flyanto
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mercoledì 30 settembre 2015
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alla ricerca della propria identità sessuale
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Pochi films riescono ad affrontare temi difficili e scomodi, come quello dell'identità sessuale, con profonda sensibilità e delicatezza come si riscontra in "Arianna".
Arianna è la ventenne protagonista che avverte in se stessa che qualcosa non va. Quando si reca con i suoi genitori nella propria casa di campagna al fine di trascorrere un periodo di vacanza, a contatto con l'esuberante e più sveglia cugina sua coetanea e con altri suoi amici, Arianna percepisce ancor più profondamente la sua condizione di disagio e di stranezza. Svariati episodi, come l'ancora non comparso ciclo mestruale e la difficoltà ad avere rapporti sessuali, inducono la giovane a farsi visitare da una ginecologa ed a sottoporsi in seguito ad ulteriori visite al fine di fare chiarezza sui propri disagi fisici.
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Pochi films riescono ad affrontare temi difficili e scomodi, come quello dell'identità sessuale, con profonda sensibilità e delicatezza come si riscontra in "Arianna".
Arianna è la ventenne protagonista che avverte in se stessa che qualcosa non va. Quando si reca con i suoi genitori nella propria casa di campagna al fine di trascorrere un periodo di vacanza, a contatto con l'esuberante e più sveglia cugina sua coetanea e con altri suoi amici, Arianna percepisce ancor più profondamente la sua condizione di disagio e di stranezza. Svariati episodi, come l'ancora non comparso ciclo mestruale e la difficoltà ad avere rapporti sessuali, inducono la giovane a farsi visitare da una ginecologa ed a sottoporsi in seguito ad ulteriori visite al fine di fare chiarezza sui propri disagi fisici. Da queste visite e da esami vari Arianna apprenderà di essere nata maschio ma non completamento formato ed in quanto tale di essere stato poi operato con il sesso cambiato al femminile. Dopo il primo, naturale e profondo sconcerto, nonchè l' ovvia rabbia nei confronti dei genitori da cui non ha mai appreso nulla a riguardo, Arianna riuscirà più serenamente ad accettare la propria condizione di individuo non del tutto, on non ancora, definito sessualmente, cioè di ermafrodito, ma almeno, ben consapevole della propria reale natura, capace di affrontare la propria esistenza con maggiore naturalezza.
Carlo Lavagna, regista per lo più di documentari e spot pubblicitari, con "Arianna" esordisce nei lungometraggi e si può dire che egli abbia fatto pienamente centro, ideando ed affrontando un tema insolito o, per lo meno, poco affrontato, difficile e sicuramente soggetto a pesanti critiche. La storia che presenta della ricerca della propria identità sessuale è una storia, se non comune, comunque non così insolita tra alcuni giovani di oggi, e quello che più si apprezza della pellicola, è la totale naturalezza con cui Lavagna presenta la sua tematica, senza, appunto, falsi moralismi o pregiudizi, ma evidenziando soprattutto il malessere ed il disagio interiore che un individuo in crisi soffre quotidianamente finchè non ne scopre le ragioni.
Da menzionare è la giovane Ondina Quadri nel ruolo della protagonista Arianna che riesce a dare vita in maniera molto efficace e toccante ad un personaggio tormentato e sensibile e profondamente confuso.
Un piccolo film di nicchia da consigliarsi vivamente.
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eclaire du cinema
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mercoledì 23 settembre 2015
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la duplicità di arianna e del suo regista
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Arianna è un film molto dolce e ricco di sensibilità. Il regista Carlo Lavagna affronta la narrazione del tema e la regia con uno sguardo razionale e sensibile, del suo stile si protrebbe fare un paragone con là duplice personalita del suo personaggio Arianna, maschile e femminile al tempo stesso: Arianna, una giovane ragazza di 19 anni, cresciuta nella menzogna da parte dei suoi genitori e che, in ritardo rispetto ai suoi coetanei (con i quali continuamente si confronta), capisce di dover indagare più a fondo la propria sessualità. Non le sono ancora venute le mestruazioni, il seno, piccolo, le è cresciuto grazie a una cura ormonale prescrittale dal ginecologo e, soprattutto, non ha ancora fatto l'amore con un ragazzo.
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Arianna è un film molto dolce e ricco di sensibilità. Il regista Carlo Lavagna affronta la narrazione del tema e la regia con uno sguardo razionale e sensibile, del suo stile si protrebbe fare un paragone con là duplice personalita del suo personaggio Arianna, maschile e femminile al tempo stesso: Arianna, una giovane ragazza di 19 anni, cresciuta nella menzogna da parte dei suoi genitori e che, in ritardo rispetto ai suoi coetanei (con i quali continuamente si confronta), capisce di dover indagare più a fondo la propria sessualità. Non le sono ancora venute le mestruazioni, il seno, piccolo, le è cresciuto grazie a una cura ormonale prescrittale dal ginecologo e, soprattutto, non ha ancora fatto l'amore con un ragazzo. Durante qualche giorno passato nella vecchia casa al lago, dov'era cresciuta fino ai tre anni e non era più ritornata fino ad oggi, Arianna si chiude in se stessa per riaprire la scatola delle origini e capire così, quale sia la sua vera natura. Notevole la performance recitativa di Ondina Quadri, che non aveva mai recitato prima, accerchiata da attori professionisti con i quali si sposa perfettamente.
La fotografia accompagna il dolce stile di Lavagna e forse, lo sguardo femminile di cui sopra, è dato dalle enormi capacità di Hélène Louvart, già dop di film come "Le meraviglie" (Rohrwacher) e Pina (Wenders).
La curiosità nei confronti di questa opera prima è mossa innanzi tutto dal tema, l'intersessualità, della quale in pochi hanno avuto il coraggio di parlare; durante il suo viaggio nelle origini, Arianna, suggestionata anche dalle memorie che l'etruria (dove è stato girato il film) fa sorgere, ricompone tutti i pezzi delle molte cose non dette dai suoi genitori (con i quali tralaltro non si verifica mai un confronto diretto) e capisce finalmente di NON essere più nè uomo ne donna, pur essendo nata entrambi. L'evirazione di Arianna, decisa a prescindere da quale sarebbe stata la preferenza della ragazza, è stato il gesto che l'ha privata della libertà di avere, conoscere e vivere la propria sessualità, per paura di pregiudizi e incomprensioni che la Società odierna ha sviluppato nei confronti di chi è "diverso".
Arianna si è trovata faccia a faccia con l'incapacità di amare che da fuori le hanno imposto, ma questo non la fermerà nel percorso di ricerca di una "matematica" sua, perché, come dice lei:"io sono uno più uno che però è uguale a tre..."
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camillo triolo
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sabato 30 ottobre 2021
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film che ha confuso anche alessandro zan
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Un film sciocco sulla sessualita di una ermafrodita geneticamente imperfetta, fatta operare dal padre e dalla madre poco dopo essere nata,
Il risultato è un essere umano che non è ne femmina ne maschio, infelice per non riuscire ad esprimere e godere di una sessualità appagante.
La ricerca di una rinascita non avviene e Arinna rimane quasi uno scherzo di natura.
Il film non riesce ad evolvere la storia e resta inconcluso ed inconcludente sotto ogni aspetto sia morale che umano.
Opera insulsa e senza alcun valore,
Ne sconsiglio la visione.
La stellina vale per un centesimo del suo valore.
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pier71
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domenica 4 ottobre 2015
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vago e improvvisato
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Con Arianna ci troviamo di fronte all'ennesimo filmuccio viscido italiano da esordiente rachitico. Un film con spallucce. Raffazzonata e qualunque la sceneggiatura non è pervenuta. Per non parlare della regia, della protagonista. Al festival ho sentito dire "hai visto, però, dai, pensa che non è un attrice!". Questo è il punto, l'avevo proprio pensato. Oppure "Potrebbe essere la nuova Jasmine Trinca...". E' vero. Questo è vero. Ma la domanda è "ne abbiamo davvero un sì spasmodico bisogno?". No. Per pietà.
Insomma chiamare questo un film è cosa già molto difficile, dato che non c'è nulla che gli occhi vogliano guardare, ricordare.
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Con Arianna ci troviamo di fronte all'ennesimo filmuccio viscido italiano da esordiente rachitico. Un film con spallucce. Raffazzonata e qualunque la sceneggiatura non è pervenuta. Per non parlare della regia, della protagonista. Al festival ho sentito dire "hai visto, però, dai, pensa che non è un attrice!". Questo è il punto, l'avevo proprio pensato. Oppure "Potrebbe essere la nuova Jasmine Trinca...". E' vero. Questo è vero. Ma la domanda è "ne abbiamo davvero un sì spasmodico bisogno?". No. Per pietà.
Insomma chiamare questo un film è cosa già molto difficile, dato che non c'è nulla che gli occhi vogliano guardare, ricordare. Solo l'ennesimo prodottino - paraculetto per tematica - da presentare a un festival random per avere la recensione dei tre quotidiani di sorta. Ma il pubblico è lontano. E' a mille miglia. E per una volta tanto oserei dire "per fortuna!"
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