Titolo originale | Kreditis limiti |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Georgia, Germania, Francia |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Salome Alexi |
Attori | Nino Kasradze . |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 6 settembre 2014
CONSIGLIATO NÌ
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Nino è stata ricca e felice sotto il regime sovietico. Moglie e madre di due figli, prova adesso a sopravvivere dentro la Georgia indipendente e una casa ormai svuotata di bene e buonsenso. Perché la crisi economica che si è abbattuta sul suo Paese ha bruscamente interrotto la sua attività commerciale e con quella la sua vita agiata. Vita a cui Nino ripensa con nostalgia, passando da un banco dei pegni all'altro, da un convivio all'altro, da un bicchiere all'altro. Per nulla rassegnata all'indigenza, impegna anelli e oggetti cari di famiglia per una piega, una borsetta o un bel vestito, mentendo a se stessa e alle persone che come sua madre e un anziano affittuario dipendono da lei. Sommersa dai debiti e incalzata dai creditori, farà un passo azzardato e un mutuo di troppo.
Alla maniera della sua protagonista, e probabilmente in maniera funzionale al personaggio, Line of Credit non va da nessuna parte. Precipitata in un paese che nel 2005 realizzò un boom edilizio senza precedenti e che conosce oggi un serio arresto, Nino gira a vuoto, senza una strategia d'azione o la minima capacità di prevedere quello che potrebbe accadere, adeguandovi con saggezza l'agire. A lasciare perplessi nel film della regista georgiana è proprio la sua 'eroina', latrice di una crisi e di una difficoltà, il pignoramento della casa, che non mette mai in apprensione lo spettatore. La mancanza di empatia, che disattiva intenzione e denuncia del film, si produce a causa di uno scarto fastidioso tra le condizioni in cui versa la famiglia di Nino e la volontà della protagonista di mantenere un profilo alto. Profilo che sperpera il denaro raccolto a fatica ed è presagio di (legittimo) tracollo. Intorno a Nino si muovono poi personaggi venuti dal nulla di cui non comprendiamo l'inaspettata generosità, che contribuisce al mantenimento dello status sociale di Nino. Nino che sotto l'ala 'protettiva' dell'U.R.S.S. ha evidentemente conosciuto giorni migliori e messo al mondo figli indifferenti o degeneri, che come lei giocano d'azzardo e perdono miseramente.
Diversamente dal film di Soldini (Giorni e nuvole), che affrontava ugualmente il radicale cambiamento di vita di una coppia seguito all'instabilità economico-lavorativa e all'esclusione dalla società che avevano fondato, Line of Credit non porta mai a coscienza della protagonista, e a conoscenza dello spettatore, la consapevolezza di sé e della fragile inconsistenza del suo futuro. Regista georgiana sensibile alla questione femminile e alla relazione che la donna intrattiene col mondo del lavoro, Salomé Alexi disegna un personaggio incapace di percepire la propria collocazione nel mondo col sopraggiungere dei mutamenti politici e dei bisogni differenti. La crisi, punto di partenza e di chiusura del film (le didascalie che riferiscono la misura del fenomeno e il numero di georgiani espropriati dalle banche a causa di mutui insoluti), non agisce mai sul piano tangibile e sensibile del film, lasciando la famiglia borghese protagonista connessa alle logiche del consumo e del possesso. Troppo debole e decisamente artificioso l'espediente dell'amica malata di cancro, che rende se possibile più frivola la protagonista, sollecita a chiedere l'ennesimo prestito, ad acquistare una borsetta e ad allungare contanti alla sfortunata. Contanti sufficienti a un giro di chemio e a un giro di alcol, unica fuga al senso di nullità a cui confina il vuoto della precarietà e dell'idiozia.