure vorrebbe individuare come chiave di lettura: un mondo sotterraneo diverso e complementare, che si bea della sua alterità e la esibisce come ritrovata libertà. La libertà che il protagonista non ha, solitario e silenzioso, gay e parco nei suoi sentimenti, vittima sentimentale e, si capisce in un finale sbrigativo e girato molto peggio del resto del film, prigioniero di qualcuno.
Con una voce fuoricampo che è cosciente di essere parte di un film, una chiusa lirica e nichilista e la scelta forse fuori dal tempo di andare a guardare negli scantinati di New York (perchè identificati come l'avanguardia di uno stile di vita diverso quando invece somigliano più alle rovine di un'altra era), Bizarre si agita moltissimo e sbandiera facili metafore appresso ad un gruppo di persone di cui sembra essere il primo a non interessarsi. Oltre a spiarli dal buco della serratura (letteralmente) e ammirare la splendida futilità dei loro disordinati tentativi di vivere, Bizarre non fa. Non riesce ad immaginare una poetica intorno a quello stile di vita da cui è tanto attratto (come faceva Tournée di Amalric) nè lo usa come base per una vera storia, vorrebbe anzi decostruire quel poco che rimane di narrazione in senso classico ma non sa sostituirla con un'idea altrettanto potente.
Anche il breve e fugace discorso sui corpi, accennato nella contrapposizione tra il potente Maurice e il gracilissimo Luka, tra le gaudenti donne della loro casa e il plastico Charlie, appare come un'ombra, una velleità tra le molte.