Il paestinese che aiutava Israele: un thriller dal vero
di Fabio Ferzetti Il Messaggero
Una terra, due popoli. Un paese, due nazioni (non stati, l'unico Stato è quello israeliano). E due culture, due religioni, due eserciti, uno regolare, l'altro assai meno. Se Israele è la metafora vivente della divisione, non c'è film israeliano, o palestinese, che non metta in scena questa duplicità (questa lacerazione). Abbiamo visto alberi crescere nel posto sbagliato (Il giardino di limoni), bande musicali venute dall'Egitto arenarsi per caso in un avamposto israeliano (La banda), piani sequenza pieni di speranza avvolgere in un unico movimento palestinesi e israeliani (Ana Arabia), perfino mariti e mogli litigare anni e anni per un divorzio impossibile (Viviane), tanto l'idea della separazione sembra connaturata a quelle terre. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (2992 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 23 aprile 2015