ele
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domenica 7 marzo 2021
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un cane che si morde la coda
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Se volete perdervi , in tutti i sensi , nei salti temporali del protagonista, accomodatevi.
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carloalberto
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lunedì 14 dicembre 2020
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parto gemellare dei fratelli omozigoti
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Il film dei fratelli omozigoti Spierig è un parto gemellare con due storie parallele, l’una appartenente al genere fantasy, con cervellotici paradossi temporali privi di coerenza e soluzione logica, e l’altro al genere drammatico esistenziale, con il racconto di un transessuale delle vicissitudini della sua vita, dall’infanzia trascorsa in un orfanotrofio fino alla dolorosa transizione. Le due storie si intrecciano giustificandosi a vicenda senza, tuttavia, mai fondersi in una identità unica, così che a prevalere è ora l’uno ora l’altro dei due generi.
La pellicola rimane così sospesa a metà strada fino a virare, nel finale incredibile, nel vero senso della parola, verso il fantasy puro, restando comunque godibile, anche se non memorabile, per la performance attoriale dei due protagonisti, Ethan Hawkee Sarah Snook,ed un’ambientazione distopica suggestiva in una dimensione atemporale.
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Il film dei fratelli omozigoti Spierig è un parto gemellare con due storie parallele, l’una appartenente al genere fantasy, con cervellotici paradossi temporali privi di coerenza e soluzione logica, e l’altro al genere drammatico esistenziale, con il racconto di un transessuale delle vicissitudini della sua vita, dall’infanzia trascorsa in un orfanotrofio fino alla dolorosa transizione. Le due storie si intrecciano giustificandosi a vicenda senza, tuttavia, mai fondersi in una identità unica, così che a prevalere è ora l’uno ora l’altro dei due generi.
La pellicola rimane così sospesa a metà strada fino a virare, nel finale incredibile, nel vero senso della parola, verso il fantasy puro, restando comunque godibile, anche se non memorabile, per la performance attoriale dei due protagonisti, Ethan Hawkee Sarah Snook,ed un’ambientazione distopica suggestiva in una dimensione atemporale.
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luca scialo
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sabato 12 dicembre 2020
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perdersi in un loop temporale per ritrovare se stessi
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I fratelli Spierig riescono nel tentativo di trasporre un romanzo del 1959, Tutti voi zombie. Una non facile missione, poiché il film vive di diversi flashback spaziotemporali e si basa su una storia che tocca il tema dei transgender e della crisi d'identità. Il tutto raccontando le vicende di un agente della polizia temporale che finisce per perdersi nel suo particolare lavoro "a spasso nel tempo". Cercando di ricostruire la sua identità e cambiare magari il proprio destino. Storia toccante, che va oltre la fantascienza. E se lo spettatore finisce per perdersi, si ritroverà nel finale dove tutto torna. Cosa rara quando si guarda un film del genere.
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elgatoloco
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mercoledì 9 ottobre 2019
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da heinlein un film notevole
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Trattto da"...All You Zombies..."di Robert A.Heinlein, racconto del 1959, questo film"Predestination"di Michael and Peter SPierig)(ci parla di viaggi sessuali, di ermafroditismo(che però non è assolutamente il tema principale, semmai la molla che fa scattare l'ingranaggio), ma soprattutto di identità persa, mai ritrovata. Insolito per e nella cultura USA dominante, complessivamente ottimista e "positiva", lo straordinario racconto heinleiniano, decisamente, appunto, fuori dei "canoni"dominanti negli States, era dificilissimo da rendere filmicamente e gli Spierig Brothers , comunque, vi riescono in parte(il resto è lasciato allo spettatore, che conviene rimandare comunque alla lettura del testo letterarioo)con l'uso di ellissi, "salti"(che corrispondono ai buchi nello spazio-tempo che appunto si attuano con i citati "viaggi nel tempo")e interruzioni, dove Sarah Snok regge il doppio ruolo di Joan-John e l'agente temporale è invece Ethan Hawke.
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Trattto da"...All You Zombies..."di Robert A.Heinlein, racconto del 1959, questo film"Predestination"di Michael and Peter SPierig)(ci parla di viaggi sessuali, di ermafroditismo(che però non è assolutamente il tema principale, semmai la molla che fa scattare l'ingranaggio), ma soprattutto di identità persa, mai ritrovata. Insolito per e nella cultura USA dominante, complessivamente ottimista e "positiva", lo straordinario racconto heinleiniano, decisamente, appunto, fuori dei "canoni"dominanti negli States, era dificilissimo da rendere filmicamente e gli Spierig Brothers , comunque, vi riescono in parte(il resto è lasciato allo spettatore, che conviene rimandare comunque alla lettura del testo letterarioo)con l'uso di ellissi, "salti"(che corrispondono ai buchi nello spazio-tempo che appunto si attuano con i citati "viaggi nel tempo")e interruzioni, dove Sarah Snok regge il doppio ruolo di Joan-John e l'agente temporale è invece Ethan Hawke. Il resto è, appunto, in mano ai registi e al"patto"filmico con lo spettatore-la spettatrice, nel seguire peripezie e"passaggi"che si rivelano più"gnoseologici"e"ontologici"che psicologici, dato che è appunto la predestinazione, il condizionamento totale legato a quanto determina l'esistenza(per cui, almeno parzialmente, salta ogni"principium individuationis", tra l'altro)piuttosto che la libera scelta dell'esistenza, il"liberium arbitrium", volendo, dato che questo è, appunto, totalmente predestinato. Un film difficile, sconcertante, in parte "duro"per chi si accosti al cinema con attese da "divertimento"(dove il lemma stesso, peraltro, è molto discutibile e da riesaminare seriamente, pena l'essere totalmente in balia di quanto viene proposto), ma appunto per questo una sfida. Se vogliamo parlare di"SF", termine per molti versi abusato e ormai decisamente in ritardo con molte prospettive anche scientifiche che ormai sono decisamente realtà o si appprestano a diventarlo a breve, "Predestination"guarda avanti(nonostante la scrittura del testo letterario rimonti, appunto, a sessant'anni fa...)e si colloca in una sorta di "twilight zone"(e, rispetto a quanto detto sopra, la scelta del termine non è casuale)che sta tra quanto già conosciamo e quanto, forse, ci apprestiamo a conoscere prossimamente... El Gato
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ennio
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lunedì 29 gennaio 2018
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film volutamente incomprensibile
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Non ci ho capito quasi nulla, una volta finita la lunga confessione al bar. Ma forse è stato meglio così. Anche i dialoghi e le riflessioni sull'amore e sui massimi sistemi risultano del tutto inutili, inseriti in una non-trama costellata di continui colpi di scena che vorrebbero essere sorprendenti ma risultano del tutto gratuiti. Del resto, se dai a un tizio una straordinaria macchina del tempo gli conferisci i superpoteri di Harry Potter o Super Pippo, e puoi cambiare la realtà in ogni momento.
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andremeri
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martedì 26 dicembre 2017
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una lenta agonia per lo spettatore
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Fatta eccezione per i primi minuti, in cui si inganna lo spettatore facendolo passare per il film d’azione che non è, questa pellicola è piatta e noiosa. E quando finalmente sembra che si voglia arrivare al punto, ecco che si riesce addiruttura (incredibilmente) a peggiorare!
Un totale nonsenso, una storia fine a sè stessa che non emoziona, non insegna, non racconta nulla. Alla fine del film è lo spettatore che vorrebbe possedere la macchina del tempo, per poter tornare indietro di qualche ora e salvarsi la serata, scegliendo altro.
Bocciato su tutti i fronti
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foxxina
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venerdì 1 dicembre 2017
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capolavoro!
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Uno dei migliori film che ho visto! Bellissima trama, complicata e piena dall'inizio di colpi di scena! Spettacolare davvero
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contrammiraglio
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domenica 15 ottobre 2017
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paradossi
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Ci sono talmente tanti paradossi in questo film che alla fine diventa addirittura paradossale il guardarlo.
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noureddine el harti
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giovedì 12 ottobre 2017
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film ispirato dalle più antiche riflessioni umane
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“Predestination” è un film complesso, leggibile in diverse chiavi.
Con il viaggio nel tempo riesce a depistare il pubblico limitandolo al fantastico ed al fantascientifico: i personaggi (quelli della società, del bar, della scuola… ecc.) sembrano ornamenti del quadro centrale (la neonata, la madre, il padre, l’agente ed il terrorista). Invece, mettendo a fuoco il quadro da solo, sorge il concetto “teo-filosofico” appannato dagli ornamenti.
La pellicola è profonda in quanto ispirata dalle riflessioni più antiche della mente umana: si lascia intravedere nel quadro (neonata, madre, padre, l’agente e terrorista) il riferimento ad una sola persona, cioè, la fusione/confusione del politeismo con il monoteismo.
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“Predestination” è un film complesso, leggibile in diverse chiavi.
Con il viaggio nel tempo riesce a depistare il pubblico limitandolo al fantastico ed al fantascientifico: i personaggi (quelli della società, del bar, della scuola… ecc.) sembrano ornamenti del quadro centrale (la neonata, la madre, il padre, l’agente ed il terrorista). Invece, mettendo a fuoco il quadro da solo, sorge il concetto “teo-filosofico” appannato dagli ornamenti.
La pellicola è profonda in quanto ispirata dalle riflessioni più antiche della mente umana: si lascia intravedere nel quadro (neonata, madre, padre, l’agente e terrorista) il riferimento ad una sola persona, cioè, la fusione/confusione del politeismo con il monoteismo.
Il rapporto con lo specchio: quando non si osa guardare in faccia il proprio nuovo sé.
L’agente, uccidendo il terrorista uccide sé stesso, riportandoci al concetto: uccidere un’anima è come uccidere tutta l’umanità …
Forse ho troppa fantasia o la mia lettura è fuori binario.
Riguardò con molto interesse questo film, se ne avrò nuovamente l’occasione.
noureddine el harti
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fabal
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mercoledì 11 ottobre 2017
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piacevole puzzle da ricostruire
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In un confuso inizio vediamo un uomo che viene sfigurato nel tentativo di disinnescare una bomba. Poi l'attenzione si sposta al bancone di un bar, dove l'avventore decide di raccontare al barman la sua storia, scommettendo una bottiglia di whisky che sarà la più strana mai ascoltata. Il barista (Ethan Hawke) accetta e l'altro (Sarah Snook) incomincia: si chiamava Jane, ma è diventato maschio in seguito a una gravidanza che ha evidenziato una deformazione del suo apparato genitale. Porta rancore per l'uomo che l'ha resa madre e poi abbandonata, lo stesso che probabilmente le ha portato via la bambina appena nata. A questo punto il barista offre a John/Jane di trovarsi faccia a faccia con l'uomo che gli/le ha rovinato la vita: il suo mestiere è infatti del di essere un "tempoliziotto", cioè un agente incaricato di viaggiare nel tempo per prevenire delitti e stragi.
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In un confuso inizio vediamo un uomo che viene sfigurato nel tentativo di disinnescare una bomba. Poi l'attenzione si sposta al bancone di un bar, dove l'avventore decide di raccontare al barman la sua storia, scommettendo una bottiglia di whisky che sarà la più strana mai ascoltata. Il barista (Ethan Hawke) accetta e l'altro (Sarah Snook) incomincia: si chiamava Jane, ma è diventato maschio in seguito a una gravidanza che ha evidenziato una deformazione del suo apparato genitale. Porta rancore per l'uomo che l'ha resa madre e poi abbandonata, lo stesso che probabilmente le ha portato via la bambina appena nata. A questo punto il barista offre a John/Jane di trovarsi faccia a faccia con l'uomo che gli/le ha rovinato la vita: il suo mestiere è infatti del di essere un "tempoliziotto", cioè un agente incaricato di viaggiare nel tempo per prevenire delitti e stragi. La sua missione attuale, l'ultima, è catturare il terrorista fizzle bomber, prima che possa compiere una strage nel 1975. Finora ha sempre fallito: tuttavia è convinto che l'assassino sia lo stesso uomo che ha abbandonato John.
Piacevole film multigenere, fantascientifico nel contesto, drammatico nella resa. La frenesia delle brevi e incomprensibili clip iniziali, è rotta dal lungo dialogo frontale tra i bravissimi interpreti di Predestinanion: un barbuto Ethan Hawke e, soprattutto, una trasformista Sarah Snook (che nel suo make-up mascolinizzante somiglia a Di Caprio da giovanissimo). Il solo racconto in flashback è già sufficiente ad emozionare, unificando il grottesco al sentimentale. Poi la vicenda si complica, in un enigma da ricostruire pezzo per pezzo, anno dopo anno, in cui le identità dei protagonisti si intrecciano tra passato, presente e futuro. Solo nel finale i nodi verranno davvero al pettine.
Ricostruire il puzzle è uno sforzo di concentrazione estenuante ma piacevole, che obbliga lo spettatore a interessarsi con minuzia alla trama di Predestination, nonostante i paradossi temporali siano davvero troppo paradossali. Non è il rompicapo cinematografico più avvincente, né il primo a giochicchiare con i salti temporali e le duplicazioni d'identità - L'esercito delle 12 scimmie, Source Code o Donnie Darko, ma anche Primer, l'elenco sarebbe lungo - ma poco importa: il punto forte di Predestination non è la sua portata cosmica, ma la sua storia circoscritta e funzionante. Lo svolgimento cattura l'attenzione per tutti i novantasette minuti e il finale, purtroppo intuibile una volta svelata la meccanica dei primi colpi di scena, non strabilia ma chiude bene il cerchio.
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