Una nuova amica |
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Un film di François Ozon.
Con Romain Duris, Anaïs Demoustier, Raphaël Personnaz, Isild Le Besco, Aurore Clément.
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Titolo originale Une nouvelle amie.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 107 min.
- Francia 2014.
- Officine Ubu
uscita giovedì 19 marzo 2015.
MYMONETRO
Una nuova amica
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tanti tipi d'amore, dalla bara alla culladi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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domenica 22 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sappiamo già che Ozon non indietreggia di fronte a temi inquietanti. E qui ci risiamo, in una specie di rincorsa all’ “oltre”, che induce qualche sospetto sull’intenzione di épater le bourgeois prima di tutto. Ma disorientare la piccola morale borghese va più che bene, se la cosa funziona. Una tenera figura verginale in una bara bianca apre il film. Lì accanto Claire piange l’amica Laura. Claire e Laura in un lungo flash back si rivelano amiche del cuore da sempre, amiche fino allo sconfinamento appena intuibile in un sentimento più ambiguo. L’evocazione si conclude con il rispettivo matrimonio e la dolorosa morte di Laura subito dopo il parto di una bambina. Fine del film? Non con Ozon. Di fronte agli occhi inizialmente sbigottiti di Claire si rivela per un caso il travestitismo del vedovo inconsolabile David, che ritrova – per così dire – la moglie morta e insieme la propria autentica identità sessuale riscoprendosi donna negli abiti dell’amatissima Laura. David chiede l’aiuto e la complicità di Laura per questa nuova apertura di vita. Di qui un’esplosione di passioni e sentimenti inediti: tra Claire e David si instaura un rapporto emotivo che a lungo non trova i toni su cui accordarsi, perché tutto è nuovo: il nuovo David ama Claire come Laura amava Claire, Claire è invincibilmente attratta dalla parte femminile di David, in cui rivive la sua Laura, o piuttosto ‘una nuova amica’, che la riporta con forza ad un amore perduto e in fondo non realizzato; è attratta da questa strana, inedita possibilità, ma ancora non osa, ancora è legata a vecchi schemi: “Ma tu sei un uomo!”. David la incalza, disperatamente in cerca di una conferma della sua femminilità e insieme della possibilità di un amore ‘nato strano’, ma non per questo meno autentico. Dopo una serie di tormenti, allucinazioni, tentazioni e passi indietro, un incidente sbatte David in coma: è il momento risolutivo, quello di un’altra resurrezione: Claire supera di un balzo remore e convenzioni, risveglia David proprio accettandolo per quello/a che è, riconosce la possibilità di un legame in cui i tradizionali concetti di maschile e femminile capitombolano, si indigni chi vuole. L’ultima scena mostra, con una proiezione nel futuro, David in abiti femminili, la figlia di David e Laura, Claire incinta (si suppone di David), tutti felicemente insieme, famiglia. E il marito di Claire? Missing in war. Non è possibile non pensare ad Almodovar per un film come questo, e questo è il problema: Ozon non trova una cifra veramente sua, lo mima, restando un passo indietro: non ha l’intensità, il grano di follia, la forza espressiva passionale, la capacità quasi visionaria di Almodovar per cavalcare un tema così fuori dagli schemi. Qui sentiamo un’incerta oscillazione tra registri diversi, dall’evocativo sentimentale, al patetico, al drammatico, all’ironico, al surreale, al simbolico, nessuno dei quali veramente unificante. La psicologia dei personaggi è fatta di gesti, interiorizzata poco o nulla. Non migliora le cose l’artificiosità di rinvii e contrappunti fin troppo studiati: David veste Laura per deporla nella bara / Claire veste David con gli abiti di Laura per svegliarlo dal coma; bara bianca iniziale / pancione-trionfo della vita finale; normalità convenzionale iniziale / normalità ‘altra’ e pur sempre convenzionale finale. Il disegno non sparisce dietro al film. Bella la fotografia e un certo tono iperrealistico anch’esso di derivazione almodoriana, in ogni caso accattivante.
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