Rada

Film 2014 | Drammatico 70 min.

Regia di Alessandro Abba Legnazzi. Un film Da vedere 2014 con Renzo Cavatorta, Giorgio Sartorello, Paolo Mondello, Giacomo Gaggero, Alessandro Bagioli. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2014, durata 70 minuti. - MYmonetro 2,98 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 dicembre 2014

Nato a Brescia nel 1980, il regista lavora nelle scuole elementari e nei centri di aggregazione giovanili, coordinando laboratori di cinema. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Globi d'oro,

Consigliato sì!
2,98/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,44
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un gruppo di ex marinai a riposo: un "imbarco senza ritorno" a metà strada tra documentario e finzione.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
giovedì 4 dicembre 2014
Recensione di Raffaella Giancristofaro
giovedì 4 dicembre 2014

Casa di riposo per marittimi G. Bettolo, Camogli, provincia di Genova. Una struttura dei primi anni '30, affacciata sul golfo, che ospita chi una volta viaggiava per mare. Giorgio, torso nudo, cappellino da Popeye e molti rimpianti, fa lavoretti di manutenzione e ammaina e ritira la bandiera sulla terrazza, come se vivesse ancora a bordo. Sommergibilista durante la Seconda Guerra, Renzo, 95 anni, non ha ancora perso la voglia di vivere: insieme al molto più giovane compagno di giochi Paolo gioca all'Enalotto sperando nell'ultima botta di una vita piena di rischi ed espe rienze. Primo, detto "il poeta", passa il tempo componendo e leggendo le proprie odi, indignandosi con l'amico Giacomo per l'insensibilità dei coinquilini. Sandro si dedica all'osservazione delle stelle col suo raffinato telescopio, tenendosi in esercizio con calcoli di distanze astronomiche. Agostino è contento di scendere regolarmente in spiaggia da marzo a novembre, ma se qualcosa lo angustia, come la cattiva regolazione dell'aria condizionata in camera, è pronto a tirare fuori le unghie.
L'idea di partenza di Rada è potente e poetica: familiarizzare con un gruppo di ex marinai e coinvolgerli nella scrittura di un film che contrapponga alle loro vite libere e avventurose la staticità, i limiti di manovra e l'isolamento delle loro giornate da ospiti di una struttura di ricovero che sembra una grande nave in attesa di entrare in porto. Si scoprono caratteri diversi - dal baldanzoso al timido, dall'istruito al proletario - si resta aaffascinati da nomi che evocano mondi esotici (Golfo del Bengala, Canale di Panama, da Capo Horn a Capo Nord). Eppure molto del potenziale umano e narrativo sembra rimanere fuori campo, incastrato nella rete di rapporti tra la troupe e il "cast" ma invisibile allo spettatore, come se quei marinai avessero affascinato i filmmaker al punto tale di sostituirsi a loro al timone del film. Dall'eccezionalità del set naturale e di una categoria professionale così particolare era lecito aspettarsi un'attenzione più profonda, dettagliata alle storie e all'ambiente, mentre qui la regia sembra aver elargito troppo - per non dire ceduto - alle velleità istrioniche di chi è ripreso: è il caso di alcuni imbarazzi malcelati davanti alla macchina da presa (come la sequenza alquanto sciatta dell'inscenamento della morte di Renzo) che il bianco e nero digitale registra implacabile, e che forse un training, o ancora meglio un editing più severo, avrebbe smussato. A meno di non leggere Rada come un'opera a cui, ancora prima di trovare un pubblico, interessi e basti il fatto stesso di essere stata realizzata, avendo come priorità la dimensione sociale di questo «imbarco senza ritorno», essere mockumentary psicologico della terza età. Soggetto curioso per essere sviluppato interamente in chiave fiction, magari come un Amici miei - Atto III tra ex naviganti, Rada coltiva un'ostinata diversità, ponendosi sul crinale tra osservazione dal vero e ricostruzione. In questo caso la miglior definizione resta quella dell'autore: «né documentario né fiction ma un esperimento di cinema condiviso».

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L'ora dell'ultimo sbarco.

Nella casa di riposo per gente di mare a Camogli, una ciurma di marinai in pensione aspetta l'ora dell'ultimo sbarco. In questa fase di stallo perenne, un quasi centenario sommergibilista gioca al superenalotto sognando di vincere un viaggio in crociera per ballare il tango con la donna dei sogni, un vecchio palombaro si aggira nei corridoi recitando le proprie poesie ad alta voce, un macchinista su bananiere africane combatte contro il gelo dell'aria condizionata, un comandante di navi mercantili ricerca nelle stelle la rotta per la propria nave e un nostromo nostalgico bestemmia mentre rincorre con il binocolo le navi all'orizzonte. L'istituto di Camogli si trasforma in un laboratorio di storie di mare, tra slanci d'improvvisazione e vite vissute, mentre dal tetto dell'edificio gli uomini guardano il sole tramontare, come su un bastimento fermo all'ancora, in rada.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 16 aprile 2015
danielearro

Gli occupanti della "Casa di riposo per gente di mare" di Camogli si preparano al loro ultimo viaggio e giocano a fare ancora i marinai: la casa di riposo è la loro nave, che purtroppo non si muove,  le stanze asettiche e iper-climatizzate sono le loro "cabine" e ognuno gioca a ricoprire un ruolo, come quando si navigava davvero.

lunedì 8 dicembre 2014
no_data

Rada ha il grande pregio di far sorridere e commuovere con la delicatezza dei suoi personaggi. 

venerdì 5 dicembre 2014
Fabio Ferrero

Rada è un bel film. Delicato e Divertente. Non capita spesso di trovare un documentario che riesca a far commuovere e ridere (e si ride di gusto). L'avevo visto al Torino Film Festival dove tra l'altro ha vinto il premio come miglior documentario italiano e l'ho rivisto volentieri anche ieri sera in streaming. Bravo il regista che ha raccontato queste storie di marinai in pensione.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Redazione
ANSA

Sono belli questi vecchietti di 'Rada', film di Alessandro Abba Legnazzi in concorso nella sezione documentari del Torino Film Festival. Belli con le loro facce piene del mare che hanno visto durante tutta la loro vita. Sono quelli della casa di riposo per marinai di Camogli, affacciata sulla baia Paradiso, una ciurma in pensione in attesa dell'ultimo sbarco, ma che non rinuncia, nonostante l'età, [...] Vai alla recensione »

Alessandro Viale
OndaCinema

A Camogli esiste la casa di riposo per la Gente di Mare "G. Bettolo", destinata esclusivamente ai marinai in pensione e Alessandro Abba Legnazzi, giovane regista bresciano, mette in scena un documentario di finzione per raccontarne il microcosmo immenso e denso di umanità: c'è il bestemmiatore, rude ma sempre pronto a qualche perla di saggezza, c'è l'amante di astronomia che spiega le orbite gravitazionali [...] Vai alla recensione »

Matteo Bagnasacco
Cine Dams Torino

Camogli, Casa di riposo per marittimi "G. Bettolo". Ci porta qui Alessandro Abba Legnazzi, per mostrarci come trascorrono le loro giornate 18 marinai ormai in pensione. Rada, titolo del film, significa un'estensione di mare più o meno vasta, circondata da coste, dove le navi possono ancorare e sostare al riparo dai venti e dalle correnti. La casa di riposo si trova proprio in una rada, come fosse una [...] Vai alla recensione »

Niccolò Zancan
La Stampa

Il comandante Alessandro Bagioli, 78 anni, ha un solo rimpianto nella vita. «Avrei voluto studiare di più» dice passeggiando nell'ora ancora calda, subito dopo pranzo. «Mi sono imbarcato che ero ragazzino. A quell'epoca si pensava solo ad aiutare la famiglia. Ma con il tempo ho capito che avrei voluto un'istruzione migliore. Mi sarebbe servita, navigando.

Luca Marchetti
Sentieri Selvaggi

Nel bel documentario di Abba Legnazzi, dentro la Casa del Marinaio, ospizio per anziani lupi di mare, il regista recupera le straordinarie storie di questo gruppo di sopravvissuti, uomini margine per eccellenza, anziani eroi che hanno scelto la solitudine di una vita passata in ogni porto, sulle rotte tra l'Alaska e il Senegal, ora imbarcati nel loro ultimo lungo viaggio.

Chiara Accogli
Milano Film Network

Il pranzo e la cena; la visita e il riposo; il mare e la casa. Trascorre lentamente e ovattata la quotidianità nella casa di riposo G. Bettolo, storica istituzione della marina mercantile italiana, a picco sulla spiaggia di Camogli. Per diciotto marinai in pensione l'ultimo imbarco «è stato senza ritorno», quella casa ha rappresentato l'approdo. Un sommergibilista gioca al superenalotto nella speranza [...] Vai alla recensione »

Renato Venturelli
Film Doc

La casa di riposo per gente di mare di Camogli era già stata il set del film forse più controverso e sottovalutato di Renato Castellani, "Mare matto" (1963): è su quella scalinata davanti al mare, sotto la luce piena del sole, che il vecchio marittimo Odoardo Spadaro scopriva in una lunga scena beffarda e patetica di essere stato ingannato dai propri figli, con Belmondo e gli altri che lo spingevano [...] Vai alla recensione »

Margherita Fratantonio
TaxiDrivers

Un po' di sano umorismo ci regala invece Rada di Alessandro Abba Legnazzi, nella ripresa quotidiana della casa di riposo per gente di mare a Camogli. Un edificio che si affaccia sul mare, con ampia terrazza a simulare la nave su cui hanno passato tutta la loro vita. Si sa, i vecchietti fanno sorridere con le loro svagatezze e le loro manie, mentre cercano una continuità con quello che erano e quello [...] Vai alla recensione »

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