The Keeping Room

   
   
   

Resistenza e sopravvivenza di donne coraggiose. Valutazione 3 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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giovedì 14 gennaio 2016

Una pellicola interessante, scarna, essenziale e molto riflessiva. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente una volta concclusa la visione di questo film. La tematica ovviamente e' piu' che mai attuale, e la si sente vicina, opprimente, sconvolgente ma dannatamente realistica nonostante l'evidente paradosso, essendo la trama ambientata nella societa' d'oltre un seclo fa', in un contesto dal quale ci dividono tanto gli anni quanto la mentalita' e la nostra presa di coscienza. Eppure seguire la trama di tre donne che lottano (letteralmente) per sopravvivere e resistere alla violenza maschile in tutte le sue forme piu' vili e' un elemento che non si puo' ignorare; ci ricorda le lotte che le donne hanno sempre combattuto, nel passato e nel presente, di come l'essere donna -allora come adesso- equivalga ad una costante battaglia per garantire diritti essenziali, come quello alla vita e alla dignita'.
La pellicola e' sorretta da immagini, potenti ma anche poetiche, da sguardi e da sentimenti che ci contagiano, ci toccano le corde piu' profonde e ci appassionano. Le immagini, piu' che le parole, sono quelle che ci conquistano ma conteporaneamente ci trasmettono i sentimenti (contrastanti) delle protagoniste: ansia, paura, annichilimento, rabbia ma anche tanta voglia a non cedere e non arrendersi davanti agli ostacoli e alle avversita' nelle quali si vedono travolte.
Ambientato nel sud degli Stati Uniti, durante gli ultimi giorni della Guerra Civile, seguiamo la storia di tre giovani donne che sono state lasciate completamente sole, a vivere e mandare avanti il maniero di famiglia. Sono due sorelle e una ex schiava africana che ormai e' riuscita a riscattarsi ed essere trattata alla pari dalle altre due sorelle. Un cambiamento, quello proposto dalla pellicola, che inizialmente puo' far storcere il naso e sembrare troppo forzato e inverosimile, ma che non solo e' funzionale ai fini della trama stessa ma che mette in risalto la cooperazione e la solidarieta' femmiile che in momenti di estrema precarieta' e insicurezza riescono ad avere la meglio su qualsivoglia divisione razziale o sociale. In seguito, la storia si concentra attorno alla resistenza che dimostrano queste tre donne quando la loro casa viene presa d'assalto da un gruppo di soldati violenti che hanno abbandonato l'esercito e si danno alle razzie e alla violenza. Questa svolta mette in evidenza come in tutte le guerre e le situazioni di caos generale, la vita delle donne fosse quella esposta al maggior numero di pericoli: dalle violenze fisiche ai rapimenti e alla morte; e di come qualsiasi pretesto fosse buono per saccheggiare e distruggere le proprieta' altrui. Eppure, contrariamente alle aspettative, queste giovani non esitano a imbracciare i fucili e difendersi, uccidendo i loro aggressori e difendendo la loro dignita'. Donne che seppur impaurite e penalizzate dalla mancanza di uomini al loro fianco non esitano a fare di tutto per salvaguardare la loro vita e proprieta'.
Ma il film non vuole mettere in contrapposizione un'ennesima lotta dei sessi, l'atavica contrapposizione di donne versus uomini. Qui il tutto e' incentrato su un piccolo gruppo di donne, deboli e abbandonate, che si vede costretto a fare cose inaudite pur di proteggersi a vicenda e resistere alla violenza distruttiva che incombe rappresentata in primis dai due soldati che assediano l'abitazione.
Scandito da un ritmo lento ma mai noiso, condito da pochissimi dialoghi, essenziali e talvolta ruvidi come l'ambiente che circonda le protagoniste, The Keeping Room e' un western particolare e atipico che nella sua durata di solo 90 min. riesce a toccare tematiche importanti e complesse, tra cui la schiavitu' (impressionante la scena di apertura del film, che marca quanto disprezzo c'era per la vita delle schiave, doppiamente penalizzate dalla societa'), il ruolo della donna all'epoca (ch voleva inmancabilmente una donna chiusa in casa ad occuparsi delle faccende domestiche) e di come fuoriuscire da questi ruoli anche se per necessita' (Augusta che va alla ricerca di un farmaco) potesse segnare un serio pericolo per la vita stessa. Infine, si evidenziano le ripercussioni delle guerre sui soggetti piu' deboli ed emarginati, come appunto tre donne senza marito che devono badare a se stesse.
Un film intenso che resta indubbiamente impresso e che colpisce lo spettatore. Ottime le interpretazioni della Marling e della Otaru che donano spessore e verosimiglianza ai loro personaggi sofferti.
Da vedere.

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