roberto messori
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domenica 1 febbraio 2015
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american sniper o il cugino di rambo?
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Non mi stupisce che un film come American sniper faccia discutere, al punto di scomodare la First Lady che lo ha elogiato per come presenta i reduci: se fosse stato diretto da un regista di serie B ed avesse avuto il titolo "Il cugino di Rambo" non sarebbe neppure stato preso in considerazione dalla critica, ma porta la firma di Clint Eastwood, un supereroe Usa e questo lo sottopone non solo all'attenzione di tutti, ma soprattutto porta tutti, o quasi tutti, a cercare nell'uovo il pelo di una critica positiva. Io non sono tra questi. Per me il film rasenta il vergognoso in quanto a patriottismo (è l'epiteto con quale in Usa si identifica il nazionalismo) e militarismo. Nell'omonima autobiografia di Chris Kyle, dalla quale è stato estratto, non esiste una contrapposizione tra due cecchini, questa "idea" sembra presa pari pari dal film "Il nemico è alle porte", imperniato sul confronto tra un cecchino russo ed uno nazista a Stalingrado.
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Non mi stupisce che un film come American sniper faccia discutere, al punto di scomodare la First Lady che lo ha elogiato per come presenta i reduci: se fosse stato diretto da un regista di serie B ed avesse avuto il titolo "Il cugino di Rambo" non sarebbe neppure stato preso in considerazione dalla critica, ma porta la firma di Clint Eastwood, un supereroe Usa e questo lo sottopone non solo all'attenzione di tutti, ma soprattutto porta tutti, o quasi tutti, a cercare nell'uovo il pelo di una critica positiva. Io non sono tra questi. Per me il film rasenta il vergognoso in quanto a patriottismo (è l'epiteto con quale in Usa si identifica il nazionalismo) e militarismo. Nell'omonima autobiografia di Chris Kyle, dalla quale è stato estratto, non esiste una contrapposizione tra due cecchini, questa "idea" sembra presa pari pari dal film "Il nemico è alle porte", imperniato sul confronto tra un cecchino russo ed uno nazista a Stalingrado. Forse Clint Eastwood ha recuperato, dai tempi di Sergio Leone, il vizio di plagiare idee altrui. Poi le storie sono espresse con malizia demagogica, tutt'altro che originale, come la donna (la madre?) che, al centro delle strada e proprio di fronte alla colonna Usa che avanza, consegna una granata al bimbo, che sarà ucciso dal nostro eroe, e pure la madre che recupera la granata. Un film simile lo vedo bene in armonia con quello che viene definito dai pensatori Usa il "neocoservatorismo", vale a dire la pulsione statunitense, una volta caduto l'impero sovietico, di diventare i veri padroni del mondo. Uno dei meccanismi è quello di abbattere i regimi che circondano Israele, la vera testa di ponte Usa in Medi Oriente, ed a tal fine sono state scatenate guerre ingiuste, come l'invasione dell'Iraq, la distruzione in Libia del potere di Gheddafi, e per poco non è successo lo stesso in Siria, dopo il gioco sporco dei gas proibiti che Obama attribuiva al regime siriano. In questo contesto politico, purtroppo difficilmente contestabile, vedo molto bene inserito American sniper, un film che umanizza, coinvolgendone la famiglia, il soldato Usa che difende i propri cari dai terribili Jiadisti. Chissà, forse Clint Eastwood ha voluto controbattere un'opera come Green Zone, simile come svolgimento e ambientazione, ma che tratta l'intervento Usa in Iraq da un ben diverso punto di vista. È vero, Green Zone gioca la carta di una denuncia politica, mentre American sniper lascia la politica, l'etica e la filosofia fuori dalla porta, ma è quest'opera che è stata prescelta dal nostro Supereroe, denudata da ogni morale che avrebbe potuto darle un senso.
Ma qualcuno s'è mai chiesto perché tanti islamici siano andati così fuori di testa?
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(di giuliog02)
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mrfak
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sabato 31 gennaio 2015
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non rimarrà nella storia dei film di guerra
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L'ho atteso per mesi in quanto amante del genere.
Purtroppo a mio modesto avviso è una pellicola nettamente sopravvalutata, una storia talmente semplice e unica che diventa difficile da raccontare, finisce irrimediabilmente nella retorica.
Siamo lontani anni luce da pellicole come Il nemico alle porte, Full Metal Jacket, Platoon, Salvate il soldato Ryan, jarhead.....
Un film impachettato per ottenere qualche patriottico Oscar che non rivedrò.
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laloli
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sabato 31 gennaio 2015
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da vedere
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Ho letto opinioni contrastanti del film, chi lo ha visto come un inneggiamento alla guerra e chi esattamente il contrario. Personalmente credo il film non sia né l'uno né l'altro e la guerra che racconta - quasi alla stregua di un documentario - sia semplicemente l'orrore che è senza alcun compiacimento.
Più personale invece lo sguardo che il regista si concede sulla visione di insieme, in quel filo che unisce tutto il film e che colloca i 'buoni' da un'unica parte senza alcun tentennamento.
Da vedere.
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lord79
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venerdì 30 gennaio 2015
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dimenticate questa oscenita' !!!!
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Una delusione enorme. Un film semplicemente ridicolo, totalmente di parte e propagandistico a livelli esagerati. Gli assassini americani dipinti come eroi e il povero popolo musulmano etichettato come terrorista e quindi da eliminare. In conclusione, ritengo questo film adatto a gente con pesante formattazione mentale subita dai media. Del resto da un repubblicano come Eastwood non c'era da aspettarsi molto riguardo all'argomento guerra,patria e ottusita'.
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(di amokubrik)
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amon_ra
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venerdì 30 gennaio 2015
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clint non invecchia mai!!
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Clint Eastwood è veramente la leggenda vivente di Hollywood,
questo film poi è veramente uno dei più belli, asciutto teso come nella miglior tradizione del regista americano!!
Fotografia, montaggio tutto è semplicemente perfetto.
Le uniche critiche che ho letto, sono semplicemente critiche politiche assolutamente ingiusticate.
Personalmenete credo che un film deva entusiasmare, purtroppo in Italia troppa gente,
filtra la bellezza di un film, con le proprie convinzioni politiche, soprartutto una certa sinistra elitaria che crede
che ciò che si avvicina ad un certo modo di vedere (il loro) sia giusto mentre e se si discosta sia brutto e scorretto.
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Clint Eastwood è veramente la leggenda vivente di Hollywood,
questo film poi è veramente uno dei più belli, asciutto teso come nella miglior tradizione del regista americano!!
Fotografia, montaggio tutto è semplicemente perfetto.
Le uniche critiche che ho letto, sono semplicemente critiche politiche assolutamente ingiusticate.
Personalmenete credo che un film deva entusiasmare, purtroppo in Italia troppa gente,
filtra la bellezza di un film, con le proprie convinzioni politiche, soprartutto una certa sinistra elitaria che crede
che ciò che si avvicina ad un certo modo di vedere (il loro) sia giusto mentre e se si discosta sia brutto e scorretto.
Basta, andate al cinema e godetevi, questo spettacolo meraviglioso, alla fine un film è un prodotto di intrattenimento!!
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[+] si ma ha anche...
(di francesco izzo)
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conte di bismantova
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venerdì 30 gennaio 2015
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come siamo bravi noi militari!
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La solita predica autoreferenziale a stelle e strisce di quel bravo camerata del buon vecchio Clint, pistolero nei film, nella vita, anche da regista. Chissà se - come gli astronauti di una vecchia barzelletta - anche sulla carta igienica ha scritto USA e NASA. "Esistono tre tipi di persone: agnelli, lupi e i pastori". Ovvero i dolci ingenui, il male e gli eroi, quelli che fanno la guardia, quelli che fanno trecentomil morti in Iraq col fosforo bianco in nome della sicurezza nazionale raccontando balle criminali riconosciute anche dal loro stesso Senato, quelli che dobbiamo moralmente autorizzare per una nuova missione forse in Siria o chissà dove, quelli che ci commuovono al cinema per strapparci il consenso.
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La solita predica autoreferenziale a stelle e strisce di quel bravo camerata del buon vecchio Clint, pistolero nei film, nella vita, anche da regista. Chissà se - come gli astronauti di una vecchia barzelletta - anche sulla carta igienica ha scritto USA e NASA. "Esistono tre tipi di persone: agnelli, lupi e i pastori". Ovvero i dolci ingenui, il male e gli eroi, quelli che fanno la guardia, quelli che fanno trecentomil morti in Iraq col fosforo bianco in nome della sicurezza nazionale raccontando balle criminali riconosciute anche dal loro stesso Senato, quelli che dobbiamo moralmente autorizzare per una nuova missione forse in Siria o chissà dove, quelli che ci commuovono al cinema per strapparci il consenso. Che palle! Andate in Siria e radetela al suolo, per carità, ma lasciate stare i miei figli, i miei nipoti! lasciate stare la loro emotività, piantatela di entrargli nel cervello come virus subliminali, BASTA! Bombardate chi vi pare ma smettete di molestarci, di spalmarci la vasellina, di comprarci con i grandi film, i grandi attori (come questo), le magistrali interpretazioni, i sontuosi effetti speciali. Siamo troppo deboli, ormai siamo confusi e non riusciamo più a distinguere un film "che parla dell'assurdità della guerra" come diabolicamente recensisce Mymovies, da un film in cui il dovere della guerra è categorico ed onorevole come American Sniper. I nostri tutti bravi belli e buoni, gli arabi tutti brutti scuri e cattivi, poi c'è l'infame che uccide - nei titoli di coda - l'uomo che lo stava aiutando, come a dire: il pastore fa quello che deve fare, muore anche sotto la mano di un amico," dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio". Per chi volesse vedere un film che parlasse veramente dell'assurdità della guerra, in sala c'è il magnifico Water Diviner. Ci rimarrà poco, le lobby non lo sosterranno ancora per molto. Affrettatevi!
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mericol
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giovedì 29 gennaio 2015
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chris,il più famoso ed efficace cecchino del mondo
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La storia vera di Chris, il più efficace cecchino d’America, e probabilmente del mondo, avendo al suo attivo oltre 180 morti.
Il film inizia decisamente bene. Chris, in Iraq, osserva con il cannocchiale-fucile una donna e un ragazzo che escono da una abitazione, chiaramente per compiere un attentato. Sparare subito? Intanto si rievoca una parte della sua vita privata. La famiglia, il tono deciso,autoritario che ne é . derivato, ma anche l’amore.. E poi il senso innato del legame alla sua nazione, realizzato con l’arruolamento in un corpo speciale di cecchini, destinato alla guerra in Iraq. Addestramento duro, sfibrante, ma esaustivo. Si parte dunque per la guerra, per una missione che dovrebbe durare poche settimane, ma,pur con alcune soste e permessi, si prolunga per 6 anni.
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La storia vera di Chris, il più efficace cecchino d’America, e probabilmente del mondo, avendo al suo attivo oltre 180 morti.
Il film inizia decisamente bene. Chris, in Iraq, osserva con il cannocchiale-fucile una donna e un ragazzo che escono da una abitazione, chiaramente per compiere un attentato. Sparare subito? Intanto si rievoca una parte della sua vita privata. La famiglia, il tono deciso,autoritario che ne é . derivato, ma anche l’amore.. E poi il senso innato del legame alla sua nazione, realizzato con l’arruolamento in un corpo speciale di cecchini, destinato alla guerra in Iraq. Addestramento duro, sfibrante, ma esaustivo. Si parte dunque per la guerra, per una missione che dovrebbe durare poche settimane, ma,pur con alcune soste e permessi, si prolunga per 6 anni. Intanto avrà 2 figli, ma la famiglia è lasciata a sé stessa, alla moglie ansiosa per la sua sorte, poi angosciata, poi implorante per il ritorno.
Tornando al tempo del racconto e ai due che escono dalla casa insieme, Chris uccide la donna poi il bambino. Pur angosciato , pur titubante. Il compito che si è assunto deve necessariamente superare la pietà.
Da quel momento inizia la descrizione delle imprese di Chris. E’ ciò che si voleva. Tra l’altro il film è tratto da un libro di memorie.
Ma è proprio da quel momento che il film mi è parso meno convincente.
E’ un susseguirsi di visioni del massacro, da una parte e dall’altra. Certo c’é necessità di giustificare i 180 morti del “cecchinaggio”: Ma il regista si lascia prendere in modo esagerato dal gusto di descrivere il mattatoio, senza soffermarsi sufficientemente sulla psicologia dei personaggi, anzi del personaggio in particolare. E’ vero che ,a conclusione dei 6 anni, Chris appare frastornato. Ma questa fase di disorientamento ha poco spazio rispetto al precedente mattatoio. Appena accennato il suo disorientamento nella vita sociale e in famiglia. La macchina da guerra, da omicidio organizzato, quale era stato per 6 anni, ha lasciato in vita un uomo che probabilmente non è più capace di vivere la vita vera. Vale per lui come per i tanti sopravvissuti alle guerre. Non sarebbe stato da trascurare, a questo punto, che Chris, è morto nel 2013 ucciso da un reduce della guerra che lui (Chris) stava cercando di rieducare. Questo evento tragico è citato soltanto nelle didascalie delle code del film. Meritava un ampio approfondimento. Inoltre ,altra nota non convincente, quel continuo insulto agli iracheni (“quello stronzo di ..”, “quel…)che compariva frequentemente nei film di guerra o western americani di altri tempi. Come se gli avversari, e gli iracheni nello specifico, non fossero anch’essi poveri diavoli, spediti verso la morte.
Mi ha convinto poco questa seconda parte del film di Eastwood. Penso si sia lasciato affascinare dal ricordo della sua attività di attore di successo nei film western di S. Leone, nei quali, appunto, la violenza prevale sul resto del contenuto, e in particolare sulla psicologia dei personaggi
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[+] la morte di chris per mano di un reduce
(di camiglia)
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folgore94
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mercoledì 28 gennaio 2015
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grande cooper
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Anche se e' un bel po di parte rimane un buon film!
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nanni
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mercoledì 28 gennaio 2015
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american sniper
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America sniper.
Con la storia di Chris, il bel film di Esteawood, ci mostra UNA DELLE TANTE ANIME degli Stati Uniti, quella, forse, molto spesso in ombra o poco riconosciuta.
Nella scena iniziale, Esteawood, smonta subito il clichè del marine che nell’immaginario collettivo spesso è un esaltato, superficiale e gratuitamente violento.
Chris è un ragazzone del texas, forse un po’ rozzo, ma generoso ed altruista.
La sua non è una generosità “casuale” ma è ,invece, il frutto di un’educazione familiare che sembra avere radice profonde, Eastwood ci lascia intendere che quelle radici siano l’eredità di una comunità, di una terra ( il texas) e forse alla fine di tutta la nazione americana.
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America sniper.
Con la storia di Chris, il bel film di Esteawood, ci mostra UNA DELLE TANTE ANIME degli Stati Uniti, quella, forse, molto spesso in ombra o poco riconosciuta.
Nella scena iniziale, Esteawood, smonta subito il clichè del marine che nell’immaginario collettivo spesso è un esaltato, superficiale e gratuitamente violento.
Chris è un ragazzone del texas, forse un po’ rozzo, ma generoso ed altruista.
La sua non è una generosità “casuale” ma è ,invece, il frutto di un’educazione familiare che sembra avere radice profonde, Eastwood ci lascia intendere che quelle radici siano l’eredità di una comunità, di una terra ( il texas) e forse alla fine di tutta la nazione americana.
Quando Chris crede sia arrivato il momento mette la sua vita a disposizione del paese con altruismo e spirito di servizio.
Si va in guerra.
Nonostante li sia quasi impossibile non perdersi, diciamo così, in eccessi, Chris non è mai inutilmente violento, sa prendersi le sue responsabilità, sa quando sparare e quando no.
Chris sa cosa significa sparare, ed è quella la consapevolezza che cerca di trasmettere al figlio (la scena è significativamente identica a quella di Chris con suo padre)
Dare la morte, anche se solo ad un animale, deve essere sempre una scelta responsabile, mai superficiale , mai un gioco, mai gratuita.
Ma Chris ha anche una famiglia che lo spinge a tornare a casa.
Dopo lo smarrimento iniziale, frutto di una sensazione di inutilità, scopre, invece, che anche la vita civile è ricca di occasioni che lo faranno rimettere in gioco con l’identica ed immutata generosità.
Il paese lo celebrerà, rispecchiandosi in lui, come un eroe dell’altruismo così in guerra come nella vita civile.
Ciao Nanni
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bob11_17
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martedì 27 gennaio 2015
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un posto meritato nella hall of fame
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A livello di produzione, sceneggiatura, recitazione ,ecc., bisogna dire che American Sniper è una pelicola di altissimo livello. Clint Eastwood riesce, come in ogni suo film, a rappresentare esattamente una realtà che purtroppo è in continua via di sviluppo. Ad arricchire il tutto è un ottimo cast capitanato da Bradley Cooper che con l'enorme cambiamento sia fisico che psicologico dimostra per l'ennesima volta di essere un attore molto versatile e di grande personalità. La vicenda trattata è una biografia di un cecchino Americano, quindi la trama ha uno sviluppo lineare, gia prefissata, portando lo spettatore ad intuire già il finale pur non essendo a conoscenza dei fatti accaduti realmente.
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A livello di produzione, sceneggiatura, recitazione ,ecc., bisogna dire che American Sniper è una pelicola di altissimo livello. Clint Eastwood riesce, come in ogni suo film, a rappresentare esattamente una realtà che purtroppo è in continua via di sviluppo. Ad arricchire il tutto è un ottimo cast capitanato da Bradley Cooper che con l'enorme cambiamento sia fisico che psicologico dimostra per l'ennesima volta di essere un attore molto versatile e di grande personalità. La vicenda trattata è una biografia di un cecchino Americano, quindi la trama ha uno sviluppo lineare, gia prefissata, portando lo spettatore ad intuire già il finale pur non essendo a conoscenza dei fatti accaduti realmente. C'è da dire però che ogni volta che si realizza un film che parla di guerra si va sempre incontro alle solite critiche fatte da molti spettatori che evidenziano il fatto che in molte circostanze non vi si fa una critica alla guerra in se ma la si elogia ancora di più portando il ragazzino di 18 anni che guarda il film ad avere improvvisamente una forte aspirazione ad imbracare un fucile e sterminare più Islamisti possibili. Ma a questi spettatori gli si dovrebbe dire che non è questo il genere di film che deve andare controcorrente alla guerra, perchè American Sniper e tutte le altre produzioni dello stesso genere hanno il compito di raccontare, di descrivere, di documentare e di aprire gli occhi a tutte le persone che non possono vivere in prima persona una realtà così cruenta. Il regista ci è riuscito benissimo, riproducendo degli scenari di battaglia e delle ambientazioni che coinvolgono il pubblico dall'inizio alla fine, mettendo in luce anche il radicale cambiamento psicologico di un soldato dell'esercito Americano che per servire il proprio Paese e salvare altre vite ha deciso di caricarsi sulle spalle più di cento uccisioni. Uccisioni che lo porteranno poi a dover fare i conti con se stesso e con tutti gli spettacoli osceni alla quale ha dovuto assistere. American Sniper potrà essere sì,definito come la solita Americanata patriottica, ma se il cecchino a riguardo fosse stato Francese o Italiano cosa avremmo detto?
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