luca scialo
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domenica 19 aprile 2020
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successi e tormenti di un'artista dei record
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Tate Taylor traspone sul grande schermo la vita di James Brown, uno spavaldo rivoluzionario della Musica. Basta solo leggere i soprannomi che gli sono stati affibbiati nel corso della sua carriera: Soul Brother Number One, Mr. Dynamite, The Hardest-Working Man in Show Business, Minister of The New New Super Heavy Funk, Mr. Please Please Please, Universal James, Funky President, The King of R&B, e il più noto di tutti, "The Godfather of Soul". Colui che non aveva un genere preciso, ma ha ispirato la nascita di una miriade di generi musicali, nonché quella di grandi artisti delle epoche contemporanee o successive. Come Mike Jegger, Prince o Michael Jackson. Giusto per citare qualche nome. Come sovente accade nei biopic, si alterna il presente, con flashback sulle origini e i primi passi nella musica.
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Tate Taylor traspone sul grande schermo la vita di James Brown, uno spavaldo rivoluzionario della Musica. Basta solo leggere i soprannomi che gli sono stati affibbiati nel corso della sua carriera: Soul Brother Number One, Mr. Dynamite, The Hardest-Working Man in Show Business, Minister of The New New Super Heavy Funk, Mr. Please Please Please, Universal James, Funky President, The King of R&B, e il più noto di tutti, "The Godfather of Soul". Colui che non aveva un genere preciso, ma ha ispirato la nascita di una miriade di generi musicali, nonché quella di grandi artisti delle epoche contemporanee o successive. Come Mike Jegger, Prince o Michael Jackson. Giusto per citare qualche nome. Come sovente accade nei biopic, si alterna il presente, con flashback sulle origini e i primi passi nella musica. E come tanti grandi artisti, anche la vita di James Brown è stata caratterizzata da una infanzia difficile (la madre lo abbandona e successivamente lo disconosce, così come poco dopo farà il padre), ma anche dal riscatto dato dal proprio talento innato e dalla voglia di rifuggire da una vita difficile. Ad interpretare il grande artista è il talentuoso Chadwick Boseman. Che dà anima e corpo per somigliare il più possibile a lui. Il trucco e parrucco gli danno sicuramente una grossa mano, ma le mimiche facciali non le regala nessuno. La pellicola non si concede particolari licenze poetiche. Romanza certo alcuni passaggi e rende a tratti Brown una macchietta. Ma sono aspetti quasi inevitabili per la fruizione commerciale di un biopic. Si ferma al 1993, con un momento toccante di riappacificazione con l'amico e collega di sempre Bobby Bird in occasione di un concerto. James Brown morirà il giorno di Natale del 2006 e Bird, da fedele amico, lo seguirà l'anno successivo.
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elisap.
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giovedì 16 aprile 2020
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la pancia ascolta
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...e andando oltre un eccessivo make up caricatoriale, il film si fa guardare oltre che ascoltare, con empatica comprensione.
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elgatoloco
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giovedì 2 aprile 2020
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get it up comunque valida biografia filmata
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"Get It Up"(2014, Tate Taylor), biografia filmata o meglio film biografico su James Brown è, comunque, un valido film biografico. D'accordo; esiste il rischio di identificare la vita di un arista(in questo caso indubbio "mago"del soul, del groove, di come questi generi(sempre che anche il"groove"lo si voglia considerare un genere msuciale a sé stante) abbiano influenzato realmente la pop music)siano influenzati dalle esperienze di vita, dunque l'identificazione(di matrice senz'altro romantica(tra vita e arte. Ma nel caso di Brown, scomparso nel 2006, senza che la sua vita sia quella di un"dannato", di un"artiste maudit", vero e proprio, prescindere dalle condizioni di indigenza e di sostanziale abbandono in cui era vissuto da bambino(madre assente, padre particamente idem, zia paterna che lo obbligava, già da bambino, a portare soldi a casa), dunque i flsh-backs continui inseriti nel film o meglio parte costitutiva vera e proprioa del film stesso per spiegare il perché di certi comportamente aggressivi dell'artista fino alla vecchiaia hanno certamente un senso, non sono"inserzioni peregrine"o mera volontà di ricadere nell'anzidetta identificazione vita-arte, ma nascono da un background reale, che ha influenzato la sua vita come quella di altri perosnaggi, purché si tenga conto del fatto che ogni esistenza è diversa dalle altre,del fatto che essa ha una sua specificità che sarebbe assolutamente assurdo voler ritrovare in altre persone(una delle certezze assolute della psicologia contemporanea, contro riduzionismi meccanicistici di altre epoche, decisamente passate): Oltre all'abbandono geniitroaile, senz'altro, ma anche collegate all'abbandono, sono determinanti le condizioni economcihe di partenza(peraltro Brown nasce nel 1933, in un'epoca in cui, nonsotante il"New Deal", gli USA erano ancora segnati dalla devastante crisi economica e finanziaria legata al crollo di Wll Street nel 1929), in una zona tra le più povere degli States.
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"Get It Up"(2014, Tate Taylor), biografia filmata o meglio film biografico su James Brown è, comunque, un valido film biografico. D'accordo; esiste il rischio di identificare la vita di un arista(in questo caso indubbio "mago"del soul, del groove, di come questi generi(sempre che anche il"groove"lo si voglia considerare un genere msuciale a sé stante) abbiano influenzato realmente la pop music)siano influenzati dalle esperienze di vita, dunque l'identificazione(di matrice senz'altro romantica(tra vita e arte. Ma nel caso di Brown, scomparso nel 2006, senza che la sua vita sia quella di un"dannato", di un"artiste maudit", vero e proprio, prescindere dalle condizioni di indigenza e di sostanziale abbandono in cui era vissuto da bambino(madre assente, padre particamente idem, zia paterna che lo obbligava, già da bambino, a portare soldi a casa), dunque i flsh-backs continui inseriti nel film o meglio parte costitutiva vera e proprioa del film stesso per spiegare il perché di certi comportamente aggressivi dell'artista fino alla vecchiaia hanno certamente un senso, non sono"inserzioni peregrine"o mera volontà di ricadere nell'anzidetta identificazione vita-arte, ma nascono da un background reale, che ha influenzato la sua vita come quella di altri perosnaggi, purché si tenga conto del fatto che ogni esistenza è diversa dalle altre,del fatto che essa ha una sua specificità che sarebbe assolutamente assurdo voler ritrovare in altre persone(una delle certezze assolute della psicologia contemporanea, contro riduzionismi meccanicistici di altre epoche, decisamente passate): Oltre all'abbandono geniitroaile, senz'altro, ma anche collegate all'abbandono, sono determinanti le condizioni economcihe di partenza(peraltro Brown nasce nel 1933, in un'epoca in cui, nonsotante il"New Deal", gli USA erano ancora segnati dalla devastante crisi economica e finanziaria legata al crollo di Wll Street nel 1929), in una zona tra le più povere degli States. Motivo per cui prescindere da ciò sarebbe stato assrudo, oltre che assolutamente improduttivo dal punto di vista strettamente filmico, dato che non si può, facendo cinena, prescindere dai dati reali della biografia(ci si può evnetualmente giocare fantasticamente, come ha fatto nel 1990 Kalus Kinski con il suo"Paganini", ma non farne a meno, appunto).Chdewick Boseman, che ci "ridà"Brown è senz'altro adeguato al ruolo, efficace nella comunicazione di una vita e della sua arte. El Gato
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fedezena
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giovedì 2 aprile 2020
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bello, vero
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una vita difficile, che é comimciata nel peggiore dei modi, che peró ha trasformato James in un uomo di grande successo, che ha realizzato una grande carriera musicale. Questo film è potente perche mostra la vita di james, scandita dai vari avvenimemti che lo hanno formato nel bene e nel male, da vedere, un film tosto per una vita tosta.
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alexander 1986
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lunedì 18 maggio 2015
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brown per non intenditori
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Vita, morte e miracoli di James Brown (1933-2006), dall'infanzia tormentata agli anni del successo. Interpretato dal bravo Chadwick Boseman, diretto da Tate Taylor (The Help, 2011) e prodotto addirittura da Mick Jagger.
Biografia che cerca la via dell'originalità sin dal primo momento. Il racconto delle mattane del grande artista, accompagnato dalla vivacità della sua musica, ha il sapore della commedia. Dopo circa mezz'ora, la sorpresa finisce e tutto torna nei ranghi: come 'Ray' (2004) e 'Walk the Line' (2005), anche questa pellicola insegue il pregiudizio interpretativo dell'arte come conseguenza di un trauma (sempre infantile).
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Vita, morte e miracoli di James Brown (1933-2006), dall'infanzia tormentata agli anni del successo. Interpretato dal bravo Chadwick Boseman, diretto da Tate Taylor (The Help, 2011) e prodotto addirittura da Mick Jagger.
Biografia che cerca la via dell'originalità sin dal primo momento. Il racconto delle mattane del grande artista, accompagnato dalla vivacità della sua musica, ha il sapore della commedia. Dopo circa mezz'ora, la sorpresa finisce e tutto torna nei ranghi: come 'Ray' (2004) e 'Walk the Line' (2005), anche questa pellicola insegue il pregiudizio interpretativo dell'arte come conseguenza di un trauma (sempre infantile). Perciò anche il 'Padrino del Soul', dietro la maschera istrionica da showman, continuerà ossessivamente a ripensare alla mamma che l'abbandonò. Questo rifiuto della complessità non rende comunque noioso il resto. Anche perché la musica di Brown è e resterà sempre di un'energia incredibile.
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alfredyk
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domenica 22 febbraio 2015
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il genio che cambiò la musica
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Spesso la visione di un film è condizionata da quei 5 minuti iniziali attraverso i quali, se hai dimestichezza con le dinamiche legate al cinema, sai con assoluta certezza se hai speso bene i tuoi soldi oppure no:
Siamo ad Augusta, Georgia USA 1988
La radio del Ford pick up color bianco e rosso stile Gran Torino, ( quella di Starsky ed Hutch per intenderci ) sta trasmettendo GET ON UP mentre James Brown guida lentamente per raggiungere il suo ufficio alla Man’s World Enterprises Building.
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Spesso la visione di un film è condizionata da quei 5 minuti iniziali attraverso i quali, se hai dimestichezza con le dinamiche legate al cinema, sai con assoluta certezza se hai speso bene i tuoi soldi oppure no:
Siamo ad Augusta, Georgia USA 1988
La radio del Ford pick up color bianco e rosso stile Gran Torino, ( quella di Starsky ed Hutch per intenderci ) sta trasmettendo GET ON UP mentre James Brown guida lentamente per raggiungere il suo ufficio alla Man’s World Enterprises Building.
Quel giorno, all’interno della struttura, si sta svolgendo un seminario rivolto a venditori di prodotti finanziari, una riunione per pochi intimi che ascoltano l’oratore seduti su seggiole pieghevoli disposte in file ordinate.
Alle loro spalle, da una porta che indica l’accesso ai servizi igienici, una signora bionda di mezza età riprende posto in sala, probabilmente inconsapevole di aver usato il bagno dell’adiacente ufficio privato di Mr Brown.
Giunto al parcheggio, James entra nel suo ufficio e con aria sospettosa cammina lungo il percorso che conduce al suo bagno e scopre il misfatto.
Non sembra contento.
Ripercorre il corridoio fino all’uscita esclamando: “ lo sanno che questo posto è mio, non hanno nessun diritto di usare il mio bagno”.
Torna nel pick up, raccoglie un fucile, entra nella sala ed esordisce così:
“ Visto che oggi è Domenica voglio che ogniuno di voi immagini di stare in chiesa, il sermone di oggi non è male ma voi avete altro a cui pensare; state pensando …..che vi scappa da cacare, e pure di brutto, ma non la volete fare in una chiesa no ? quindi non vi resta che stare seduti a pensare a quando sarete a casa sulla vostra tazza nel vostro bel bagno. Ora immaginate di slacciarvi i pantaloni, di aprire la porta del vostro bagno e trovare mè , James Brown seduto lì a fare una pausa. Voi che fareste ? “
Nella sala l’aria smette di muoversi, il suo tono è severo ma l’eroina che gli scorre nelle vene lo addolcisce lasciandolo scivolare ai confini dell’indulgenza.
Dopo un brevissimo black out ai circuiti neurali, eccolo riprendere il filo del discorso:
“ Io sono un uomo impegnato e immagino lo siate anche voi, ma oggi avete violato uno spazio personale qui. Chi di voi brave persone ha fatto quello grosso nel mio bagno ?“
La signora bionda, tradita dalla paura e l’imbarazzo viene allo scoperto; terrorizzata e mortificata tende a strisciare sul pavimento fino a quando Lui l’aiuta a rialzarsi e ad accomodarsi sulla sedia. Poi la guarda dritto negli occhi e dice:
“ Dovevi andare nel mio bagno, hai visto una possibilità e l’hai sfruttata, sapevi che potevo arrabbiarmi ma hai pensato prima a te stessa……Anch’io ho pensato sempre prima a me. Sono James Brown, e ho cambiato le cose. Voi forse non conoscete i miei dischi, ma fidatevi: in ogni disco che avete a casa trovate un pezzo di me. Non c’è nessuno in giro oggi, rapper , cantante che non sia stato influenzato da James Brown….quindi cara signora tu hai pensato a te stessa …ed è l’unico modo di vivere…hai capito bene ??? ”
Sfido chiunque a non continuare a vedere il film dopo questo incipit, a meno che non siate del tutto privi di quello che Mr. Dynamite chiamava “ groove “ e se non sapete di cosa si tratta è perché non vi appartiene.
Ma se almeno una volta nella vita il vostro corpo ha reagito in maniera del tutto autonoma e fuori dal vostro controllo mentre vibravano nell’aria le note di Papa Don’t Take No Mess o di un qualsiasi altro pezzo di Mr. Brown, allora il film vale 2 ore del vostro tempo.
Ogni altro commento è superfluo.
A.S.
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fforni72
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sabato 8 novembre 2014
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fuori dalle righe, proprio come era jb
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James Brown é un'icona della musica americana. Lontano dalla nostra cultura, anche dal nostro pop. Ma é l'impersonificazione dell'intrattenimento. A tutti costi, anche. In questo il film gli é fedele, Boseman è magnetico e ogni fan di JB non può non rivedere il suo idolo, nel bene e bel male, rivivere sul grande schermo.
Romanzato in certi punti, ma verosimile per il messaggio, anche a chi non conosce l'artista che più ha influenzato la musica, il ballo e la mimica (Jagger lo ammette) negli ultimi 60 anni.
Due ore e venti in balia del genio e della megalomania di un fenomeno. Coinvolgente
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