I NOSTRI RAGAZZI (IT, 2014) diretto da IVANO DE MATTEO. Interpretato da ALESSANDRO GASSMAN, GIOVANNA MEZZOGIORNO, LUIGI LO CASCIO, BARBORA BOBULOVA, ROSSELLA LAURENTI SELLERS, JACOPO OLMO ANTINORI
I fratelli Massimo e Paolo Lauri, il primo avvocato e il secondo chirurgo pediatrico, sono entrambi sposati e con famiglia: Massimo ha per moglie Sofia e Paolo si è coniugato con Clara, guida dei musei antichi della capitale italiana in cui tutti e quattro vivono. Fra i due uomini non corre troppo buon sangue e anche le due cognate si detestano senza darsi premura di nasconderlo. Paolo e Clara hanno avuto un figlio, ora adolescente, di nome Michele, timido e non proprio propenso ad applicarsi negli studi, mentre dal matrimonio fra Massimo e Sofia è nata Benedetta, ragazza emancipata e intraprendente, della stessa età del cugino. Una volta al mese i due fratelli con le rispettive consorti s’incontrano, per volere del giureconsulto, per cenare in un ristorante molto chic (sempre lo stesso da dieci anni). I loro figli si frequentano spesso e poco a poco si viene a crear tra loro un attaccamento pressoché morboso. Una sera sono entrambi invitati ad un rave party, e Michele va via prima che la festa finisca in quanto ubriaco, e Benedetta, per precauzione, lo segue. Il giorno seguente, a Chi l’ha visto? viene proiettato il video dell’aggressione di una mendicante di mezz’età ad opera di due minorenni che dapprima la pigliano a pugni e calci per poi trascinarla, agonizzante, all’altro marciapiede della strada. La donna finisce in coma e rischia di morire; l’accusa che grava sulla coppia dei misteriosi assalitori è omicidio preterintenzionale. Clara è la prima a visualizzare quel video e, riconoscendo il cappotto bianco che indossava l’aggressore maschio (giacché si aveva a che fare con scapestrati di sesso opposto), sospetta che possa trattarsi di suo figlio Michele. L’altra potrebbe, di conseguenza, essere Benedetta. Una serie di circostanze, sia fortuite che meno fortuite, arrivano a confermare le impressioni che ormai tutti e quattro i genitori nutrono: coloro che hanno mandato in ospedale la donna sono senza ombra di dubbio, alla luce delle prove inconfutabili raccolte, Michele e Benedetta. Sprofondati nello sconforto, tardano a decidere sul da farsi, ma poi, superato l’intoppo dovuto all’incredulità, all’incertezza e ad un virulento stupore, Massimo, che inizialmente aveva optato per ricorrere a tutte le attenuanti possibili per salvare i due ragazzi dal carcere, adesso intende denunciare Michele, se non altro perché sua figlia, consapevole di quello che ha commesso e soprattutto d’esser stata lei a trascinare il cugino nel misfatto, il giorno dopo andrà a costituirsi. Nasce una lite furibonda tra i fratelli che vede Paolo e Clara abbandonare in anticipo il ristorante. Usciti, alla fine del pasto, anche Massimo e Sofia, quest’ultima rientra un attimo perché ha dimenticato la borsa, ma dal vetro di dentro assiste all’investimento del marito per mano della macchina guidata dal cognato… Critica convenzionale e conformista alle storture comportamentali della borghesia romana, ma non priva qua e là di sagacia e inventiva, acclimatata su un versante buio e con un’induzione perenne (come attestato dalle scene spesso poco illuminate) che però non mangia l’intero spazio ad una scrittura psicologicamente approfondita dei personaggi, la quale ha dunque il pregio di avvantaggiarsi d’una sceneggiatura sobria e ciononostante dal mordente effettivo. Racconta, come molti altri film italici dei nostri tempi ma anche meglio della maggior parte, dell’annichilimento adolescenziale provocato da utilizzi errati delle moderne tecnologie che vanno ad obnubilare il pensiero e invogliano alla violenza gratuita, scaturente sovente da eventi di scarsissimo conto che poi, tuttavia, si trasformano in possibili tragedie per l’accanimento della violenza stessa su vittime innocenti. De Matteo dirige i quattro attori protagonisti formandone un quartetto ottimamente bilanciato, col preciso obiettivo di non dar ragione né a una coppia né all’altra, valutando entrambe le posizioni e propugnando diritti e doveri a livello coniugale, fraterno e paterno-filiale. Il suo sguardo sugli adolescenti odierni è molto severo, e per questo centra il bersaglio, proprio ai fini del suo negativismo che disprezza una pessimistica visione per abbracciare un approccio più filosofico ed endocentrico. Abbiamo un Gassman assai in forma nel ruolo del difensore legale combattuto fra responsabilità lavorative e sentimenti di famiglia, una Mezzogiorno pragmatica capace di assumere risoluzioni nel minor tempo possibile, un Lo Cascio a suo modo sensibile e corretto poiché fa di tutto per edulcorare le altrui sofferenze e una Bobulova affettuosa sul lato materno ma assente per quel che riguarda il problem solving. Riconosciuto di interesse culturale dal Ministero. Prodotto da Marco Poccioni e Marco Valsania per Rodeo Drive. Fanno storcere il naso sia la cattiva distribuzione nelle sale all’epoca dell’uscita sia il fatto che sia stato snobbato a Venezia 2014: non è un prodotto impeccabile, ma quanto a verità ne dice quante un bravo oratore sul palco ad egli adeguato.
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