figliounico
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lunedì 6 febbraio 2023
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horror atipico
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Uno slaher movie del 2013, un horror atipico che si presta ad interpretazioni inusuali per il genere, sequel del primo Wolf Creek dello stesso McLean, con una buona dose di suspense ed una bella fotografia del paesaggio lunare australiano, attrazione per turisti a caccia di emozioni che si trasformano in prede in fuga nell’arido deserto o inseguiti sul nastro di asfalto attraversato da canguri volanti, unico simbolo della ribellione autoctona e primordiale nell’assenza totale della popolazione aborigena nel film, dal maniaco discendente dei primi coloni criminali, esportati dall’Inghilterra per svuotare le patrie galere, che riversa l’odio per le sue origini sullo straniero, imputato in un processo kafkiano ed interrogato-torturato come Hoffman in una scena che richiama quella entrata nella storia del cinema de’ Il maratoneta.
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Uno slaher movie del 2013, un horror atipico che si presta ad interpretazioni inusuali per il genere, sequel del primo Wolf Creek dello stesso McLean, con una buona dose di suspense ed una bella fotografia del paesaggio lunare australiano, attrazione per turisti a caccia di emozioni che si trasformano in prede in fuga nell’arido deserto o inseguiti sul nastro di asfalto attraversato da canguri volanti, unico simbolo della ribellione autoctona e primordiale nell’assenza totale della popolazione aborigena nel film, dal maniaco discendente dei primi coloni criminali, esportati dall’Inghilterra per svuotare le patrie galere, che riversa l’odio per le sue origini sullo straniero, imputato in un processo kafkiano ed interrogato-torturato come Hoffman in una scena che richiama quella entrata nella storia del cinema de’ Il maratoneta. E’ un odio ideologizzato, tramutato in una folle difesa della terra natia invasa per svago dallo straniero, ed è al contempo un debole alibi alle pulsioni sadiche e omicide del protagonista, che forse nelle intenzioni dell’autore rappresenta la menzogna sempre ricorrente nei nazionalismi di ogni tempo, nell’idea fallace di chi difende i confini del suo spazio vitale dimenticando che quello spazio è stato violato e già sottratto ad altri dai propri antenati. Di sopruso in sopruso di genocidio in genocidio si risale fino alla notte dei tempi in cui il mondo intero apparteneva soltanto agli animali, lontani parenti di quei canguri che nulla possono contro l’odierno padrone del mondo se non suicidarsi sotto le ruote delle sue macchine infernali.
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mr.rizzus
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martedì 23 febbraio 2021
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spettacolare
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dandy
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venerdì 9 novembre 2018
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la versione migliorata del primo.molto migliorata.
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Dirigere un sequel a quasi un decennio dall'originale era un gran bel rischio.Solitamente è una scommessa persa in partenza,e dato che il primo film non era certo un capolavoro....E invece il regista qui centra il bersaglio in pieno.Certi stereotipi rimangono ma la tensione resta sempre a livelli altissimi,fin dall'inizio.E stavolta il gore scatta subito,e va in crescendo.Ed è permeato da una crudeltà ben diversa dalle mattanze meccaniche propinate da buona parte dei film di genere made in USA.La parte centrale si rilancia abilmente,e le sequenze d'azione sono degne dei migliori blockbuster.Memorabili come sempre le locations.La sequenza di tortura nell'ultima parte,è intrigante e originale come non se ne vedevano da un pezzo.
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Dirigere un sequel a quasi un decennio dall'originale era un gran bel rischio.Solitamente è una scommessa persa in partenza,e dato che il primo film non era certo un capolavoro....E invece il regista qui centra il bersaglio in pieno.Certi stereotipi rimangono ma la tensione resta sempre a livelli altissimi,fin dall'inizio.E stavolta il gore scatta subito,e va in crescendo.Ed è permeato da una crudeltà ben diversa dalle mattanze meccaniche propinate da buona parte dei film di genere made in USA.La parte centrale si rilancia abilmente,e le sequenze d'azione sono degne dei migliori blockbuster.Memorabili come sempre le locations.La sequenza di tortura nell'ultima parte,è intrigante e originale come non se ne vedevano da un pezzo.Specie per come viene fatta reagire la vittima,in modo affatto scontato.Discreto anche l'uso delle musiche in chiave ironica(i titoli di testa sulle note di "Born to be wild","The lion sleep tonight",musica classica).Ottimi gli attori,Jarratt in testa.Se nel primo era discreto qui è da applauso,ma solo nella versione originale.Il finale segue quello del primo film,ma è decisamente più cattivo.E lascia intendere che si potrebbe arrivare al numero 3....Speriamo di no....Questo è uno dei migliori sequel mai girati.E uno dei migliori horror degli ultimi tempi.Rovinarlo con un possibile seguito deludente sarebbe un delitto.
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marci
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domenica 30 luglio 2017
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ridicolo!
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dialoghi ridicoli
scene ridicole SPOILER : il polizziotto con la testa mozzata, i vari assurdi ritrovamenti del killer dopo ore di fuga(gli ha innestato un GPS?) camion che va piu' veloce della Jeep, i canguri (mamma mia!), foratura dell'auto mentre guida in salita in curva, nella fattoria dopo che sente la voce non dice al vecchio di sparare subito, il ritrovamento a cavallo, dopo avegli dato una martellata in testa aspetta che si rialzi... e me ne dimentico.
Avevo accettato tutto dopo il finale humor che avrebbe dato una giustificazione a tutte le assurdita'.
Poi ripiombo nella realta' con la scritta finale che il film e' ispirato ad una storia vera (non leggo mai recensioni prima di vedere un film e non lo sapevo)
Uno dei peggiori film mai visti nell'ultimo anno alla pari con quell'altra assurdita' di Green Room.
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dialoghi ridicoli
scene ridicole SPOILER : il polizziotto con la testa mozzata, i vari assurdi ritrovamenti del killer dopo ore di fuga(gli ha innestato un GPS?) camion che va piu' veloce della Jeep, i canguri (mamma mia!), foratura dell'auto mentre guida in salita in curva, nella fattoria dopo che sente la voce non dice al vecchio di sparare subito, il ritrovamento a cavallo, dopo avegli dato una martellata in testa aspetta che si rialzi... e me ne dimentico.
Avevo accettato tutto dopo il finale humor che avrebbe dato una giustificazione a tutte le assurdita'.
Poi ripiombo nella realta' con la scritta finale che il film e' ispirato ad una storia vera (non leggo mai recensioni prima di vedere un film e non lo sapevo)
Uno dei peggiori film mai visti nell'ultimo anno alla pari con quell'altra assurdita' di Green Room.
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francis metal
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mercoledì 30 novembre 2016
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scherzate?
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ma questi qui vogliono essere presi sul serio? Copiare Tarantino, i western, o vattelapesca, tanto splatter e violenza insensata... Questi sono film?
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taxidriver
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lunedì 3 ottobre 2016
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sangue, sadismo e noia.
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Film brutto. C'è poco da dire su questo sequel di Wolf Creek, che non è all'altezza del primo episodio.
Ambientare l'epopea di un serial killer nel deserto australiano è un'idea interessante, ma se non si costruisce una trama originale il risultato non può che essere deludente. Così, anche il personaggio di Mick Taylor finisce per diventare una macchietta. Insomma, per gli amanti del sadismo più macabro (tra cui il sottoscritto) e dello splatter (idem) il film è un delizioso catalogo di sevizie gratuite e rivoltanti, e fin qui bene. Ma la storia annoia, e allora forse meglio cercare su Internet foto vere di incidenti con corpi mutilati e orrendamente sfigurati, invece di guardare un film intero aspettando con impazienza le scene più truculente, evitando così di sbadigliare durante il resto del tempo.
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Film brutto. C'è poco da dire su questo sequel di Wolf Creek, che non è all'altezza del primo episodio.
Ambientare l'epopea di un serial killer nel deserto australiano è un'idea interessante, ma se non si costruisce una trama originale il risultato non può che essere deludente. Così, anche il personaggio di Mick Taylor finisce per diventare una macchietta. Insomma, per gli amanti del sadismo più macabro (tra cui il sottoscritto) e dello splatter (idem) il film è un delizioso catalogo di sevizie gratuite e rivoltanti, e fin qui bene. Ma la storia annoia, e allora forse meglio cercare su Internet foto vere di incidenti con corpi mutilati e orrendamente sfigurati, invece di guardare un film intero aspettando con impazienza le scene più truculente, evitando così di sbadigliare durante il resto del tempo. Certo non è proprio la stessa cosa. Ma a sto punto io avrei puntato decisamente sull'esaltazione dell'elemento splatter (che nel fim c'è sicuramente, ma non è poi così preponderante), tralasciando altri aspetti meno rilevanti, come gli sfibranti inseguimenti. Poteva essere fatto meglio, questo Wolf Creek 2, ma l'idea che mi sono fatto è quella di un sequel realizzato solo sull'onda del successo del suo predecessore, senza badare alla qualità. Male.
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kyotrix
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giovedì 3 dicembre 2015
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mediocre, altro che 4 stelle..
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Non ci siamo, soliti problemi cronici, soliti comportamenti ridicoli dei personaggi. Ma dai...
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fluturnenia
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domenica 1 novembre 2015
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quando crocodile dundee era cattivo molto cattivo
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La differenza tra primo e secondo sta in una semplice constatazione oggettiva e per niente personale: qui succede molto, nell'originale praticamente nulla. Non posso dire di aver apprezzato questa pellicola in maniera particolare, soprattutto perché non amo per niente i torture in generale che rispetto agli slasher tradizionali sono effettivamente ''privi di significato'' come detto da Romero o quasi direi io. Al di là della sociopatia che caratterizza i protagonisti criminali, il massimo del messaggio di genere può essere l'alienazione in cui versa la società e l'indifferenza imperante che la domina davanti agli orrori silenziosi ma quotidiani del suo background.
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La differenza tra primo e secondo sta in una semplice constatazione oggettiva e per niente personale: qui succede molto, nell'originale praticamente nulla. Non posso dire di aver apprezzato questa pellicola in maniera particolare, soprattutto perché non amo per niente i torture in generale che rispetto agli slasher tradizionali sono effettivamente ''privi di significato'' come detto da Romero o quasi direi io. Al di là della sociopatia che caratterizza i protagonisti criminali, il massimo del messaggio di genere può essere l'alienazione in cui versa la società e l'indifferenza imperante che la domina davanti agli orrori silenziosi ma quotidiani del suo background. Che poi non ho mai nemmeno capito perché un'opera debba per forza contenere un messaggio. Venendo al film, sarà pur vero che offra situazioni variegate in cui i crimini si consumano avvolti da mirabili paesaggi ma a mio modesto avviso la regia non propone nulla di notabile. Caspita dimenticavo il lampo di genio delle telecamere sottosopra quando la vittima designata viene trascinata di peso. Al di là delle riprese non entusiasmanti, penso che nonostante il buon numero di situazioni diverse ci siano alcuni momenti non tanto di fiacca quanto molto dilatati, ad esempio la prima parte con gli autostoppisti, il duello tra automezzi davvero troppo troppo lunghi o quando vittima e carnefice cantano ''allegramente'' o ancora l'inseguimento a cavallo tra le piante. I doppiaggi e i dialoghi sono davvero ben fatti, la fotografia è di qualità. Insomma a conti fatti un risultato finale degno e pregno ma visivamente non all'altezza dei contenuti proposti.
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dave san
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mercoledì 17 giugno 2015
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l’anti-attrazione di wolf creek
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Greg McLean c’immerge sin da subito in una natura splendida. Inquadrature, paesaggi e colori sembrano regalarci una pellicola visiva. L’idillio si guasterà molto presto. Il guastatore di turno è un balordo locale. Uno xenofobo psicotico la cui ferocia si riverserà su avventori e turisti. Non è certamente un film distensivo e a suo modo, richiama certe caratterizzazioni di cult horror (“A prova di Morte”, “Funny Games”). Il cattivo è una specie di maschera, recidivo e sfuggente. Un’aura odiosa lo caratterizza da dietro un muro invalicabile per noi. Un motherfucher rintanato nell’Eden. La trama sembrerebbe purtroppo, ispirarsi a fatti realmente accaduti.
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Greg McLean c’immerge sin da subito in una natura splendida. Inquadrature, paesaggi e colori sembrano regalarci una pellicola visiva. L’idillio si guasterà molto presto. Il guastatore di turno è un balordo locale. Uno xenofobo psicotico la cui ferocia si riverserà su avventori e turisti. Non è certamente un film distensivo e a suo modo, richiama certe caratterizzazioni di cult horror (“A prova di Morte”, “Funny Games”). Il cattivo è una specie di maschera, recidivo e sfuggente. Un’aura odiosa lo caratterizza da dietro un muro invalicabile per noi. Un motherfucher rintanato nell’Eden. La trama sembrerebbe purtroppo, ispirarsi a fatti realmente accaduti. L’utilizzo di ambientazioni spettacolari, appare congeniale. Attorno al mostro, si staglia una natura sgargiante e oggettiva. Nondimeno Taylor agisce nel suo habitat. Per i marsupiali non sembra nutrire particolare amore, ma per il resto gioca in casa. In simbiosi con il posto. In esso tesse la sua trappola e non ci vengono forniti altri dettagli. Se la storia fosse ambientata altrove, sarebbe un altro film. Paradossalmente, non soltanto i bravi cittadini potrebbero provare avversione per Taylor. Sarebbe quasi auspicabile un Wolf Creek 3 con turisti più coriacei di avventori indifesi. Ne uscirebbe probabilmente un gran Guignol. Sicuramente un’altra pellicola. Perderebbe parte del suo alone angosciante ma potrebbe guadagnare in spettacolarità. Chissà se McLean valuterebbe volentieri questo espediente per il suo orco inafferrabile.
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giuseppetoro
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lunedì 15 giugno 2015
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un bel film da brivido!
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Ottimo film horror..uno di quelli che ti tengono incollati alla tv..
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