Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate |
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Un film di Peter Jackson.
Con Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, Evangeline Lilly, Lee Pace.
continua»
Titolo originale The Hobbit: The Battle of Five Armies.
Fantastico,
Ratings: Kids+13,
durata 144 min.
- USA, Nuova Zelanda 2014.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 17 dicembre 2014.
MYMONETRO
Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'avidità rende ciechi.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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venerdì 1 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jackson saluta definitivamente (speriamo) la terra di mezzo mettendo in scena l'ultimo capitolo di un progetto forse un po' troppo ambizioso. La scelta di dilatare la storia dello Hobbit Bilbo Baggins in tre lunghissimi film non mi ha mai convinto del tutto e in questo finale ho trovato la conferma dei miei timori. Dopo una partenza pimpante, che però è più che altro la conclusione della pellicola precedente, la trama si incolla su se stessa, proponendo protagonisti che vanno da li a qui senza che questo riesca ad attirare l'attenzione. Tutto si muove lentamente, quasi che il regista abbia smarrito il giusto ritmo della sua storia. E' vero, ci sono le scenografie imponenti e un sacco di messaggi su come l'avidità renda ciechi e di come l'oro corrompa le amicizie, con una spruzzatina di vero amore che non guasta mai. Però è tutto bloccato dalle sabbie mobili fino alle ginocchia e la storia non va mai veramente avanti. E allora, in tutta questa esposizione, non resta che godersi l'aspetto visivo del lavoro. Al solito Jackson scarica sullo schermo tonnellate di CGI, quasi a trasformare la sua opera in un film di animazione. Va detto che in questo caso, probabilmente, non può muoversi diversamente, vista la quantità generosa di creature saltate fuori dall'ombra per la konkvista ti monto. Nella maggior parte dei casi i suoi effetti speciali fanno davvero un gran lavoro, come integrazione nella scenografia e credibilità complessiva. Non mancano sbavature (come i quattro nani che scalano la montagna, che onestamente sembrano appiccicati sopra lo sfondo), ma il grosso delle scene risultano coinvolgenti e ben realizzate. Il meglio, visivamente parlando almeno, viene fuori quando iniziano a infuriare le battaglie. Un vero peccato che lo schema con cui siano state studiate sia sempre lo stesso: eroi che attaccano e sopravanzano i bruti, questi ultimi che ribaltano la situazione ed elemento esterno che arriva a risolvere il tutto per il meglio. Inizialmente questa trovata in stile "arrivano i nostri" esalta, è evidente. Però alla terza occasione trasforma gli scontri in avvenimenti ampiamente prevedibili, levando anche quel poco di mordente che una guerra dall'esito scontato potrebbe avere. Può sembrare incredibile ma tra pixel e mostri digitali ci sono anche degli attori. Inutile infierire sulla povera Lilly o sull'invecchiatissimo Bloom, che interpreta un se stesso in teoria più giovane. Convincono di più i nani vari, forse perché devastati da un make up pesantissimo, e i due protagonisti, Gandalf e Bilbo, che già in passato hanno dato dimostrazione di essere indovinati per i loro ruoli. Ma questo film non si salva, così come non si salva tutta la trilogia dello Hobbit. Se nel Signore Degli Anelli costruire un progetto imponente era doveroso, qui l'unico risultato di tutto è stato dare peso alla forma, tralasciando la sostanza. Si potrebbe obbiettare che i messaggi profondi ci sono, ma secondo me è solo un'illusione, perché i protagonisti si spiegano troppe cose e viene lasciato pochissimo spazio per le rivelazioni sotto traccia (che secondo me sono quelle che restano). Inoltre Jackson non può più sperare nell'effetto meraviglia che la prima trilogia regalò al suo pubblico. L'insistere nell'eccesso ha prodotto tre film plasticosi, dilatati e che mi sono sembrati poco intensi. Ecco, magari farne due e più corti, avrebbe permesso a quest'opera di avere un senso. Così proprio no.
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