Tratto dal romanzo "Nè di Eva, nè di Adamo" di Amélie Nathomb, "Il fascino indiscreto dell'amore" racconta la storia d'amore nata e vissuta per un certo periodo da una ragazza belga trasferitasi in Giappone ed un ragazzo giapponese, conosciuto in quanto divenuto suo allievo al fine di imparare la lingua francese. Nel corso delle giornate che essi trascorrono insieme, il loro legame si rinsalda sempre di più sino a fare in loro scoppiare un sentimento più profondo. La protagonista, che si chiama Amélie e che rappresenta un poco la figura autobiografica della stessa Nathomb, è in pratica affascinata dal paese del Giappone ed in tutto e per tutto vuole imparare e quasi uniformarsi al modo di pensare e di comportarsi dei reali nativi di questa parte di mondo.
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Tratto dal romanzo "Nè di Eva, nè di Adamo" di Amélie Nathomb, "Il fascino indiscreto dell'amore" racconta la storia d'amore nata e vissuta per un certo periodo da una ragazza belga trasferitasi in Giappone ed un ragazzo giapponese, conosciuto in quanto divenuto suo allievo al fine di imparare la lingua francese. Nel corso delle giornate che essi trascorrono insieme, il loro legame si rinsalda sempre di più sino a fare in loro scoppiare un sentimento più profondo. La protagonista, che si chiama Amélie e che rappresenta un poco la figura autobiografica della stessa Nathomb, è in pratica affascinata dal paese del Giappone ed in tutto e per tutto vuole imparare e quasi uniformarsi al modo di pensare e di comportarsi dei reali nativi di questa parte di mondo. Ma ben presto le sue aspirazioni ed aspettative verranno deluse in quanto è pressoché impossibile immedesimarsi, imparare completamente e soprattutto capire a fondo l'anima delle "leggi" comportamentali in base alle quali il popolo giapponese regola e concepisce la propria esistenza. E pertanto Amélie ne uscirà delusa e sconfitta, sebbene arricchita e sempre in ammirazione.
Nel suo complesso questa pellicola è piacevole per la delicatezza con cui la storia sentimentale tra i due protagonisti viene raccontata e presentata e pertanto essa risulta sicuramente piacevole. Per quanto non si addentri profondamente nell'anima del Giappone, il film riesce a comunicare perfettamente allo spettatore il concetto dell'impenetrabilità e della distanza che separa una persona occidentale da quella giapponese, descrivendo il paese ed i suoi abitanti in un modo quasi macchiettistico per ciò che concerne le loro usanze. Si intuisce benissimo che il Giappone è molto di più di quanto mostrato nel film, ma questo poco importa e la maniera, forse un poco superficiale con cui esso viene rappresentato, serve solo, appunto, a sottolineare la sua impossibilità a farsi conoscere. Inoltre, la pellicola si discosta un poco dal romanzo della Nathomb, che ben conosce il Giappone essendoci, come la protagonista, vissuta per un certo periodo di tempo ed acquisendo svariate esperienze in loco, per ciò che concerne la figura stessa dell'Amélie della finzione: : nel romanzo ella è descritta come una persona più matura e, per quanto affascinata, mantenente sempre una certa propria personalità, e per giunta ben marcata, nel film, invece, la protagonista appare quasi come un'adolescente meravigliata, ingenua e troppo entusiasta e dunque assai distante dal reale personaggio dell'opera scritta. E ciò, a mio modesto parere, costituisce un limite ed una sorta di svilimento del film a meno che questo non sia stato ideato dal regista Liberski apposta per dare l'idea, probabilmente difficile per lui da rendere in immagini visive, di quanto distante si trovi la protagonista dal contesto giapponese, idea che invece viene ovviamente efficacemente descritta ed esposta da Amélie Nathomb. Peccato!
Comunque, piacevole da vedersi.
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