Fango e Gloria - La Grande Guerra |
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Un film di Leonardo Tiberi.
Con Eugenio Franceschini, Valentina Corti (II), Domenico Fortunato, Francesco Martino.
continua»
Drammatico,
durata 90 min.
- Italia 2014.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Fango e Gloria - La Grande Guerra
valutazione media:
2,86
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Si salva solo la parte documentariadi SaaarFeedback: 100 |
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domenica 18 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Stendendo un velo pietoso sulla sceneggiatura zuccherosa da fiction per la tv e sulla recitazione rigida e inespressiva (quando non addirittura ridicola nella forzatura dell’accento romagnolo) degli attori, la cosa peggiore è la filosofia di questo film, il messaggio che vuole dare allo spettatore: l’idea che i soldati al fronte combattessero sì con insofferenza verso le privazioni e la durissima vita di trincea (che peraltro non traspare dal film) e la paura di essere uccisi o feriti in battaglia, ma anche con coraggio e spirito patriottico. Non c’è nessun senso critico verso l’assurdità della guerra e della morte di migliaia di giovani mandati a difendere interessi che certamente non erano i loro, per motivazioni che non capivano e non condividevano. Non viene posto l’accento sul fatto che i soldati combattevano non per coraggio ma per paura, perché se si fossero rifiutati sarebbero stati fucilati (viene sì fatto un brevissimo accenno alla fucilazione dei disertori e al fenomeno delle decimazioni, ma giusto per dovere di cronaca, non c’è spirito di denuncia). Non si dice che ai soldati veniva elargita grappa prima delle battaglie, perché non si poteva mandarli incontro ad una morte insensata a mente lucida. Non viene fatto cenno alla freddezza intrisa talvolta di follia o di sadismo di tanti alti ufficiali che mandavano con noncuranza i loro soldati a morire in battaglie o in azioni che si sapevano perse in partenza. Dove sta il coraggio e lo spirito patriottico in tutto questo? Fortunatamente ci sono stati anche film di tutt’altro valore, come “Orizzonti di gloria” e “Uomini contro”, che hanno evidenziato questi aspetti tutt’altro che gloriosi della Grande Guerra. Qui invece si glorifica a cuor leggero: il senso del film, lo dice il titolo stesso, è proprio quello di restituire gloria al milite ignoto morto anonimamente nel fango. Se si vuole attribuire un omaggio al milite ignoto, non sarebbe un omaggio più appropriato e rispettoso verso di lui (oltreché più educativo verso le generazioni future) narrare le cose per come realmente sono andate? O magari chissà, che l’osannato spirito glorioso della guerra non si abbatta prima o poi di nuovo su di noi…
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