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Il primo film russo in 3D e in tecnologia IMAX sceglie di raccontare uno degli episodi più eclatanti della storia nazionale: la battaglia di Stalingrado (autunno '42) contro l'invasore nazista. Lo fa nel modo meno utile, resuscitando schemi e tòpoi da cinema nazionalista d'altri tempi.
Prima di tutto, abbiamo il classico scontro in stile 'Davide contro Golia' interpretato dal manipolo dei cinque-sei soldati protagonisti, baldi giovani coraggiosi e onesti, contro le ben nutrite schiere di feroci crucchi. In secondo luogo, abbiamo il tema della salvaguardia del sacro ventre femminile, rappresentato da Katja, ragazza innocente e indifesa che troverà protezione sotto l'ala dei nostri; al contrario di una donna che invece per sopravvivere si prostituisce presso il nemico. E poi schermaglie e combattimenti sempre vinti dai nostri d'astuzia e di coraggio, frasi d'amore per la patria, personaggi che si trasmutano da così a così rivelando tenerezze insospettabili, ecc. La rappresentazione sullo schermo non aiuta a prendere sul serio questa pellicola: scenari e colori sono talmente esagerati da rassomigliarla a una copia moderna e mal riuscita di '300'.
In verità non sarebbe un film così terribile ma avrebbe dovuto offrire molto di più, considerando il budget molto alto messo a disposizione, la profusione di mezzi tecnici e, tanto per esagerare, la colonna sonora a cura di Angelo Badalamenti. Purtroppo il cinema russo, un po' in tono con la storia politica di questa nazione, quando si trova a gestire grandi risorse vira sempre su un fragile gigantismo.
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