lucas previtali
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venerdì 3 giugno 2022
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il futuro alle spalle - it follows
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It Follows si apre con una scena che in qualche modo chiarifica fin da subito il significato del film, una lenta panoramica circolare che mostra una ragazza scappare impaurita da qualcosa di invisibile, con in sfondo un tipico quartiere di periferia americano. Questa circolarità non è solo una scelta stilistica per presentarci uno dei protagonisti del film, la periferia urbana statunitense, ma un avviso che il film lancia allo spettatore fin dall’inizio. Il film segue le vicende di un gruppo di ragazzi alle prese con la quotidianità in un mondo che sembra non appartenergli fino in fondo, nel quale si muovono ma quasi da intrusi. È proprio provando a sovvertire questa normalità che Jay, la vera e propria protagonista del film, si ritrova condannata a una sorta di maledizione.
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It Follows si apre con una scena che in qualche modo chiarifica fin da subito il significato del film, una lenta panoramica circolare che mostra una ragazza scappare impaurita da qualcosa di invisibile, con in sfondo un tipico quartiere di periferia americano. Questa circolarità non è solo una scelta stilistica per presentarci uno dei protagonisti del film, la periferia urbana statunitense, ma un avviso che il film lancia allo spettatore fin dall’inizio. Il film segue le vicende di un gruppo di ragazzi alle prese con la quotidianità in un mondo che sembra non appartenergli fino in fondo, nel quale si muovono ma quasi da intrusi. È proprio provando a sovvertire questa normalità che Jay, la vera e propria protagonista del film, si ritrova condannata a una sorta di maledizione. Jay compie un atto sessuale con un ragazzo, che però dopo averla narcotizzata le rivela che da quel momento in poi sarà perseguitata da un’entità malefica. Questo è il mostro che dà il titolo al film, un mostro che può assumere le sembianze di chiunque e che seguirà Jay per raggiungerla e poi ucciderla. L’unica possibilità di sfuggire a questa entità è quella di consumare un rapporto sessuale con un’altra persona, in modo di passare la maledizione, come una sorta di malattia sessualmente trasmissibile. “It” è un pronome scelto non a caso, in quanto rappresentazione di un mostro non ben definito e fluido e visibile solamente dalla persona in quel momento presa di mira. Jay, assieme al suo gruppo di amici che una volta compresa la situazione decidono di aiutarla, si ritrova quindi costantemente in fuga, braccata da un predatore mutevole e difficilmente identificabile. Questa fuga non è una semplice fuga dalla morte, assume un significato più profondo se vista nel contesto nel quale si svolge il film. I ragazzi vivono in un mondo che non li comprende, o che non vuole comprenderli, lasciati a loro stessi e alle loro paure, alle loro insicurezze. Il mostro non è solo un presagio di morte che si palesa nella testa dei protagonisti che ormai non più bambini ne hanno consapevolezza, ma la rappresentazione di un disagio interiore, individuale e collettivo. È la paura dell’ignoto, del futuro, che si avvicina sempre di più fino a che non li raggiunge, fino a che non c’è più tempo. La paura è quella di diventare come gli adulti che li circondano, che ai loro occhi sono invisibili e che infatti nel film appaiono solo di sfondo, sfocati. Una volta arrivati a quel punto non rimane che la morte. Questa contrapposizione tra la gioventù alle prese che i propri demoni e il mondo degli adulti richiama molto il classico di Wes Craven “Nightmare”. Anche in quel caso il mondo dei grandi era in contrasto con quello dei ragazzi, non capendoli e nemmeno sforzandosi di farlo, lasciandoli quindi in balia del loro destino. Quello al film del 1984 non è l’unico rimando ai grandi classici del genere, l’America suburbana rappresentata nel film ricorda le strade di “Halloween”, mentre il mostro che può assumere varie forme rimanda a “La Cosa”. Infatti It Follows si inserisce perfettamente nella nuova corrente horror statunitense che prova a reinventare il genere, sul modello del new horror americano anni ’70, lavorando sulle atmosfere, sul terrore dato dall’ignoto. Dai classici del genere quindi il film non prende soltanto ispirazione, ma impara la lezione e la riadatta alla modernità. La gestione dell’orrore infatti è basata sul non visto, su dei tempi dilatati che aumentano la tensione e sull’uso della colonna sonora che a volte irrompe prepotentemente nella scena, fatta di sintetizzatori che richiamano le musiche di John Carpenter. Il mostro che insegue la protagonista è come un’ombra, un essere che si muove lentamente ma inesorabile, come una sorta di zombie di romeriana memoria. Non viene mai inquadrato a fuoco, è sempre di sfondo, distante ma ingombrante. Alcune scelte stilistiche aiutano ad accrescere il senso di paura e di disagio, come l’uso di varie panoramiche con la macchina da presa che ruota attorno ai personaggi, facendo provare anche allo spettatore il senso di disorientamento e la perdita di punti di riferimento. Le diverse soggettive dal punto di vista del mostro con dei lenti carelli in avanti e dei lunghi zoom verso i protagonisti creano un grande senso di tensione e rendono perfettamente l’idea dell’inevitabilità della morte che si avvicina. Anche le ambientazioni negli spazi aperti, sempre vasti e a tratti sconfinati restituiscono una sensazione di impossibilità alla fuga, perché ovunque vadano i protagonisti, non importa quanto lontano, prima o poi verranno raggiunti. La morte si avvicina e Jay e i suoi amici decidono di provare a sconfiggerla, attirando il mostro in una piscina coperta per provare a fulminarlo e in effetti il piano con qualche difficoltà sembra funzionare, il mostro viene ucciso. Successivamente i ragazzi si ritrovano in un ospedale, dove una delle amiche legge un passaggio de “L’idiota” di Dostoevskij: «[…] il dolore essenziale non è affatto quello delle ferite, è il sapere con certezza che fra un’ora, poi fra dieci minuti, poi fra mezzo minuto, poi adesso, ecco proprio ora, l’anima vola via dal corpo e tu come persona non esisterai più, e questo ormai con certezza». La chiave del film sta proprio in questa citazione. Il mostro non rappresenta la morte, la morte arriva solo alla fine, una volta che il mostro si è avvicinato abbastanza. La certezza è che prima o poi quel momento arriverà. A inseguire Jay sono le paure, i dubbi, che la stanno raggiungendo. Un gioco di paradossi, dove l’avvenire, il futuro, è l’inseguitore e non l’inseguito. In un mondo normale Jay, e con lei tutti gli altri ragazzi dovrebbero essere predatori del proprio destino, non prede. Quello che dovrebbe stare davanti, a portata di mano, pronto a essere raccolto, sta dietro, alle spalle. “It” è stato veramente sconfitto? L’ultima scena del film vede Jay con il suo nuovo ragazzo che camminano mano nella mano nel tipico quartiere di periferia visto nella scena iniziale. Dietro di loro si intravede una figura, fuori fuoco, che li insegue camminando lentamente. Il film finisce con questa scena ma sembra essere tornato all’inizio, come se il tempo si fosse girato su sé stesso, come il movimento circolare della macchina da presa nel prologo. Non si può di certo sfuggire al mostro, ma si può imparare a conviverci. I due mentre camminano sono felici e incuranti di ciò che gli sta dietro. Il finale del film è aperto, incerto. La stessa incertezza dalla quale Jay era in fuga e che ora si è lasciata alle spalle.
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mercoledì 13 ottobre 2021
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utas74
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sabato 5 giugno 2021
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horror da piangere.
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Ho visto questo film convinta che fosse un horror di tutto rispetto, in base alle recenziani. Ma il film è lento, noioso prevedibile e anche scarso di contenuti.
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mr.rizzus
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mercoledì 24 febbraio 2021
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capolavoro
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martedì 23 febbraio 2021
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spettacolare
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martedì 23 febbraio 2021
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lunedì 8 febbraio 2021
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elgatoloco
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giovedì 9 luglio 2020
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fantasmatico , ma...
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Quando ci si trova di fronte a un film come"It Follows"(David Robert Mitchell, anche soggettista, sceneggiatore, produttore, 2014)la prima reazione è di grande interesse, di continua sollecitazione a seguire il film con grande attenzione, trattandosi di un tema la persecuzione sessuale-soprannatuale che prometre il"fantasmatico", l'altro, sempre interpretabile sia come"puro fantastico"sia leggibiile psicanaliticamente(il"fantasma"freudiano- lacaniano, ma anche l'"ombra" jughiana, se vogliamo dettagliare), dunque di per sè il soggetto è interessantissimo, aprendosi poi a un ventaglio di possibili interpretazioni"aperte" e, volendo, anche"ompoossibili"(dove cioà una co-esiste con altre), , senza che l'autore scenda in campo a darci la sua "versione dei"non fatti", il che parrebbe una volontà di non interferenza-non spiegazione"diretta"molto apprezzabile, Personalmente, lo dico subito, rifuto che Mitchell abbia voluto, anche solo velatamente, alludere all'HIV-AIDS: è problematica ormai consunta, quasi"dimenticata", non più molto ricercata/studiata, non presente nelle discussioni scientitiche come mediate in modo dominante, quasi"esiliata"-rimossa, ora, ma poi non è decisamente questa la cifra nella quale si debba leggere il fim, che propende per qualcosa di molto più "impalpabile", di meno legato alla"terrestità materiale".
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Quando ci si trova di fronte a un film come"It Follows"(David Robert Mitchell, anche soggettista, sceneggiatore, produttore, 2014)la prima reazione è di grande interesse, di continua sollecitazione a seguire il film con grande attenzione, trattandosi di un tema la persecuzione sessuale-soprannatuale che prometre il"fantasmatico", l'altro, sempre interpretabile sia come"puro fantastico"sia leggibiile psicanaliticamente(il"fantasma"freudiano- lacaniano, ma anche l'"ombra" jughiana, se vogliamo dettagliare), dunque di per sè il soggetto è interessantissimo, aprendosi poi a un ventaglio di possibili interpretazioni"aperte" e, volendo, anche"ompoossibili"(dove cioà una co-esiste con altre), , senza che l'autore scenda in campo a darci la sua "versione dei"non fatti", il che parrebbe una volontà di non interferenza-non spiegazione"diretta"molto apprezzabile, Personalmente, lo dico subito, rifuto che Mitchell abbia voluto, anche solo velatamente, alludere all'HIV-AIDS: è problematica ormai consunta, quasi"dimenticata", non più molto ricercata/studiata, non presente nelle discussioni scientitiche come mediate in modo dominante, quasi"esiliata"-rimossa, ora, ma poi non è decisamente questa la cifra nella quale si debba leggere il fim, che propende per qualcosa di molto più "impalpabile", di meno legato alla"terrestità materiale". detto questo e apprezzate varie inquadrautre, deicsamente interessanti, a un certo punto sorge una reazone di rifiuto, di"Negazione", per cui ci si viene a chiedere"cui prodest?", cosa vuol dimosrare /non dimostrare(il fascino dell'indimostrabile è assoluto, come vari esperimenti scientifici dimostrano e hanno dimostrato), l'autore?Vine da oensare a un film ormai antico, come"Teorema"che Pier paso Pasolini, mezzo seoclo fa(forse anzi qualcosa di più...)aveva scrtoe diretto, scrivendo contemparanemente anche una versione solo letteraria, in qualche modo"Indpedente". Nulla a che vedere, si crederebbe, di primo acchito, mentre invece tematicamente anche là: una fmailigia in crisi per le"attenzioni intime "di un"visitatore misterioso", dove anche in quel caso Pasoini non hao anzi aveva fornito chiavi interpretative tali da consentire facili identificazioni.... e riconoscimenti. ;Ma il ptahos espressivo lè era fortissimo e stimolava alla discussione, anche allo sconcerto, mentre qui si esce dal film con quel senso di"Mancanza"che non è"vorrei saperne di più", ma l'insoddisfazione per qualcosa di incompiuto, di "non realizzato", che forse Mitchell completerà in qualche modo, in film successivi. Discreti, ma a t ratti meno convincenti, gli interpreti principali Miaka Monroe(nome omen...)anche se Marilyn in realtà era Norma Jeane, , Jake Weary e Daniel Zovatto. El Gato
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math
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sabato 21 dicembre 2019
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il ritorno del simbolismo!
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It Follows non è un capolavoro. Perché un film venga giudicato con tale appellativo deve rispettare determinati criteri, quali: l'innovazione dell'opera, il tempo storico in cui è stata partorita e la sua influenza su opere a venire. It Follows non ne rispetta nessuno.
Tuttavia, è davvero un ottimo film. La storia è davvero interessante, molto intelligente e molto curata. Una ragazza che viene inseguita da un essere di cui ha paura, e di cui tenta di liberarsene tramite un rapporto sessuale, non è banale ed è molto originale. A mio parere, essa rappresenta una metafora riguardo la vita di chiunque.
Tutti abbiamo paura di qualcosa, e, a volte, cerchiamo di scappare da ciò, pensando di affrontarla lasciandocela alle spalle.
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It Follows non è un capolavoro. Perché un film venga giudicato con tale appellativo deve rispettare determinati criteri, quali: l'innovazione dell'opera, il tempo storico in cui è stata partorita e la sua influenza su opere a venire. It Follows non ne rispetta nessuno.
Tuttavia, è davvero un ottimo film. La storia è davvero interessante, molto intelligente e molto curata. Una ragazza che viene inseguita da un essere di cui ha paura, e di cui tenta di liberarsene tramite un rapporto sessuale, non è banale ed è molto originale. A mio parere, essa rappresenta una metafora riguardo la vita di chiunque.
Tutti abbiamo paura di qualcosa, e, a volte, cerchiamo di scappare da ciò, pensando di affrontarla lasciandocela alle spalle. Ma, una volta affrontata questa paura, ne arriverà sicuramente un'altra. Esistono anche paure che, purtroppo, ci inseguiranno per tutta la nostra esistenza. Questo è ciò che ho tratto dal film, il quale risulta, quindi, simbolico. La messa in scena da parte del regista David Mitchell è davvero notevole, e, a tratti, mi ha spaventato. E' discutibile la recitazione degli attori, che, seppur notevole, non eccelle.
Non è un film destinato a rimanere nella storia. Se il mondo fosse iniziato nel 2014, forse avrebbe avuto senso elevarlo a ''capolavoro''.
Ma, considerando il periodo in cui è uscito ed i tempi che corrono, purtroppo il film è distante anni luce dall'essere considerato tale. E' molto ambizioso, e cupo. Inoltre la colonna sonora gioca un ruolo importante, ed è essenziale per la riuscita del film.
Agli amanti dell'horror, questo film forse passerà inosservato, ma lo consiglio vivamente. Considerando che viviamo in tempi in cui i film sono preconfezionati e le major cinematografiche danno al film preconfezionati, It Follows fa la differenza.
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ilaria1973
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mercoledì 16 gennaio 2019
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perché fare un film mix tra anni 80/2015?
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Non riesco a sopportare il fastidio che mi evoca il mix tra gli anni 80/90ed i tempi attuali: quella musica continua in sottofondo che fa tanto NIGHTMARE, l’ambientazione anni 80(abiti, tagli di capelli, televisori e film trasmessi in bianco e nero, bmx, arredamento) Ma hanno i cellulari e i Kindle, Toyota ibrid. Se vuoi ambientarlo negli anni 80, fallo totalmente.
Cio che rende i film anni 80 pessimi(riguardandoli oggi), è proprio quella musica scadente.
La storia non ha un senso, non si capisce da cosa derivi questa sorta di maledizione. La mamma poi? Inesistente, proprio come in NIGHTMARE. Non è realistico. Un film horror OGGI, per mettere vera paura, deve rappresentare il modo di vivere attuale.
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Non riesco a sopportare il fastidio che mi evoca il mix tra gli anni 80/90ed i tempi attuali: quella musica continua in sottofondo che fa tanto NIGHTMARE, l’ambientazione anni 80(abiti, tagli di capelli, televisori e film trasmessi in bianco e nero, bmx, arredamento) Ma hanno i cellulari e i Kindle, Toyota ibrid. Se vuoi ambientarlo negli anni 80, fallo totalmente.
Cio che rende i film anni 80 pessimi(riguardandoli oggi), è proprio quella musica scadente.
La storia non ha un senso, non si capisce da cosa derivi questa sorta di maledizione. La mamma poi? Inesistente, proprio come in NIGHTMARE. Non è realistico. Un film horror OGGI, per mettere vera paura, deve rappresentare il modo di vivere attuale. Questo è solo un film vintage che non ha né capo né coda.
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