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La politica degli autori: David Trueba

Il re Mida del cinema spagnolo.
di Mauro Gervasini

In foto il regista David Trueba.
David Trueba Altri nomi: (David / David R. Trueba ) (54 anni) 10 settembre 1969, Madrid (Spagna) - Vergine. Regista del film La vita è facile ad occhi chiusi.

mercoledì 7 ottobre 2015 - Approfondimenti

David Trueba, classe 1969, il re Mida del cinema spagnolo. Tocca un film e lo trasforma in oro (al botteghino). E in Goya (i principali premi cinematografici di Spagna). Una cosa di famiglia peraltro, avendo suo fratello Fernando vinto addirittura un Oscar con Belle Epoque (1993), miglior film straniero. Non troppo frequentata dalla nostra distribuzione, la cinematografia spagnola vive un momento di notevole fermento. Soprattutto grazie al sistema di coproduzioni con l'America Latina: i due Leoni sudamericani di #Venezia72, il venezuelano Desde allà e l'argentino El Clan, sono al 50% spagnoli.
Con La vita è facile ad occhi chiusi, nelle sale italiane dall'8 ottobre, era davvero difficile per la nostra distribuzione distrarsi, perché in patria ha incassato uno sproposito ed è titolo facilmente spendibile nelle rassegne. Perché? Semplice: come già dimostrato con i suoi film precedenti, Trueba è autore tipicamente mid-cult, abile nel mescolare gli elementi di facile presa sullo spettatore (l'ingrediente segreto delle sue storie è la nostalgia) con riferimenti o riflessioni "alte".

La vita è facile ad occhi chiusi è un road movie ambientato negli anni '60, in pieno franchismo, con al centro della scena 'tre personaggi in cerca d'autore'. O meglio: uno dei tre, un insegnante non più giovane, il punto di riferimento esistenziale lo avrebbe trovato in John Lennon, che proprio in quei giorni si trova in Almeria per girare un film di Richard Lester (per la cronaca: Come ho vinto la guerra). Basta raggiungerlo, insieme a un adolescente ribelle e a una fanciulla incinta fuggita da un convento. I toni da commedia leggera, i clichés da "scoperta del mondo e di sé" così tipici di questa rappresentazione "beatlesiana" dei Sixties, sono la parte popolare (a tratti anche un po' ruffiana) del film. Il ripensamento originale di un'epoca cupa come quella della dittatura di Franco, così poco elaborata dal cinema iberico, la componente più complessa e interessante.

La bussola creativa della produzione di David Trueba non è però da cercare sul grande schermo. Nel 2010 infatti sviluppa per Canal+ una miniserie intitolata ¿Qué fue de Jorge Sanz?, che sembra scritta da Charlie Kaufman. Protagonista l'attore in crisi artistica e personale Jorge Sanz, molto celebre in Spagna, qui nel ruolo di se stesso. Trueba ha sempre dichiarato di ispirarsi per le sue storie ad esperienze autentiche. Prima di tutto le proprie - un'altra sua celebre pellicola, Bienvenido a casa (2006), racconta sotto mentite spoglie e in chiave comedy la sua paternità - in seconda battuta quelle degli altri, come nel caso di Sanz.
Piani di realtà e finzione si intersecano nelle opere di Trueba, partendo sempre dal biografismo o dall'autobiografismo. La vita è facile ad occhi chiusi, con tutti i distinguo del caso, può essere letto come una sorta di "autobiografia della nazione". Il regista è anche scrittore, lo stesso La vita è facile ad occhi chiusi è tratto da un suo libro omonimo. L'ultimo romanzo, "Blitz", è da poco uscito in Spagna riscuotendo, come al solito, successo.

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