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ATTENZIONE: SPOILER!
Il film è diviso in cinque capitoli: 1) Introduzione, priva di titolo; un cameriere è investito da un fuoristrada. 2) Dino; Dino (Bentivoglio), un imprenditore immobiliare entra in un fondo controllato dalla famiglia Bernaschi, di cui sua figlia Serena (Gioli) è frequentatrice abituale. Siccome non ha un soldo si fa prestare 700'000 euro da una banca, naturalmente le cose precipitano. 3) Carla; Carla (Bruni Tedeschi), la moglie di Bernaschi, trova un teatro abbandonato da ristrutturare. Chiede allora al marito (Gifuni) di comprarlo e ristrutturarlo per promuovere le arti. L’affare andrà a rotoli perché i Bernaschi stanno perdendo montagne di quattrini. 4) Serena; Serena, la figlia di Dino, conosce Luca (Anzaldo), un ragazzo problematico e si innamora, ma, quando una sera lei e il ragazzo riportano a casa il figlio ubriaco dei Bernaschi (Pinelli), Lyca prende sotto il ciclista. Ad essere accusato sarà il figlio dei Bernaschi. 5) Il capitale umano; Dino ricatta Carla e chiede 980'000 euro (e un bacio) in cambio della prova che il figlio è innocente. Luca si taglia le vene ma sopravvive e va in prigione. I Bernaschi alla fine trionfano: hanno puntato sulla rovina dell’Italia, e hanno vinto. Scritto da Virzì, Francesco Piccolo e Francesco Bruni, tratto dal romanzo di Stephen Amidon è un dramma tutto italiano che non è esagerato definire thriller. È un melodramma sotto il segno del Dio Denaro che racconta di tre infelici: Dino, per il suo status sociale; Carla, per la sua vita inutile; Serena, per la sua vita difficile con un padre disinteressato e un fidanzato idiota. Le uniche buone, in questo mare di cattivi, sono le donne. Tutte? No, neppure loro sono pulite, a parte il personaggio della Golino e quello di Serena: infatti la pur buona e innocente Carla, ex-attrice di teatro è innegabilmente quello che l’attore teatrale (Lo Cascio) la accusa di essere, una perdente, infatti ha preferito sposare Giovanni Bernaschi che rischiare e continuare a fare quello che le piaceva. Costruito benissimo, con dialoghi spiazzanti e una squallida ambientazione brianzola ha i suoi punti di forza nel suo essere, a suo modo, internazionale; nella grandiosa regia di Virzì; e negli attori, tutti, dal primo all’ultimo, bravissimi: capitanati da uno straordinario Bentivoglio, personaggio viscido come pochi altri; ma anche la Bruni Tedeschi, Gifuni e la Golino sono suoi degni compari. Apriamo una parentesi a parte: Matilde Gioli, esordiente, classe 1989, ci regala una grande interpretazione di quelle che raramente ci si aspetta da un’esordiente. La rivedremo, si spera.
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