Titolo originale | Big Father, Small Father and Other Stories |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Vietnam, Francia, Germania, Paesi Bassi |
Regia di | Dang Di Phan |
Attori | Do Thi Hai Yen, Le Cong Hoang, Truong The Vinh . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 aprile 2016
Girato in Vietnam, il film (che sarà presentato in concorso alla Berlinale), affronta il tema dell'accettazione dell'omosessualità.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel Vietnam dei fine anni '90 Vu, uno studente di fotografia, si divide tra amicizie e una donna a cui il padre lo vorrebbe accoppiare. A Saigon frequenta un ragazzo con legami non poco pericolosi con la malavita e le loro disavventure li costringono ad un esilio nei luoghi d'origine, sulla chiatta del padre nel Mekong. Lì la loro vita a due è molto più difficile, si inserisce una ragazza con più prepotenza, una a cui non tutti e due hanno intenzione di resistere.
Ben prima della ripresa economica e di una ventata di modernità si muove Vu, il suo Vietnam, quello cercato dal regista Phan Dang Di, è un luogo in cui città e palude sono realtà quasi complementari, se non si può vivere in una si vivrà nell'altra e non c'è poi molta differenza per dei personaggi che ostentano sicurezza e poco interesse nella propria vita. Nel triangolo d'amore e passione che fonde eterosessualità e omosessualità però città e palude stringono un rapporto più complesso, la prima è il luogo dove tutto può nascere, cambiare, esistere e nutrirsi, la seconda è quello in cui tutto si concretizza oppure muore, luogo di pragmatismo, di matrimoni combinati e di decisioni prese.
Prediligendo le notti ai giorni (le prime sono il momento in cui accade ogni cosa importante, i secondi teatro più che altro di scene divertenti) Phan Dang Di vorrebbe tracciare una linea diretta tra i suoi personaggi e la parte più ancestrale della natura vietnamita. Si innamora della possibilità di farli camminare a piedi nudi, li butta continuamente in acqua e nel climax emotivo del film li accoppia nel fango, con i corpi coperti così metodicamente da sembrare un quadro. Anche il lento nuotare del padre di Vu, con il volto a pelo d'acqua nella notte, intento ad andare a controllare se il figlio sia in intimità con la donna che ha scelto per lui o stia facendo altro, rientra nell'idea di fondere luogo e persone, lo mescola all'ambiente in cui si muove come fosse una forza stessa del luogo.
Vorrebbe insomma essere qualcosa di simile a Rebels of the neon god l'ultimo film di Phan Dang Di ma gli manca la concretezza e la capacità di trasformare le scene di vita quotidiana in grandi paradigmi, la poesia delle immagini e la rarefazione degli ambienti. Se la direzione in cui il film vorrebbe andare e quello che gli premerebbe dire è abbastanza evidente, questo non si traduce in un effettivo raggiungimento degli obiettivi.