enzo70
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mercoledì 30 marzo 2016
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un full monty alla pugliese
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Da qualche anno la Puglia è diventata regione d’elezione per la commedia italiana; e c’è poco dire da dire funziona. Pane e burlesque è la solita storia degli ultimi tempi, arriva la crisi, le fabbriche chiudono e la gente si trova ad arrangiarsi. Ma cosa accade quando torna la figlia dell’ex proprietario della fabbrica di ceramiche che per lavoro fa la spogliarellista, no, che ho detto, fa il burlesque, l’arte raffinata della seduzione? E che succede se le sue ballerine se ne vanno ed è rimasta sola? Può succedere che moglie e madri imparino a svestirsi lentamente, perché a fianco ed oltre il burlesque serve il pane. Tipica commedia all’italiana, ma di quelle intelligenti, con il finale scontato, un pò d’ammorre e qualche risata qua e là.
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Da qualche anno la Puglia è diventata regione d’elezione per la commedia italiana; e c’è poco dire da dire funziona. Pane e burlesque è la solita storia degli ultimi tempi, arriva la crisi, le fabbriche chiudono e la gente si trova ad arrangiarsi. Ma cosa accade quando torna la figlia dell’ex proprietario della fabbrica di ceramiche che per lavoro fa la spogliarellista, no, che ho detto, fa il burlesque, l’arte raffinata della seduzione? E che succede se le sue ballerine se ne vanno ed è rimasta sola? Può succedere che moglie e madri imparino a svestirsi lentamente, perché a fianco ed oltre il burlesque serve il pane. Tipica commedia all’italiana, ma di quelle intelligenti, con il finale scontato, un pò d’ammorre e qualche risata qua e là. Ma il film funziona, è gradevole, bravo il regista, bravi gli attori. Nessuna pretesa, ma pretesa non c’è.
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stefano bruzzone
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sabato 11 luglio 2015
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no comment
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da evitare come la peste
voto: 4
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gianluca sersante
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venerdì 19 giugno 2015
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splendido film
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davvero un bel film brava la regista e interpreti godibilissimo ps la scena delle lucciole e' fantastica...
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miranbaricic
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mercoledì 24 dicembre 2014
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brutto
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Film assolutamente mediocre che palesa l'incapacità della regista in moltissimi sensi. Trama narrata male, temi proposti trattati MOLTO superficialmente e personagg malriusciti. In particolare mi sento in dovere di dire quando sia malriuscita la realizzazione della protagonista, insopportabile e seccante soto tutti i punti di vista, dal suo ORRENDO accento francese (che se doveva fare ridere non mi ha fatto ridere) al suo modo di fare così ostentatamente (ed inutilmente) francofilo.Poi qualcuno mi spieghi per quale motivo verso metà film si metta a sbandierare il suo problema familiare più intimo e delicato davanti a TUTTA la cittadina in cui è ambientato il film.
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Film assolutamente mediocre che palesa l'incapacità della regista in moltissimi sensi. Trama narrata male, temi proposti trattati MOLTO superficialmente e personagg malriusciti. In particolare mi sento in dovere di dire quando sia malriuscita la realizzazione della protagonista, insopportabile e seccante soto tutti i punti di vista, dal suo ORRENDO accento francese (che se doveva fare ridere non mi ha fatto ridere) al suo modo di fare così ostentatamente (ed inutilmente) francofilo.Poi qualcuno mi spieghi per quale motivo verso metà film si metta a sbandierare il suo problema familiare più intimo e delicato davanti a TUTTA la cittadina in cui è ambientato il film. TUTTA! Diciamolo: è un personaggio davvero infantile.Davvero inutile poi la presenza di Laura Chiatti, ma non solo in questo film, intendo nel mondo recitativo in generale. Per tornare alla trama poi non passavano certo inosservati alcuni buchi davvero grossi. E il finale? Davvero penoso. Un mio amico, il quale è più o meno della mia stessa opinione riguardo al film, è dovuto uscire per un impegno prima della fine della visione, e quando gli ho raccontato il ridicolo finale non è riuscito a trattenere le risate. Giuro. A proposito di risate, anche su questo campo il film è davvero lacunoso: gag e battute prevedibilissime e penose.
Il mio commento finale? Potrebbe recensirlo Yotobi (youtuber famoso soprattutto per le sue recensioni comiche a film particolarmente brutti)
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liuk!
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domenica 7 dicembre 2014
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puglia forever
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Sempre la Puglia, ultimamente cornice di innumerevoli film che ne decretano il successo a scapito della ben più cara Sardegna. Qui siamo a Monopoli, zona vecchia, dove alcune ragazze si inventano ballerine di Burlesque in un paese retrogrado e conservatore. Battute scontate, niente di veramente interessante, ma l'idea sta in piedi. Complessivamente però non ne consiglio la visione.
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donato prencipe
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lunedì 24 novembre 2014
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un elogio alla donna
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L'opera prima di Manuela Tempesta è un film tutto rivolto al femminile, cercando, al tempo stesso, di far riflettere tutti quegli uomini che alle volte si dimenticano di intendere la donna come una creatura meravigliosa, dotata di un intelletto e una versatilità ben superiore a loro stessi, qualità che le permettono molto spesso di riuscire a cavarsela anche in situazioni molto complesse e difficili da affrontare, riuscendo a risollevarsi, facendo leva su un 'intelligenza molto acuta e sottile. Situazioni difficili e logoranti, come può esserlo una crisi finanziaria raccontata nel film.
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L'opera prima di Manuela Tempesta è un film tutto rivolto al femminile, cercando, al tempo stesso, di far riflettere tutti quegli uomini che alle volte si dimenticano di intendere la donna come una creatura meravigliosa, dotata di un intelletto e una versatilità ben superiore a loro stessi, qualità che le permettono molto spesso di riuscire a cavarsela anche in situazioni molto complesse e difficili da affrontare, riuscendo a risollevarsi, facendo leva su un 'intelligenza molto acuta e sottile. Situazioni difficili e logoranti, come può esserlo una crisi finanziaria raccontata nel film. La storia vede protagonista Sabrina Impacciatore (Baciami ancora) alias Giuliana Bontempi ritornare nel suo paesino nativo nell'entroterra pugliese e sconvolgere buona parte, se non tutti, i suoi abitanti. Mimì La Petite, nome d'arte col quale si fa chiamare dal suo ritorno a casa, porta nel paesino una ventata di novità, mista a seduzione e un pizzico di trasgressione che prende il nome di “Burlesque”. Naturalmente tutto ciò è uno vero e proprio shock per quella che può essere una vita di paese e per delle menti rimaste parecchio indietro negli anni e che fanno fatica a comprendere certe tematiche, come ad esempio l'abbandono di una visione patriarcale della famiglia o l'intendere il corpo di una donna come una forma d'arte, che nella sua totalità è sinonimo di bellezza assoluta e non limitarsi a vederlo come un oggetto scandaloso indipendente dalle sue funzioni intellettive. Il buon Edoardo Leo (Buongiorno papà) è Vincenzo, titolare di una merceria che la crisi ha letteralmente messo in ginocchio così come la maggior parte delle persone dell'intero paesino, disoccupati a causa della chiusura di un'importante fabbrica di ceramiche su cui si poggiava praticamente l'intera economia. La fabbrica in questione appartiene, come lascito del padre, a Giuliana Bontempi, tornata in paese proprio per venderla ad alcuni acquirenti. Laura Chiatti (Io, loro e Lara) è la moglie di Vincenzo, Matilde, ed una delle quattro donne che verrà convinta da Mimì ad intraprendere la strada del Burlesque. Assieme a loro due vi sono anche Teresa interpretata da Michela Andreozzi (Tutta colpa di Freud) e Viola che ha il volto di Giovanna Rei (Quello che le ragazze non dicono), oltre all'unico accompagnatore delle quattro “femme fatale” Marco Bonini (L'anno mille) nel ruolo di Mago Zep. Grazie al Burlesque, questo tornado di sensualità, le nostre protagoniste riusciranno, senza non poche fatiche, ad ammorbidire le dicerie popolari e ad innalzare la figura della donna come merita. Una nota stonata che mi porta a muovere una critica negativa al film è l'ostinazione nel far recitare a tutti i costi con la cadenza pugliese attori che sono nati da tutt'altra parte, rendendo così meno credibili i loro ruoli. Ma non sarebbe meglio in questi casi farli recitare con la loro cadenza, sia essa romana o napoletana? D'altronde la storia recente d'Italia ci racconta come al giorno d'oggi sia difficile che una persona viva e nasca nello stesso paese, ma si è portati, per diversi motivi, a dover andare a vivere in posti con usi e costumi diversi dai nostri, per cui non sarebbe uno scandalo imbattersi in un soggetto che parla con un'inflessione pugliese a Verona o viceversa, ma è solamente il decorso della storia che va avanti e che ci dovrebbe vedere più affini e “aperti” ai cambiamenti, spogliandoci dei soliti stereotipi e cercando, nel caso di un film, di raccontarlo nel modo più attuale possibile.
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johnford
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giovedì 12 giugno 2014
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putost che nient, putost !!!!
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SE TI CAPITA DI VEDERE QUESTO "FILMETTO" IN UNA GIORNATA IN CUI SEI PROPENSO AD ACCONTENTARTI DI POCO, BHE',RIESCI PERSINO A NON RIMPIANGERE IL PREZZO DEL BIGLIETTO.
PELLICOLA DALLA SCENEGGIATURA INCREDIBILE, AMBIENTAZIONE INCREDIBILE, ATTORI INCREDIBILI, REGISTA INCREDIBILE.
SI SCRIVE INCREDIBILE MA SI LEGGE "NON CREDIBILE".
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eusebio abbondanza
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mercoledì 11 giugno 2014
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una operazione commerciale non riuscita
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All'esordiente regista è stata data un'opportunità che capita raramente: una grande società di produzione e distribuzione, un gruppo di bravissimi attori, un montatore e un direttore della fotografia di altissimo livello e un budget tutt'altro che povero.
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All'esordiente regista è stata data un'opportunità che capita raramente: una grande società di produzione e distribuzione, un gruppo di bravissimi attori, un montatore e un direttore della fotografia di altissimo livello e un budget tutt'altro che povero.
Un po' come mettere una Ferrari in mano a un principiante che abbia appena ricevuto il foglio rosa. E infatti il risultato è decisamente mediocre.
Perché la commedia è un genere difficile, che richiede capacità innate o acquisite attraverso una lunga esperienza. Bisogna avere orecchio e senso del ritmo, capacità di scrittura e di direzione degli attori.
In questo film non c'è nulla di tutto questo. La recitazione delle quattro protagoniste è discontinua, priva di una regia che le sappia armonizzare. La sceneggiatura gira a vuoto, e i tentativi di inserire il contesto sociale e la questione della disoccupazione sono solo un paravento, un po' patetico, che non trova mai una armonizzazione con una serie di scenette che vorrebbero essere "comiche", ma che risultano puerili o stantie.
E' davvero triste che una giovane esordiente abbia realizzato un film così vecchio nell'impianto, pieno di stereotipi sulla provincia che nemmeno negli anni '50, con un lieto fine così smaccatamente buonista da far ricredere anche lo spettatore più bendisposto.
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flyanto
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lunedì 9 giugno 2014
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uno dei diversi modi per combattere la crisi econo
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Film in cui si racconta di una donna che ritorna dopo tanti anni a Monopoli, il suo paese natio, e che, a causa della forte crisi economica, è costretta a vendere la fabbrica di porcellane del proprio padre ormai defunto. Nel corso della vicenda si scopriranno i motivi per cui la donna ha abbandonato il luogo di nascita e come nel frattempo ha provveduto a mantenersi, e cioè diventando una quasi famosa soubrette di "burlesque", l'arte di fare lo spogliarello con classe ed ironia. A questo punto, venuta a contatto con la moglie del cugino ed altre due donne giovani del paese disoccupate e piene di debiti, decide di insegnare loro l'arte del "burlesque" al fine di proporne una rappresentazione in una tournée di spettacoli presso vari teatrini.
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Film in cui si racconta di una donna che ritorna dopo tanti anni a Monopoli, il suo paese natio, e che, a causa della forte crisi economica, è costretta a vendere la fabbrica di porcellane del proprio padre ormai defunto. Nel corso della vicenda si scopriranno i motivi per cui la donna ha abbandonato il luogo di nascita e come nel frattempo ha provveduto a mantenersi, e cioè diventando una quasi famosa soubrette di "burlesque", l'arte di fare lo spogliarello con classe ed ironia. A questo punto, venuta a contatto con la moglie del cugino ed altre due donne giovani del paese disoccupate e piene di debiti, decide di insegnare loro l'arte del "burlesque" al fine di proporne una rappresentazione in una tournée di spettacoli presso vari teatrini. Questo ovviamente creerà scandalo presso il paese dalla mentalità chiusa e bigotta e porterà a far succedere vari avvenimenti che però si risolveranno alla fine in maniera del tutto positiva.
Questa commedia di Manuela Tempesta è un'opera senza alcun dubbio leggera ma divertente e nel complesso ben costruita e comprensiva di una brillante sceneggiatura e pertanto risulta molto piacevole a vedersi. Oltretutto il tema della crisi economica e tutta la trama in generale ruota intorno ai personaggi femminili e pertanto la pellicola è vista tutta da un'ottica femminile.
Le protagoniste sono rispondenti ai propri ruoli e risultano divertenti e per nulla volgari nei loro goffi tentativi di presentare le proprie performances di "burlesque". Tra tutte, però, spicca in maniera preponderante Sabrina Impacciatore su cui in pratica poggia tutto il film: la sua verve, la sua simpatia e la sua innata ironia e comicità la contraddistinguono nettamente in maniera positiva rispetto alle altre, seppure egregie nella loro recitazione, ponendola al centro di tutta la vicenda.
Ideale come puro scaccia pensieri.
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