il beppe nazionale
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venerdì 29 agosto 2014
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scarso in tutto
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La saga di Step Up non va certo famosa per la profondità della trama e per il livello introspettivo dei personaggi. La serie ha abituato il pubblico a un certo livello, puntando più sul senso di libertà, il riscatto sociale e la prestazione fisica.
Dopo il quarto capitolo, particolarmente ben pensato, Step Up All In propone una soluzione di continuità attraverso una grande reunion dei ballerini storici. Sean, capogruppo dei Mobs, è accecato dall'ansia di voler fare del ballo un mestiere redditizio, per questo sembra mettere in secondo piano passione e rapporti umani. Il suo comportamento lo porterà così alla rottura coi suoi grandi amici e alla formazione di una nuova crew per partecipare a un talent show.
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La saga di Step Up non va certo famosa per la profondità della trama e per il livello introspettivo dei personaggi. La serie ha abituato il pubblico a un certo livello, puntando più sul senso di libertà, il riscatto sociale e la prestazione fisica.
Dopo il quarto capitolo, particolarmente ben pensato, Step Up All In propone una soluzione di continuità attraverso una grande reunion dei ballerini storici. Sean, capogruppo dei Mobs, è accecato dall'ansia di voler fare del ballo un mestiere redditizio, per questo sembra mettere in secondo piano passione e rapporti umani. Il suo comportamento lo porterà così alla rottura coi suoi grandi amici e alla formazione di una nuova crew per partecipare a un talent show. A Moose il compito di richiamare tutti i vecchi membri e di studiare le coreografie assieme a Sean, fino all'arrivo di Andie, desiderosa anch'essa di porsi come leader. Dalla prima coreografia parte dunque la scalata a The Vortex e il talent, ovviamente, si mischia con le turbe personali. Sean è costretto a sfidare i suoi vecchi compagni, e prova persino a costringere Andie a fare passi estremi per infiammare il televoto. Solo dopo l'abbandono di quest'ultima, e dopo aver scoperto che il talent è truccato, Sean si rende conto di dover tornare alle origini, aprendo la strada alla catarsi finale. Nelle ultime scene domina un buonismo quasi infantile, sicuramente commerciale, dove effettivamente i ballerini sono tutti all in, e riescono nello scopo.
Abbiamo già detto che la trama non è da Oscar, ma nessuno pretende ciò; di sicuro c'è stato un appiattimento rispetto al capitolo precedente. Fa più male invece notare come le coreografie siano colate a picco in quanto a spettacolarità ed effetto espressivo. Assistiamo infatti a una omologazione dei passi, a una commistione di sfide personali e movimenti convulsi dove le caratteristiche peculiari si sacrificano al gruppo. Le scenografie presentano alcune buone idee, ma sono rinchiuse in un contesto televisivo che ne tappa le ali e dà un senso claustrofobico.
Step Up All In si è adeguato a un trend e ha perso in libertà espressiva. Non basta far rivivere le vecchie glorie sperando in un effetto alla Mercenari, perchè quando si tratta di ballo il singolo rischia di perdersi nel gruppo. E così dovrebbe essere in ogni scuola di ballo, ma quando si vuole attirare il pubblico proprio grazie alle caratteristiche personali dei singoli, allora bisogna pensare a qualcosa che coordini ed esalti allo stesso tempo. In questo senso, la coreografia finale di Step Up Revolution è ancora maestra.
Terrificante la voce di Guè Pequeno, il cui unico pregio è di rendere ancora più odiabile l'antagonista.
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cecefrey78
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venerdì 5 settembre 2014
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step up, più "step" che "up"
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Con "Step Up : All In Vegas" si chiude il cerchio dei film di ballo più famosi al mondo.
Step Up All In, è un film che (ad occhio) non brilla di certo per una trama "solida" , ma vedere i ballerini più talentuosi che hanno da sempre fatto della saga di "STEP UP" un vero e proprio spettacolo , senza dubbio è un buon inizio.
Il film gode più di lati "negativi" che "positivi" (specialmente qui in Italia a partire dalla locandina del film che vede protagonista straordinaria Lorella Boccia che apparirà per mezzo centesimo di secondo del film e Guè Pequeno come doppiatore che tanto doppiatore non è), e tutto ciò coronato da una serie di fattori che non mi sono proprio piaciuti.
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Con "Step Up : All In Vegas" si chiude il cerchio dei film di ballo più famosi al mondo.
Step Up All In, è un film che (ad occhio) non brilla di certo per una trama "solida" , ma vedere i ballerini più talentuosi che hanno da sempre fatto della saga di "STEP UP" un vero e proprio spettacolo , senza dubbio è un buon inizio.
Il film gode più di lati "negativi" che "positivi" (specialmente qui in Italia a partire dalla locandina del film che vede protagonista straordinaria Lorella Boccia che apparirà per mezzo centesimo di secondo del film e Guè Pequeno come doppiatore che tanto doppiatore non è), e tutto ciò coronato da una serie di fattori che non mi sono proprio piaciuti.
Il primo fra tutti è il fatto che il film stesso si chiude a riccio, nel senso che sembra più un "salutiamoci tutti e via" che "l'ultimo capitolo di una serie di film di ballo", le coreografie vengono sparate a raffica sullo schermo e anche se sono complete e visivamente spettacolari da guardare non entusiasmano granchè.
Il doppiaggio italiano di Guè Pequeno è pessimo e carente sotto ogni punto di vista.
Il lato positivo è il ballo finale che è stato l'unica davvero in grado di coinvolgere sotto il punto di vista sia della coreografia adottata che per la colonna sonora.
Le location o LA location è spettacolare ed è ripresa dalle telecamere in maniera molto positiva inquadrando bene la panoramica.
Di balli ce ne sono di adrenalinici e qualitativamente eccellenti (come la battaglia sul ring) ma vengono sparato a raffica e troppo in fretta.
Tuttavia è un buon film , apprezzabile dagli amanti del genere.
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mickey97
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mercoledì 27 agosto 2014
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buon film anche se i balli non sono spettacolari
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Dopo gli eventi di Step up Revolution Sean vuole sfondare il mondo del ballo ma dopo una serie di audizioni finite male e di umiliazioni nei bar, I Mob decidono di lasciare Los Angeles per tornare a Miami ma Sean non vuole ancora arrendersi e contatta Muso affinchè venga messa in piedi una nuova crew così da partecipare al The Vortex, una gara di ballo che si tiene a Las Vegas la cui fondatrice è la vistosa Alexxa Brava. Tutti e cinque i film della saga condividono una struttura sempre uguale a se stessa ( lo scontro fra gang, la grande gara finale e la storia romantica che si mescola ai doveri del ballo ) ma differiscono nel modo di architettare i balli, in questo quinto film non solo si balla di meno ma le coreografie non sono neanche tanto originali, esse appaiono semplici anche in occasione del gran finale.
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Dopo gli eventi di Step up Revolution Sean vuole sfondare il mondo del ballo ma dopo una serie di audizioni finite male e di umiliazioni nei bar, I Mob decidono di lasciare Los Angeles per tornare a Miami ma Sean non vuole ancora arrendersi e contatta Muso affinchè venga messa in piedi una nuova crew così da partecipare al The Vortex, una gara di ballo che si tiene a Las Vegas la cui fondatrice è la vistosa Alexxa Brava. Tutti e cinque i film della saga condividono una struttura sempre uguale a se stessa ( lo scontro fra gang, la grande gara finale e la storia romantica che si mescola ai doveri del ballo ) ma differiscono nel modo di architettare i balli, in questo quinto film non solo si balla di meno ma le coreografie non sono neanche tanto originali, esse appaiono semplici anche in occasione del gran finale. Step up All in comunque risulta egualmente un buon prodotto vista la capacità di coinvolgere a dovere lo spettatore nonostante i balli non siano spettacolari ed originali quanto quelli dei film precedenti ed a questi vengono anteposte questioni private che rappresentano un valore aggiunto. Da questo quinto episodio per quanto riguarda i balli ci aspettavamo di più, è vero, ma tirando le somme c'è da dire che questa è stata una bellissima saga.
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